Paolo Gubinelli – parte 4

Rilievo su ceramica, cm 42.5 x 42.5-2011 [1024x768]

Paolo Gubinelli nasce nel 1945 a Matelica, in provincia di Macerata.
Vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, nella sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer
e progettista in architettura. Da giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale
di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce
e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci,
Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in italia e all’estero.
Nel 2011 viene ospitato alla 54° Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia, presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche
su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse
per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica:
in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente,
sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

IMG_9755 - 71x101cm 2006 [1024x768]

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati
acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi
e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.

IMG_7601 CORR 160mm [1024x768]

 

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Di medici, cartografi, filosofi notturni dell’amore – Valerio Magrelli

di Valerio Magrelli
Tratto da nostro lunedì
n. 3 – Libri

illustraz

In un’intervista di qualche tempo fa, Roberto Rebora ricordò la propria formazione letteraria, affermando tra l’altro: “A chi mi sento vicino come autore?
Qualche volta a me stesso. Ma molte volte mi sento lontanissimo anche da me”.
Ho ripensato a questa considerazione al momento di scegliere un’opera da illustrare,
e in certo modo eleggere, rispetto a tutte le altre. Infatti, se è indubbiamente vero
che chi scrive cerca di risalire innanzitutto alle origini della propria scrittura
per approssimarsi a se stesso, non bisogna però dimenticare che un’operazione simile può compiersi soltanto grazie alla scrittura altrui. Altrimenti detto, non c’è che un modo
per verificare la presenza di una “vocazione” letteraria, ed è quello offerto dalla tradizione, ossia dalla vivente comunità culturale, habitat e humus in cui ogni alfabetizzato affonda
le sue alfabetiche radici. (Immaginiamo la linfa luminosa delle lettere, il nutrimento estratto dal terriccio, e allo stesso tempo la proiezione verticale nel cielo delle fronde, delle foglie, dei fogli). Di conseguenza, non sarebbe eccessivo sostenere che la voce di un autore
può risuonare soltanto attraverso quella di coloro che, precedendolo, lo hanno svelato
a se stesso. L’incontro con un classico agisce insomma come uno strumento
di auto-scopia e auto-ascolto, specchio, eco, sonda, sonar, modello da seguire e insieme da evitare: come dire, la pietra dello scandalo.
Per quanto riguarda la mia passione di lettore, ad esempio, ho scoperto la lirica
di John Donne durante il liceo, cercando di sfuggire al soffocante clima della letteratura scolastica. Ebbi la fortuna di imbattermi nella traduzione e nel commento preparati
per l’Einaudi da Cristina Campo in Poesie amorose Poesie teologiche.
In diverse occasioni, negli anni successivi, cercai di ricostruire l’entusiasmo
di quella mia scoperta adolescenziale, tra conferenze, dibattiti, articoli? Vorrei partire appunto da quei lontani appunti, per provare a ripercorrere
la complicata bellezza di questo poeta.
Complicata, ingegnosa, meccanica: questi versi convogliano un carico espressivo addirittura intollerabile. Tutto è raccolto in poche  battute, gettato in un precipitato emotivo che ricorda le manipolazioni delle sostanze alchemiche. E viene spontaneo associare
i distillati sillabici dei suoi sonetti e delle sue canzoni alle Lachrymae musicate
da John Dowland, quelle composizioni per viola e liuto che sembrano variare all’infinito
lo sfarzo buio, concettoso, melanconico, del Seicento. In ambedue gli autori si impone infatti la concentrazione, la densità, l’esorbitante peso specifico di un’opera che sembra procedere per lente fitte cardiache. “Più dotto e preciso il pensiero, più alta la bellezza,
la passione”. Questa frase di Y. B. Yeats, che la Campo prescelse come esergo
della sua traduzione, illumina il senso e la direzione di una ricerca volta a produrre congegni inceppati, teoremi logico-teologici divelti dall’amore della donna e del Cristo. Continua a leggere

Flowery letters

Le lettere dell’alfabeto vestite con elementi floreali multicolori
espressione di un visual fresco e divertente per costruire emozionali esperienze visive.
Oggi proponiamo la del Fraktur.

