Boscolo Exedra Milano Ospita Fernando De Filippi “TROPICALE”

Milano, maggio 2012– Luogo naturalmente deputato all’arte e al design, il Boscolo Exedra Milano di corso Matteotti inaugura, mercoledì 6 giugno dalle ore 19.00, una nuova  mostra d’arte realizzata grazie alla partnership con la galleria Bagmilano.

Fernando De Filippi, artista di fama internazionale, trasformerà la Museun Hall del Boscolo Exedra in un luogo di sogno e di vacanza. Colori splendenti e palme che danzano sulle tele  porteranno i collezionisti in una atmosfera magica e senza tempo.

La fenomenale carriera di De Filippi, in continua ascesa grazie anche all’ultima mostra in corso al Contemporary Art Museum di Zhengzhou Cina, porta l’artista a ripercorrere uno dei temi a lui più caro, le cartoline del ciclo Cuba che l’anno reso noto durante gli anni ’70.
Le opere proposte sono il risultato della maturazione creativa dell’artista che arrichisce in maniera straordinaria i contenuti pittorici delle tele e consegna allo spettatore una selezione di opere vibranti e cariche di energia vitale.
Dettaglio, sperimentazione, tecnologia, tradizione, pittura, bellezza sono i termini teorici di questa serie di lavori di Fernando De Filippi.
L’ossessiva ripetitività delle immagini degli alberi diventa una celebrazione del dettaglio. Variazioni più o meno evidenti, particolari più o meno percettibili sono il tema centrale delle opere di De Filippi. L’albero nella sua struttura formale è un pretesto per la rappresentazione del dettaglio come forma espressiva dell’opera

Un’esperienza originale e suggestiva questa di De Filippi, che evita la stucchevole problematica estetica in cui oggi s’avvita il lavoro dell’artista visivo. Le questioni relative alla possibilità dell’espressività moderna di essere mimesi della realtà naturale, oppure le problematiche che affrontano l’uso dei mezzi tecnologici come sostitutivi della pittura, sono da De Filippi dialetticamente superati senza essere (proprio nel senso concettuale del termine “dialettica”) abbandonati. I suoi quadri, questi suoi alberi propongono un’idea nuova e arcaica di bellezza, difendendo l’unico modo possibile in cui oggi si può e si deve parlare di bellezza: bellezza vivente, cioè impegno etico visibile nel mondo estetico. (Stefano Zecchi)

Fernando De Filippi, pittore, performer, creatore di video, fotografo, utilizzatore consapevole di situazioni, di immagini, di simboli, mitologo, viaggiatore della memoria, mai spettatore onnivoro, perché, al contrario, gli strumenti e i soggetti della memoria sono sempre elementi di scelte individuali. Questo osservatore attento ha iniziato a raccontare fin dai tempi del ciclo Cuba Cuba (1970- 1971) le storie personali e collettive del nostro secolo recentemente concluso. Lo testimoniano titoli come Da Vladimir con affetto a Cartolina da Cuba a Sull’asse della memoria – ricordo di Cipro, film, foto –performance, elaborazioni fotografiche realizzate al computer, poi ridisegnate e portate sulla tela, in anni di fermenti sperimentali molto vivi e articolati, in anni in cui, per dirla con una celebre espressione di Kandinskij “si navigava a tutto vapore”.In questa navigazione De Filippi controlla sempre la rotta forse perché, consapevolmente o non, la mappa è già nel suo bagaglio, e, intanto, anche l’elemento formale è parte strettamente integrante del discorso artistico quanto il versante del soggetto. E’ questo uno dei casi in cui, più che di saldature, più o meno armoniche e solide fra due componenti de l’unità artistica, si deve parlare di unità reale già potenzialmente presente in un chiarirsi che nel tempo opera su se stesso lavorando sui propri moventi, riflettendo sulle proprie esperienze di vita oltre che di specifico impegno nel campo dell’arte. Perché l’artista privilegia, certo non in modo definitivamente esclusivo, i suoi temi (Vittoria Coen)

