Il privilegio di pensare

 

nostro lunedì n.6 - viaggi

brano di Pier Paolo Pasolini, tratto da
nostro lunedì
n.5 – Viaggi – prima serie

Ah, raccogliersi in sé e pensare!
Dirsi, ecco, ora penso – seduti
sul sedile, presso l’amico finestrino.
Posso pensare! Brucia gli occhi, il viso,
dalle marcite di Piazza Vittorio,
il mattino, e, misero, adesivo,
mortifica l’odore del carbone
l’avidità dei sensi: un dolore terribile
pesa nel cuore, così di nuovo vivo.

Bestia vestita da uomo – bambino
mandato in giro solo per il mondo,
col suo cappotto e le sue cento lire,
eroico e ridicolo me ne vado al lavoro,
anch’io, per vivere… Poeta, è vero,
ma intanto eccomi su questo treno
carico tristemente di impiegati,
come per scherzo, bianco di stanchezza,
eccomi a sudare il mio stipendio
dignità della mia falsa giovinezza,
miseria da cui con interna umiltà
e ostentata asprezza mi difendo…

Ma penso! Penso nell’amico angoletto,
immerso l’intera mezzora del percorso
da San Lorenzo alle Capannelle,
dalle Capannelle all’aeroporto,
a pensare, cercando infinite lezioni
a un solo verso, a un pezzetto di verso.
Che stupendo mattino! A nessun altro
uguale! Ora fili di magra
nebbiolina, ignara tra i muraglioni
dell’acquedotto ricoperto
da casette piccole come canili,
e strade buttate là, abbandonate,
al solo uso di quella povera gente.
Ora sfuriate di sole, su praterie di grotte
e cave, naturale barocco, con verdi
stesi da un pitocco Corot; ora soffi d’oro
sulle piste dove con deliziose groppe marrone
corrono i cavalli, cavalcati da ragazzi
che sembrano ancor più giovani, e non sanno
che luce è nel mondo intorno a loro.