R-2R/Fraktur
Il tipo di scrittura Fraktur è una variante del carattere gotico utilizzato per la prima volta
da Gutenberg e fu inventato dalla cancelleria boema di Massimiliano I. Nel 1513, ad opera del suo stampatore di corte Schönsperger, fu infatti realizzato con questi caratteri
il pregevole Gebetbuch e, nel 1517, il romanzo Theuerdank. Il nome deriva proprio
dal carattere spezzato della grafia gotica, e nasce come scrittura di corte elegante.
L’uso del carattere Fraktur si diffuse nei territori germanici già nel XVI secolo
in ogni ambiente e venne particolarmente amato nel XVII durante il Barocco, nonostante
il resto d’Europa fosse tornato all’Antiqua. Tutte le forme del gotico scomparvero dall’uso comune quando le lettere romane diventarono via via più importanti
nel corso del XVI secolo.
L’uso del Fraktur, tuttavia, continuò in Germania fino al XX secolo inoltrato e del 1928
più della metà dei libri veniva ancora stampata in gotico e durante il Terzo Reich carattere divenne ufficiale della propaganda nazista. Uno slogan diceva: “Sentiti tedesco, pensa tedesco, parla tedesco, sii tedesco, anche nella scrittura”.
Oggi le lettere gotiche vengono usate quasi esclusivamente per celebrare una nobile tradizione – soprattutto sulle birre pilsener e sulle testate dei giornali (I gruppi New York Times, Telegraph e Mail ecc.) – oppure come strumento parodico per indicare pomposità, magnificenza e la presenza di turisti, il terzo utilizzo è un mondo a sé: l’heavy metal,
e poi ci sono i tatuaggi.

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Falsa coscienza – Gabriele Via

Falsa coscienza (a Umberto Saba)

Riconosciamo nei cani la vecchiaia
come un costume, la divisa del portiere.
Ché pure vivono con noi, vicini;
e il nostro stesso tempo spezzano,
col sorprenderci dei giorni di neve.
E a prodezze o insulse crudeltà
scodinzolano -perfetti compari.

Ma li morde un morbo naturale
che non li impedisce proprio in nulla;
anzi è la loro piena salute.

Riconosciamo negli occhi del cane,
di ogni capra, di polli e cicogne
un comune destino arrivare.

Ma siamo troppo presi a celebrare
tutte le nostre comode malattie.

Tratto da Una Disordinata Bellezza

foto Gabo per libro

Gabriele Via è un poeta, filosofo, performer e fotografo. Ricerca l’essere, col fare: drammatico, pratico e poetico. Cammina: due volte dalla Francia a Capo Finisterre
lungo il cammino di Santiago. Studia filosofia, teologia, natura e umanità.
Cucina, suona, plasma l’argilla e apprende i nomi delle cose.

 

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Paolo Gubinelli – parte 3

28)Gubi24x30-88 [1024x768]

“Nella mia attività artistica la carta è stata fino ad oggi il mio unico mezzo espressivo:
dopo la prima fase di intervento su cartoncino bianco, morbido al tatto, inciso con lama
e piegato manualmente secondo strutture geometriche (con effetto visivo di spazio-luce).

Sono passato alla carta trasparente (lucido da architetti) sempre incisa e piegata:
o in fogli disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli-papiro
con lievissime incisioni al limite delle percezioni che si svolgono nell’ambiente.
Nella più recente 
esperienza artistica, sempre su carta trasparente, ho abbandonato
il segno geometrico con il suo rigore costruttivo per un segno più libero fatto con pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, capace, mi sembra, di tradurre i moti imprevedibili
del discorso interiore.

Ultimamente questo linguaggio si arricchisce sulla carta di gestualità e tonalità acquerellate acquistando, mi pare, un significato più intimo e intenso.”
Paolo Gubinelli. Firenze, giugno 2000

48)Gubi59x84-84 [1024x768]

Paolo Gubinelli nasce nel 1945 a Matelica, in provincia di Macerata.
Vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, nella sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer
e progettista in architettura. Da giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale
di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce
e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci,
Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in italia e all’estero.
Nel 2011 viene ospitato alla 54° Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia,
presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche
su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse
per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica:
in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente,
sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati
acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi
e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.

IMG_9739 - 71x101cm 2006 [1024x768]

 

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Flash domestici con giaculatoria – Lucio Gabriele Dolcini

di Lucio Gabriele Dolcini
Tratto da nostro lunedì
n. 3 – Libri

retrato

La prima volta che andai a teatro fu a Ravenna, al teatro Alighieri, con mio padre
e mia madre, nel palco di mio nonno (a quel tempo esistevano i palchettisti).
Ogni periodo si esprime anche con le proprie “sciagure”. Andava in scena
Madama Butterfly. Ho tre ricordi indelebili di quella serata.
Il primo: l’imbarazzo di sentirmi un diverso: ero l’unico bambino della mia età presente
in sala (avevo dieci anni circa).
Il secondo: vedere mia madre, bellissima, in abito lungo color glicine con piccole righine argentee, fiori di seta che scendevano dalla spalla sinistra e mio padre vestito di nero (solo più tardi seppi che quell’abito si chiama smoking).
Il terzo: non avevo il fazzoletto in tasca e non sapevo come asciugarmi le lacrime
che mi inondavano il viso, con una sorta di incontinenza, alla fine dell’Opera!.
La serata finì. Tornammo a casa. Alla “Buona notte” chiesi a mia madre di farmi “leggere” Butterfly. L’indomani lessi il libretto. Alla fine della lettura non ebbi bisogno
di alcun fazzoletto. Mi sentii tradito in quel momento, né, minimamente pensai
che il mio sentire della sera prima fosse stato frutto di una allucinazione (direi ora).

