Marketing digitali

I tempi, nell’era dei social network, stanno cambiando ad una velocità impressionante e questo influenza tutto ciò che ci circonda.
I social network hanno investito e in un certo senso stravolto totalmente il modo di fare marketing. Un esempio eclatante, è quello accaduto al Grand Palais. Stava sfilando la collezione per la prossima primavera/estate di Chanel.

Le solite centinaia di iPhone e iPad di buyer e redattori immortalano e diffondono via Instagram ogni uscita: tutto nella norma, ormai è così che si guardano le sfilate. Fino a quando arriva lei, una gigantesca borsa matelassé con un paio di hula-hoop come manici. Spettacolare. Partono migliaia di post, e la reazione in tutto il mondo è massiccia: non è nemmeno finita la sfilata che è già partita la corsa all’acquisto, con una valanga di richieste sui negozi che la propongono. Qui non si tratta più di apprezzamenti e cuoricini da aggiungere, ma di consumatori reali che vogliono quel prodotto, anche se si tratta, come in questo caso, di una trovata per lo show senza alcun fine commerciale. L’episodio non è un fenomeno isolato, come ha fatto notare il quotidiano americano WWD, il primo a riportare la notizia: Cosa succede? Semplice, siamo in piena evoluzione del sistema, e tutto grazie a un’applicazione digitale, Instagram

Instagram è un’applicazione gratuita che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri, e condividerle su numerosi servizi di social network. Può vantare già 7.3 milioni di utenti e di un sito web ufficiale della sua community.
Si sono rovesciati tempi e figure. In origine la tabella di marcia era rigorosa: i designer creavano, poi i buyer sceglievano cosa proporre nei negozi e solo allora il pubblico entrava in gioco, decidendo cosa acquistare. Il fatto che ora, trovato un mezzo valido d’espressione, la voce del consumatore abbia assunto una tale importanza, la dice lunga sulla portata del cambiamento. WWD definisce il rapporto instauratosi tra buyer e consumatori come una vera e propria partnership, immediata e senza filtri, che dà ai primi la possibilità di aggiustare il tiro sulle scelte fatte in base alle reazioni ricevute in tempo reale. Risultato: la certezza di andare incontro alle richieste dei clienti. Mica poco. E pensare che un po’ di anni fa (nemmeno tanti) le sfilate erano un rito riservato a una casta di pochi fortunati: preistoria. Il web, la sua immediatezza e la sua diffusione hanno cambiato completamente le cose, ma il vero processo di democratizzazione è partito solo con i social media. Il dialogo tra brand e pubblico si è fatto continuo, e l’investimento in quel settore è diventato necessario per non finire tagliati fuori. Ecco perché la scoperta che un mezzo per sua stessa natura adatto alla moda come Instagram, incentrato sulle immagini, amato dalle donne e capace di provocare reazioni immediate e “viscerali”, generi anche un desiderio d’acquisto reale e quantificabile è stata accolta con un simile entusiasmo: per la prima volta un social network ha dimostrato di poter ripagare gli investimenti fatti. Un cambiamento storico. La sua conseguenza indiretta è che molti degli addetti ai lavori faranno un passo indietro, lasciando che a decidere cosa volere siano davvero i consumatori. Pazienza. Ne vale la pena.

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