Fernando De Filippi è uno degli artisti italiani più famosi. I più grandi critici d’arte hanno scritto di lui; ha partecipato a ben 5 Biennali di Venezia e a 4 Quadriennali di Roma. Le sue opere pubbliche sono collocate in molte città. Ha ricevuto grandi premi e onorificenze. De Filippi nasce a Lecce l’11 aprile del 1940. A 11 anni è ammesso ai Corsi di Pittura della Scuola media annessa al locale Istituto d’Arte, dove vive sin da giovanissimo l’esperienza della bottega. Dopo aver conseguito il diploma di Maestro d’Arte, nel settembre del 1959 si trasferisce in un primo tempo a Parigi stabilendosi poi definitivamente a Milano, dove si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Brera dapprima ai corsi di Pittura del Prof.Morelli , quindi a quelli di Scenografia del Prof.Varisco, conseguendo il diploma nel 1964.Dal 1966 é Docente di Ornato Disegnato presso il Liceo Artistico di Brera.Dal 1971 al 1973 é Direttore dello stesso Liceo. Nel 1973 assume l’incarico del Corso Complementare di Tecniche Grafiche Speciali presso l’Accademia di Brera a Milano. Nel 1979 é Docente di Scenografia presso L’Accademia di Bari.Dal 1982 é docente all’Accademia di Brera a Milano.Dal 1991   al 2008 è Direttore della stessa Accademia. Dal 2009 al 2011 è direttore dell’Accademia di belle Arti di Verona. Questo evento fa parte di un ciclo di esposizioni legate all’arte e alla creatività che saranno presenti al Boscolo Exedra Milano nel corso dell’anno, grazie alla partnership recentemente siglata con Bagmilano, la quale si occuperà della gestione artistica e della vendita delle opere in mostra.Grazie a questa nuova esposizione di opere d’arte Boscolo Hotels, l’unica  catena italiana di lusso nel mondo, riconferma il proprio ruolo di protagonista consolidato del panorama artistico contemporaneo

per informazioni:
BOSCOLO HOTELS SPA  www.boscolo.com
BAG MILANO ART GALLERY  Manager:Camilla Bertuzzi www.bagmilano.com
UFFICIO STAMPA  Alessia Politini infopress@boscolo.com

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Corrado Maggi in mostra alla Mole Vanvitelliana


Mostra fotografica e frammenti di racconti sulla città di ancona in luoghi e momenti inaspettati. il buio non nasconde ma rivela l’anima e il sentimento dei luoghi conosciuti. sconosciuti. inattesi. bagliori e parole.

Corrado Maggi, uno tra i primi preziosi collaboratori di nostro lunedì, aprirà la stagione estiva della Mole Vanvitelliana con una personale mostra fotografica, preparata in contemporanea ad una collettiva che si terrà presso la Agora Gallery, prestigiosa galleria d’arte nel distretto artistico di Chelsea a New York.
Barbara Ulisse, responsabile servizio comunicazione e stampa presso Comune di Ancona definisce le sue foto “asciutte e ben poco propense a farsi prendere da gusto naif o della sovrabbondanza. Maggi sembra sempre ancorato al reale, fotografa quello che c’è, e  che magari non si vede sempre,ma c’è. Sa d’istinto qual’è la verità delle cose che vede, quale particolare gli parla, con quale urgenza. Poche parole, quelle giuste”.

Le parole che accompagnano le fotografie sono invece dell’autore falconarese Luca Pieralisi, il quale ha pubblicato sia poesie che antologie di racconti, immagini e fantasia.

ancona • mole vanvitelliana
dal 9 giugno al 1 luglio 2012
da domenica a giovedì 18•23
venerdì e sabato 19•24
inaugurazione 9 giugno ore 18
www.corradomaggi.it
www.lucapieralisi.it

info nostro lunedì
info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Forme e colori

In poesia, una stanza è una porzione di una grande composizione come un poema.
Nella poesia moderna, il termine è spesso equivalente a strofa, ovvero ad un gruppo di versi che sono associati da un preciso schema di rime; nella musica vocale popolare, una stanza è quasi sempre un verso che si differenzia dal ritornello o refrain.

