A Napoli per “Filo da torcere”

Per questo weekend, Lucia Cataldo, ci suggerisce una visita a Napoli al Museo Madre dove è in mostra l’installazione “Filo da torcere”.


Museo Madre – Napoli
31 maggio – 4 giugno 2012

Il Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli presenta, giovedì 31 maggio alle ore 10.30, l’istallazione “Filo da Torcere,” tratta dal laboratorio didattico “Una politica dell’arte per i giovani e gli adulti del quartiere”, dedicato ai giovani artisti, iniziato il 18 febbraio e si concluderà il 4 giugno.
La ricerca e la sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea e delle modalità della sua comunicazione caratterizza il gruppo legato al progetto “Una politica dell’Arte per i giovani”, attivo presso il museo Madre, che ha scelto come tema predominante del programma una nuova riflessione sul rapporto fra didattica sociale, patrimonio artistico museale ed identità culturali dei diversi territori d’appartenenza delle comunità scolastiche partecipanti.

Nell’edizione 2012 e rispetto alle precedenti fasi di laboratorio, la didattica si è incentrata molto maggiormente sul tipo di lavoro da intraprendere con i bambini, allo scopo di far scaturire da una prassi creativa, da maturare presso la sede del museo, una più stretta relazione fra il loro vissuto ed il loro immaginario famigliare. I bambini (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) coinvolti nel programma hanno “scoperto” le loro potenzialità creative ed immaginative attraverso il disegno di cose semplici e quotidiane che sono state ricollegate a ciò che può essere definito “il minimo comun denominatore” dell’opera di Fausto Melotti, uno dei più interessanti ed originali protagonisti dell’arte italiana del XX secolo, traendo ispirazione dalla mostra a lui dedicata dal museo, conclusasi lo scorso 16 aprile.

“Filo da torcere” è il risultato emerso grazie all’incontro/confronto diretto con le opere presenti nella collezione del museo e degli artisti in mostra, pensato per effettuare una radicale operazione di “pulizia” di preconcetti, luoghi comuni, conoscenze indotte inevitabilmente porose, dall’immaginario del mondo degli adulti e della comunicazione di massa agli universi infantili.

Ad esempio per l’opera di Melott si prevede la possibilità, così, di tradurre i disegni in forme tridimensionali attraverso l’utilizzo del fil di ferro, sperimentando la conquista di nuove dimensioni a partire anche da una linea, una forma o un oggetto semplice. Non si ambisce, quindi, a ‘imitare’ Melotti, né tantomeno a ‘fargli il verso’ con un banale ‘esercizio’ didattico, ma si proverà a raggiungere, se possibile, la radice del suo pensiero creativo fatto di polarità stimolanti, per far tesoro di un’occasione.

Il percorso didattico ha visto protagonista anche il maestro napoletano Ninì Sgambati, che ha dato il suo contributo con suggerimenti, interpretazioni e work in progress.

Il progetto è stato diviso in due fasi. Nella prima alcuni docenti hanno seguito un corso tenuto dalla Prof. Salvatori della SUN su Melotti e nella seconda, i ragazzi accompagnati dai docenti e da esperti del MADRE sono stati avviati alla comprensione dell’artista.

L’apertura di uno spazio ludico e formativo rivolto all’infanzia e alla prima adolescenza all’interno di un museo pubblico dedicato all’arte contemporanea – in una zona “popolare” del centro storico interessata dai mutamenti provocati dalla riqualificazione urbana e dall’immigrazione extracomunitaria – è un piccolo passo.

L’obiettivo è stato quello di realizzare un’esperienza che rendesse più comprensibili l’arte contemporanea e la funzione del museo e accrescesse la curiosità e la familiarità con le opere esposte, che quasi mai corrispondono alle forme classiche del quadro e della scultura.

La presenza di una grande mostra monografica al museo (fino ad aprile 2012), dedicata all’artista trentino Fausto Melotti (1901-1986), ha costituiso un prezioso materiale di riflessione per mettere alla prova le premesse metodologiche. I bambini delle classi inserite in programmazione, per esempio, hanno messo allo scoperto le loro potenzialità creative ed immaginative attraverso il disegno di semplici sedie. I disegni  sono stati tradotti in forme tridimensionali attraverso l’utilizzo del fil di ferro, sperimentando la conquista di nuove dimensioni a partire anche da una linea, una forma. Da sedie piccolissime i ragazzi hanno infine realizzato una sedia in dimensioni naturali.

Tutte le loro creazioni sono oggetto della mostra che sarà inaugurata  il 31 maggio alle 10:30 e sarà aperta fino al 4 giugno.

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