Le Stanze per Lorenzo Lotto di Francesco Scarabicchi

Scrive Massimo Raffaeli nella nota introduttiva: «Questi non sono versi di illustrazione a Lorenzo Lotto, un pittore a lungo vulnerato da incomprensione e oblìo, ma piuttosto sono i versi, legati in stanze e alla maniera di un poemetto, in cui Francesco Scarabicchi assume su di sé il destino di un artista “solitario e febbrile”, come lo definì una volta. Dunque non è tanto la voce del Lotto a parlare nei versi quanto, viceversa, è la parola della integrità esistenziale e della compiutezza artistica a manifestarsi per tramite loro».

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Il Lotto di Scarabicchi è un uomo ormai vecchio, solo, smemorato, disordinato, che sottovalutato e incompreso scappa da Venezia e dal dominio incontrastato di Tiziano per arrivare a stabilirsi nella periferica e barbarica Marca, dove lavorerà e vivrà fino alla fine dei suoi giorni. Qui, pur nell’isolamento e nel silenzio, diventerà il pittore delle cose umane che aveva sempre desiderato essere: “Di tutto quanto il tempo del mio tempo/cosa rimane adesso che l’osservo?/Un universo di teatri fermi/nel gran disegno della mia pittura”. Proprio qui Lotto troverà il contatto con la luce, le forme e i colori dell’universo, che diventano i colori della pietas: “I corpi, sotto indumenti d’epoca,/li ho conosciuti come forme piene/toccate dal chiarore della luce/che in me non è mai stata un ornamento,/ma il luogo in cui s’invera la passione/che sceglie, nel colore, vocazione/a dire l’imprendibile che oscilla/tra il nulla e il niente del sipario eterno.”

La comprensione di questi versi si riallaccia indissolubilmente all’ultima opera del Lotto, la Presentazione di Gesù al Tempio, realizzata a Loreto quando ormai era quasi cieco, intorno al 1555, e lasciata incompiuta. Opera enigmatica, inquietante e sorprendentemente moderna, che ispira questo poema di sessantuno stanze: un cammino costellato di domande senza risposta su un destino ignoto e solitario.

L’amore di Scarabicchi per Lorenzo Lotto parte da lontano, dall’adolescenza, e da almeno trent’anni si insinua nella sua scrittura. Ma l’esigenza di dare voce, attraverso la poesia, a quell’esistenza alquanto misteriosa (tranne quanto si legge nel Libro di spese diverse e in alcune lettere) nasce tra il 2008 e il 2011.

In virtù di questo inscindibile legame fra parola e immagine, la Liberilibri abbandona per la prima volta il noto rigore monocromatico che contraddistingue il classico formato 11,5×19,5 e sceglie per la copertina un particolare della Presentazione di Gesù al Tempio, esposta al Museo – Antico Tesoro di Loreto (AN).

Francesco Scarabicchi è nato ad Ancona, dove vive, nel 1951. Ha pubblicato, in versi, La porta murata (Residenza, Ancona 1982), con introduzione di Francesco Scataglini, Il viale d’inverno (L’obliquo, Brescia 1989), con postfazione di Massimo Raffaeli, Il prato bianco (L’obliquo, Brescia 1997) raccolti, in scelta, ne Il cancello 1980-1999 (peQuod, Ancona 2001), con una nota di Pier Vincenzo Mengaldo; Frammenti dei dodici mesi con quattordici fotografie di Giorgio Cutini e uno scritto di Goffredo Fofi (L’obliquo, Brescia 2010); Nevicata con venticinque acqueforti di Nicola Montanari (Liberilibri, Macerata 2013). Ha tradotto da Machado e da Lorca raccogliendo una selezione ne Gli istanti feriti (Università degli Studi, Ancona 2000) e in Taccuino spagnolo (L’obliquo, Brescia 2000). Si occupa da sempre di arti figurative. Una scelta delle sue Cronache d’arte 1974-2006 in L’attimo terrestre (Affinità elettive, Ancona 2006). Per Donzelli, nella collezione di poesia, ha pubblicato L’esperienza della neve (2203) e L’ora felice (2010). Per Liberilibri nel 2010 ha curato anche lo scritto del libro di Fabian Negrin La via dell’acqua. Ha ideato e dirige, con Francesca Di Giorgio – Lirici Greci – dal 2002, il periodico di scritture, immagini e voci nostro lunedì.

Una novità editoriale tutta marchigiana: il poeta anconetano Francesco Scarabicchi pubblica per i tipi della Liberilibri con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto: un atto d’amore nei confronti del grande pittore del Cinquecento che ha vissuto e lavorato nelle Marche ed è morto a Loreto.

Maria Stefania Gelsomini

Pubblicazione:
Francesco Scarabicchi “Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto.”

con una nota di Massimo Raffaeli, postfazione di Michele Polverari
collana Altrove / pagg. 114
euro 12.00, ISBN 978-88-98094-08-0
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