Tuttavia la stanza, in poesia, è anche qualcosa di più complicato, ma di cui tutti fanno esperienza. Dante Alighieri, nella Vita Nuova, ce ne offre un esempio concreto: “Misimi ne la mia camera, là ov’io potea lamentarmi sanza essere udito;” […] Dante, in questa camera, quindi, incontra un luogo dove pensare, e trovare la forza, le parole per comporre le sue poesie. In parole più semplici è un luogo dove il poeta si isola per creare una condizione mentale in grado di farlo interagire con un mondo diverso, quello delle idee. Come scrive Fernando Salsano la stanza è il luogo “che offre al poeta il conforto della solitudine e della meditazione”, ma è anche luogo della creazione poetica, e di un’elaborazione fantasmatica del vissuto che ne è presupposto e che, come spiega Giorgio Agamben, rende possibile l’appropriazione, in forma di visione e di parola, di ciò di cui altrimenti il soggetto mai potrebbe appropriarsi. La stanza è insieme la concretizzazione e il simbolo di tale dimensione: è lo spazio che contiene e rende possibile la relazione fra il poeta e il suo desiderio, lo spazio attraverso il quale l’esperienza esistenziale comunica con quel tessuto di visioni, immagini e parole che è il rovescio della trama del reale e la materia prima della poesia. In se, inoltre, la stanza contiene tre diverse dimensioni: l’ambiente in cui il poeta si ritira per creare, lo spazio della dinamica interiore da cui la parola poetica scaturisce e la forma che essa assume traducendosi in scrittura. Questa stanza, inoltre, non è solo propria dei poeti, a chi non è capitato di chiudersi in camera propria a piangere un amore, o di ascoltare la musica con le cuffie, ad alto volume per isolarsi dal mondo esterno, ed entrare nel piano dell’immaginazione, e, guardando al di fuori della finestra della camera, del treno, del pullman, dell’auto, scoprire di non vedere l’orizzonte, ma una persona a voi cara, o ciò o chi amate.

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Pubblicato in HOME, spazio grafica | Lascia una risposta

Straniera Valle

Straniera Valle, un sedicesimo, come un taccuino da viaggio
illustrato con finezza da Gabriele Solustri, un sentiero in versi
di versi, attraverso alcuni autori del Novecento nelle Marche.

Alvaro Valentini (1924-1991)
Marzo e qui si rinnovano i miracoli

Marzo e qui si rinnovano i miracoli
attesi: la bambina che si scalza
a cercar fiori gialli e tulipani
con il grano luminoso della balza;
i pioppi che sul fiume s’incrociavano
nudi, già si colorano di foglie…
Ma l’annuncio più caro è il più lontano,
è un tuo scritto, il tuo cuore che si scioglie.

da Una storia d’amore, Ancona, Bucciarelli, 1961

 

La raccolta Straniera Valle
a cura di Francesco Scarabicchi
è in omaggio acquistando on-line
nostro lunedì. Per saperne di più
visita il sito www.nostrolunedi.it
per info: info@nostrolunedi.it

 

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Nuovo appuntamento con Cristian Luca Merisio

“Idea”
Stampa lambda su carta fotografica opaca
Dimensioni variabili
Serie di 14 pezzi

Partendo dalla concezione di “atto performativo” , in questo lavoro il segno luminoso si inserisce in un contesto di architettura “ riconoscibile”.
Riscopre la sua intima relazione con l’immagine della persona che lo genera e in questa prospettiva si rapporta fisicamente , in maniera tangibile al sistema architettonico. Ne evidenzia infine il “genius loci” del luogo , mettendo in relazione l’aspetto ludico tipico del parco giochi, col fare arte.