spirito2 Continua a leggere

Sabato 20 settembre musei aperti fino a mezzanotte

Sabato 20 settembre, in occasione della trentunesima edizione delle Giornate Europee del Patrimonio, i principali musei, monumenti e aree archeologiche statali e comunali saranno aperti al pubblico fino alle 24.00 al costo simbolico di 1 euro.
La manifestazione, ideata nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, coinvolge gli Stati membri della Convenzione culturale europea, ed è nata con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini del nostro continente, alla ricchezza e alla diversità culturale.

Franceschini: sabato musei statali e comunali ad 1 euro e aperti fino a mezzanotte. ‘Sarà festa per la cultura italiana’
“Le giornate europee del patrimonio – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – si svolgono quest’anno nel pieno del Semestre italiano di presidenza UE, a significare ancora di più la convinzione con la quale il nostro Paese aderisce al progetto europeo. Questa importante iniziativa, a cui hanno aderito con convinzione il MiBACT e l’Anci, serve a far conoscere i musei statali e comunali ad un pubblico più vasto: non solo ai turisti, ma anche ai tanti cittadini che non sono mai entrati nei musei delle proprie città. Sabato sarà una bella giornata di festa per la cultura italiana”. Continua a leggere

Scritti di un artigiano fuorilegge

Bottega

58958_4782493236197_982039663_n

La poesia è dovunque ma io l’ho trovata nel ferro. Un posto impensabile.
Ferro vecchio di anni, nascosto sotto la polvere, ruggine, incuria.
Abbandono.
Tra macchie d’inchiostro indelebili che mi perseguitano e mi caratterizzano.
mani, viso.
Sul piccolo grembiule che nasce blu.
Dermatoglifi intrisi di grafite lucente, nuvole di talco che si perdono nell’aria insieme a odori di inchiostri e solventi.
Cinghie di cuoio e canapa che stridono gole di pulegge.

Ingranaggi si attendono, si baciano; il grasso è un rossetto.
Più o meno piccoli blocchi di piombo giacenti. lastre di zinco ossidato.
Pochi metri quadri contengono tutto quanto necessito per comporre parole.
U
na porta sulla strada da dove vedo la gente passare e la gente vede me.Vede la mia corsa col tempo, il mio senso estetico nel fare le cose.

Nel pomeriggio godo del distratto passare del sole. lo aspetto ogni giorno.
e aspettare, non è attendere.
Esco su quella porta, mi appoggio ad un muro eterno, imponente.
Apprezzo il suo sopportare il peso dei secoli sempre con la stessa indolenza.
Necessito di un momento a cui non sia necessario post-porre  alcun complemento di specificazione.
Calore e colore di quel sole scompongono il fumo di una sigaretta che regge le mie dita intorno a lei.
Riccioli nell’aria.

Leggo al ritmo e al suono costante della mia Linotype.
Più che leggere un testo, conto.
R
ighe, battute.
Spazi.
E
 il suo sommo concetto.
Brilla sotto la lampada l’ottone delle matrici imperlate da microframmenti di grafite.
Il compositoio ammortizza, accoglie la loro caduta, e di loro si riempie fino al raggiungimento della giustezza.
Le mie dita, indispensabili all’avvenimento, danno note diverse alla sinfonia di  fondo della distribuzione.
Il crogiolo, fermo, attende.

Le parole son pronte per esser fuse.
Osservo le forme dei caratteri e quando questi si incastrano tra loro con un’eleganza che il caso concede.
Vedo immagini in semplici segni, giudico il testo per l’organizzazione ricevuta, prescindendo da quanto dice.
Le mie mani sporche non sporcano ciò che tocco.
Nel  mio momento del guardare, tutto mi sembra diverso da ciò che è.
E vorrei raccontarlo, ma non sempre, ho parole per dire.
Sono qui a comporre parole; parole di altri.
Poesia.
Le metto in fila, in riga, le fondo.
Le stampo.
Resteranno impresse su un foglio. Leggerai la poesia stampata, ignorando quella del ferro.
Tratto da NewsPlaza.it

2014-05-23 17.46.26

Il tipografo e napoletano autentico che vi abbiamo fatto conoscere su Le Forme dei Giorni è Carmine Cervone, una persona coinvolta con mente e cuore in quello che fa. Le sue parole mettono a nudo la sua stessa anima, folle e razionale nello stesso tempo, anzi, fuori da un tempo. Ciò che accade nella sua officina trasuda dai suoi scritti, credeteci, è vero. La penna di questo poeta non è una biro o una stilografica,
ma una Linotype.

