gianni d’elia
tratto da nostro lunedì numero 4 – prima serie – scataglini
a Franco Scataglini
Forse per questo tutto quel vento
da Ancona, un ostro secco e teso
che sventava la bandiera del moletto,
o meglio la stirava, mentre già svelato
aveva lo scaleno bruno del Conero, piú nitido
soltanto nei giorni di bora, verso marzo;
veniva un vento dal tuo grande passo
e dalla tua città, in cui vivo eri morto
da poche ore, passando da uno stato all’altro
e da una stanza a chissà quale antro
o averno ctonio d’ospedale, magari scalzo
sotto una luce verde al neon micidiale;
Franco, Franco, poco fa tre aquiloni sul mare
disegnavano in volute aeree rime, mute
sotto la coda frusciante di quello che piú sale
e insegue un vuoto d’aria che lo tira,
assecondando il ritornare nel cerchio di prima:
io vi vedevo la tua anima certosina…
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