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

L’Editoriale da nostro lunedì

la siepe e il vulcano

“A dì 29 giugno 1798. Nacque alle ore 19 il mio primo figlio, maschio, partorito da mia moglie Adelaide felicemente, sebbene dopo tre giorni intieri di doglie. Si dette parte ai soli parenti, giacché, distrutto il Reggimento Nobile, non eravi più alcun grado, nel quale esso nascesse, tolto il generale Cittadino. […] A dì 30 detto fu battezzato il dopo pranzo nella nostra parrocchia di Monte Morello, dal padre Luigi Leopardi filippino, mio zio, e lo levarono al sacro fonte li allora Cittadini Filippo Antici mio suocero, e Virginia Mosca Leopardi mia madre. Furono invitati i parenti al solito, e le lettere di parte furono scritte, fuori di Stato al solito, nella Repubblica col titolo Padrone e Parente veneratissimo. Gli furono imposti i nomi di Giacomo-Taldegardo, Francesco-Salesio, Xaverio, Pietro.” Ha ventidue anni non ancora compiuti il conte Monaldo Leopardi la sera del 29 giugno 1798 quando, alla scrivania del suo studio nel palazzo di Recanati, scrive, nel registro di famiglia, quanto s’è appena stato riportato sulla nascita del primogenito Giacomo. “A dì 14 giugno 1837 morì nella città di Napoli questo mio diletto fratello divenuto uno dei primi letterati d’Europa. Fu tumulato nella chiesa di San Vitale, sulla via di Pozzuoli. Addio caro Giacomo: quando ci rivedremo in paradiso?” E’ la sorella Paolina che annota, nello stesso registro, le righe dello spegnersi di Giacomo in quel pomeriggio lontano. A guardare da questo punto del tempo e della storia, da questa regione e paesaggi integralmente mutati e trasformati (impossibile tentare di immaginare come fossero i luoghi duecentoquattordici anni fa quando Leopardi veniva al mondo), il breve viaggio a Recanati consegna un’idea falsa e vera della “città ignobile della Italia”. Come non sentire una costante presenza perfino fisica del poeta nel contrasto con il luogo reale (assediato, come tutti i luoghi, da rumori, odori, traffico); come non desiderare, camminando le vie e disegnando, con i passi, i suoi itinerari, di sentire e vedere ciò che lui poteva sentire e vedere, le forme di un’esistenza così come ci raggiunge dai Canti, dalle date dello Zibaldone o dai Ricordi d’infanzia e di adolescenza (“Veduta notturna colla luna a ciel sereno dall’alto della mia casa”, “Stridore notturno delle banderuole traendo il vento”, “Dolce e chiara è la notte e senza vento”)?: Del resto, proprio lo Zibaldone dei pensieri si apre con un frammento assoluto di naturalezza ed essenzialità: “[…] Nella (dalla) maestra via s’udiva il carro/Del passegger, che stritolando i sassi/ Mandava un suon, cui precedea da lungi/Il tintinnìo de’ mobili sonagli.” Un Leopardi intimo, concreto e sommesso che si china verso la vita per assisterla là dove è più precaria e fragile, nelle sue brevità ed imminenze, nelle sue “povertà” inudibili ed invisibili, è il Leopardi che più sento di rammentare in questa sorta di “compleanno” che ne acuisce la necessità e ne accende l’urgenza proprio dove tutto precipita nell’indistinto e nella volgare stupidità, nella crudele insensatezza e nella quotidiana violenza al senso delle cose di cui perdiamo perfino la lingua “[…] perché oggi non viviamo in noi, ma quanto viviamo è in altri e per altrui mezzo, e di vita altrui, ed anima e spirito e fuoco non nostro”.

f.s.

Giorgio Bertelli
Disegno inedito

info nostro lunedì
info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

A Napoli per “Filo da torcere”

Per questo weekend, Lucia Cataldo, ci suggerisce una visita a Napoli al Museo Madre dove è in mostra l’installazione “Filo da torcere”.


Museo Madre – Napoli
31 maggio – 4 giugno 2012

Il Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli presenta, giovedì 31 maggio alle ore 10.30, l’istallazione “Filo da Torcere,” tratta dal laboratorio didattico “Una politica dell’arte per i giovani e gli adulti del quartiere”, dedicato ai giovani artisti, iniziato il 18 febbraio e si concluderà il 4 giugno.
La ricerca e la sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea e delle modalità della sua comunicazione caratterizza il gruppo legato al progetto “Una politica dell’Arte per i giovani”, attivo presso il museo Madre, che ha scelto come tema predominante del programma una nuova riflessione sul rapporto fra didattica sociale, patrimonio artistico museale ed identità culturali dei diversi territori d’appartenenza delle comunità scolastiche partecipanti.

Nell’edizione 2012 e rispetto alle precedenti fasi di laboratorio, la didattica si è incentrata molto maggiormente sul tipo di lavoro da intraprendere con i bambini, allo scopo di far scaturire da una prassi creativa, da maturare presso la sede del museo, una più stretta relazione fra il loro vissuto ed il loro immaginario famigliare. I bambini (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) coinvolti nel programma hanno “scoperto” le loro potenzialità creative ed immaginative attraverso il disegno di cose semplici e quotidiane che sono state ricollegate a ciò che può essere definito “il minimo comun denominatore” dell’opera di Fausto Melotti, uno dei più interessanti ed originali protagonisti dell’arte italiana del XX secolo, traendo ispirazione dalla mostra a lui dedicata dal museo, conclusasi lo scorso 16 aprile.

“Filo da torcere” è il risultato emerso grazie all’incontro/confronto diretto con le opere presenti nella collezione del museo e degli artisti in mostra, pensato per effettuare una radicale operazione di “pulizia” di preconcetti, luoghi comuni, conoscenze indotte inevitabilmente porose, dall’immaginario del mondo degli adulti e della comunicazione di massa agli universi infantili.

Ad esempio per l’opera di Melott si prevede la possibilità, così, di tradurre i disegni in forme tridimensionali attraverso l’utilizzo del fil di ferro, sperimentando la conquista di nuove dimensioni a partire anche da una linea, una forma o un oggetto semplice. Non si ambisce, quindi, a ‘imitare’ Melotti, né tantomeno a ‘fargli il verso’ con un banale ‘esercizio’ didattico, ma si proverà a raggiungere, se possibile, la radice del suo pensiero creativo fatto di polarità stimolanti, per far tesoro di un’occasione.