Carmine Cervone su Facebook

 

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Flowery letters

Le lettere dell’alfabeto vestite con elementi floreali multicolori
espressione di un visual fresco e divertente per costruire emozionali esperienze visive.
Oggi proponiamo la Q del Verdana.

Q-2
Q/Verdana
Il Verdana è un font sans-serif altamente leggibile disegnato da Matthew Carter
per la Microsoft Corporation e pubblicato nel 1996. E’ stato pensato per essere leggibile sullo schermo di un computer anche a basse risoluzioni. L’eliminazione delle grazie,
la grande larghezza, le ampie proporzioni, la spaziatura larga e le distinzioni accentuate per i caratteri simili sono caratteristiche scelte per aumentare la leggibilità. Di conseguenza viene spesso scelto dai web designer che hanno bisogno di inserire molto testo
in uno spazio piccolo.
Un esempio dell’attenzione usata per rendere facilmente distinguibili i caratteri simili
si ha nella ‘I’ (i) maiuscola, infatti anche se Verdana è un font sans-serif essa invece possiede le grazie. Questo fa sì che sia facile distinguerla da ‘l’ (elle minuscola)
e da ‘1’ (numero uno).
Nel 2009 il Verdana viene utilizzato come nuovo carattere dell’Ikea al posto
del Futura finora utilizzato.
Non è stato un avvenimento insolito di per sé, le grandi aziende amano rinnovarsi,
ma la cosa strana è che il pubblico se ne è accorto e molti clienti della catena
ne sono rimasti contrariati.
All’ improvviso è scoppiata una guerra delle font, non solo tra i conoscitori ma anche
tra la gente comune.
In quell’ anno le persone, invece di conversare sui prodotti, hanno cominciato a discutere della loro predilezione per una font e della loro diffidenza verso l’altra.
Mesi prima l’azienda svedese aveva deciso che il passaggio al Verdana sarebbe stato vantagioso. L’idea era utilizzare, per i materiali da stampa il carattere già in uso per il sito web: al’ epoca il Verdana era una delle pochissime “font a prova di web” ed era stata studiata specificatamente per essere impiegata in corpi piccoli su Internet apparendo goffa nei corpi grandi e qiesta è una delle ragioni per cui il suo uso
ha scatenato tanta indignazione.

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Gabriele Via. Il vapore delle cose

“Il vapore delle cose”

Con una pietà che non basta

vivo, e nel vapore delle cose
e la domanda è: fino a che punto?

Siamo qui: senza badarci poi tanto
e dobbiamo stare a vedere: tutti…
…Nel vapore delle cose.

Ma io so che a un certo punto
del mattino una verità mi aveva
distratto dal dolore semplice e
condensato nelle cose e
in uno slancio di memoria
-come scrutare la perla sul fondale-
avevo inteso chiari versi cristallini
portare alla luce, vera vita pulsante
con un odore vivo di fresco mare.

Poi però è stata la stessa vita
-si dice proprio così-
un discorso, un impegno,
altro che con le mani cercavo
di combinare; e un metter becco
in altri dire offerti in vario modo…
e se n’è andata la perla;
la sua parola e la voce
onesta e stupita del cuore,
che la portava.

E molti, davvero molti, sono già
di questi invisibili lutti
per noi pescatori di versi…

E non ci sono lune, stagioni,
eclissi, né il furfante garbino
da leggere sulla pelle del mare…
Più procedi in esperienza e più è
oscuro il come avviene l’epifania.

È da tutta la vita che sai
di non conoscere nulla
se non un “come conosci”
l’inconoscibile.

E di ogni cosa di cui vorresti dire
fai un elegante campanello d’allarme
che risplende, forse, o picchia sordo,
fra il vapore delle cose.

Ciò che incontri è sempre un altro cuore.

Tratto da “Una disordinata bellezza”

foto Gabo per libro

Gabriele Via è un poeta, filosofo, performer e fotografo. Ricerca l’essere, col fare: drammatico, pratico e poetico. Cammina: due volte dalla Francia a Capo Finisterre
lungo il cammino di Santiago. Studia filosofia, teologia, natura e umanità.
Cucina, suona, plasma l’argilla e apprende i nomi delle cose.

 

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedi.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it