Il percorso didattico ha visto protagonista anche il maestro napoletano Ninì Sgambati, che ha dato il suo contributo con suggerimenti, interpretazioni e work in progress.

Il progetto è stato diviso in due fasi. Nella prima alcuni docenti hanno seguito un corso tenuto dalla Prof. Salvatori della SUN su Melotti e nella seconda, i ragazzi accompagnati dai docenti e da esperti del MADRE sono stati avviati alla comprensione dell’artista.

L’apertura di uno spazio ludico e formativo rivolto all’infanzia e alla prima adolescenza all’interno di un museo pubblico dedicato all’arte contemporanea – in una zona “popolare” del centro storico interessata dai mutamenti provocati dalla riqualificazione urbana e dall’immigrazione extracomunitaria – è un piccolo passo.

L’obiettivo è stato quello di realizzare un’esperienza che rendesse più comprensibili l’arte contemporanea e la funzione del museo e accrescesse la curiosità e la familiarità con le opere esposte, che quasi mai corrispondono alle forme classiche del quadro e della scultura.

La presenza di una grande mostra monografica al museo (fino ad aprile 2012), dedicata all’artista trentino Fausto Melotti (1901-1986), ha costituiso un prezioso materiale di riflessione per mettere alla prova le premesse metodologiche. I bambini delle classi inserite in programmazione, per esempio, hanno messo allo scoperto le loro potenzialità creative ed immaginative attraverso il disegno di semplici sedie. I disegni  sono stati tradotti in forme tridimensionali attraverso l’utilizzo del fil di ferro, sperimentando la conquista di nuove dimensioni a partire anche da una linea, una forma. Da sedie piccolissime i ragazzi hanno infine realizzato una sedia in dimensioni naturali.

Tutte le loro creazioni sono oggetto della mostra che sarà inaugurata  il 31 maggio alle 10:30 e sarà aperta fino al 4 giugno.

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Finalmente la felicità!

Dedichiamo il nostro follow  friday ad un tema che ci è particolarmente caro: la felicità.

Dall’anno scorso è anche un festival, ospitato nei palazzi di Pesaro e di Urbino, dal 25 maggio al 3 giugno:60 eventi in 2 weekend con scrittori, filosofi ed artisti.

Madrina in quest’edizione 2012 sarà Kathleen Kennedy, primogenita di Bob, incarnazione dell’«eredità spirituale» raccolta dal festival. E di quell’ idea di felicità «calata nella collettività e nella dimensione del bene comune, lontana dalla considerazione esclusiva dell’individualismo». Prendendo spunto proprio dalla celebre affermazione del Presidente Robert Kennedy – «Il PIL misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta» (marzo 1968, Università del Kansas) – la manifestazione si propone di esplorare e confrontare, con un approccio interdisciplinare, il valore non del PIL bensì del BIL in Italia, cioè del Benessere Interno Lordo, sigla nata in Italia su iniziativa del Cnel e dell’Istat, che possiamo definire come indicatore che cerca di misurare la qualità della vita dell’uomo e della comunità in cui vive.

In Italia scopriamo da un recente sondaggio Ipsos, commissionato alla società proprio dal Festival che, nonostante il momento, gli italiani non sono poi così disperati, proprio perché le piccole felicità quotidiane sarebbero quasi un’ antidoto alle asprezze dell’esistenza.

Durante il Festival – che si svolgerà nelle più prestigiose location storiche di  Pesaro e Urbino – sono previsti  incontri, dibattiti, talk show, spettacoli, presentazioni di libri, ai quali parteciperanno oltre 50 prestigiosi esponenti della cultura, dell’economia, dell’imprenditoria, della politica, della editoria, del giornalismo, della filosofia, della scienza e della tecnologia e della religione. Evento clou della manifestazione, la sera del 28 maggio a Pesaro con ROBERTO BENIGNI che proporrà al pubblico uno show unico e irripetibile con la sua assoluta e straordinaria genialità creativa.

Segnaliamo anche che in ogni iniziativa durante il Festival ci sarà una raccolta fondi per i territori colpiti dal sisma, perché mai come in quest’occasione è doveroso aiutare coloro che hanno perso la loro felicità ,ma non la speranza di ritrovarla.
Per ulteriori informazioni sul programma consultare il sito www.festivaldellafelicità.it.

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it