PORTABLE NATION

FONDAZIONE PESCHERIA – CENTRO ARTI VISIVE
Ursula Biemann, Sama Alshaibi, Stefano Cagol, Josephine Starrs & Leon Cmielewski
a cura di Camilla Boemio
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 Ursula Biemann, Deep Weather (courtesy the artist)

Sabato 11 Ottobre
Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive è lieta di annunciare
la mostra che ripresenta il Padiglione delle Maldive
alla 55.Esposizione Internazionale d’Arte-La Biennale di Venezia.
Il Padiglione curato da CPS – Chamber of Public Secrets
e con il curatore associato Camilla Boemio
eco-estetico, una piattaforma che ha visto attivisti ambientali, artisti e critici lavorare assieme.
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Un Padiglione molto attivo, nel quale si sono seguiti, nell’arco dei sei mesi, numerosi eventi paralleli alla mostra principale, fornendo una significativa esperienza estetica
e l’opportunità di discutere il concetto moderno di ‘romanticismo ambientale’ in relazione alla natura e alla cultura delle Maldive. In questo modo, il pubblico ha potuto applicare
le proprie conoscenze ed esperienze quotidiane per la comprensione e l’apprezzamento
di questo particolare caso ambientale.
La selezione di lavori presentata alla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive,
curata da Camilla Boemio e sviluppata in collaborazione con l’Arch. Claudio Orazi, vuole riproporre il Padiglione in un allestimento site-specific per la Chiesa del Suffragio
con il contributo degli artisti: Ursula Biemann, Stefano Cagol, Josephine Starrs & Leon Cmielewski e Sama Alshaibi.
La mostra inaugura l’11 ottobre alle 18.30, per la giornata del contemporaneo,
in concomitanzacon la mostra Arte Italiana Oggi curata da Ludovico Pratesi
ed allestita nel Loggiato.
Nel corso della mostra sarà possibile visionare ed acquistare il libro Portable Nation pubblicato da Maretti editore e co-edit da Camilla Boemio – Alfredo Cramerotti –
Aida Eltoire e Dorian Batycka, contenente le immagini delle opere esposte,
i testi e gli approfondimenti del Padiglione delle Maldive alla 55.Biennale di Venezia.DeepWeather_Alberta_300

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Note biografiche

Ursula Biemann: Ursula Biemann (nata nel 1955 a Zurigo, Svizzera) è artista, scrittrice
e autrice video. Il suo percorso artistico è fortemente improntato alla ricerca e comprende attività sul campo e documentazione video in zone remote. Biemann studia le relazioni globali che subiscono l’impatto dell’attuale accelerazione della mobilità di persone, risorse e informazioni, ed elabora questi materiali in video a più livelli mettendo in connessione
un macro-ambito teorico e la micro-prospettiva di azioni concrete politiche e culturali.
I video non sono né lineari né didattici ma costituiscono una riflessiva esplorazione dell’organizzazione planetaria e videografica. L’artista vanta mostre retrospettive
al Bildmuseet di Umeå in Svezia, alla Nikolaj Contemporary Art di Copenaghen,
alla Helmhaus di Zurigo, al Lentos Museum di Linz, e ai festival cinematografici FID
di Marsiglia e TEK di Roma. Le sue opere hanno inoltre contribuito a mostre importanti, come all’Arnolfini di Bristol, alla Tapies Foundation di Barcellona, al Museo di Belle Arti
di Berna, al LACE di Los Angeles, al San Francisco Art Institute, alla Kunsthalle Brandt
di Odense, alla Kunstverein di Amburgo, alle Biennali di Guangzhou, Shanghai, Liverpool, Bamako, Istanbul e Siviglia, al festival Steirischer Herbst di Graz, ai Flaherty Film Seminars di New York e molte altre. A marzo del 2013, è stata allestita una sua personale al Neue Berliner Kunstverein (n.b.k.).Il Broad Art Museum della Michigan State University
ha tributato un importante riconoscimento a Ursula Biemann, commissionandole nell’ambito del programma The Land Grant la realizzazione del suo nuovo lavoro “Forest Law”, presentato in anteprima nel mese di agosto 2014. Ursula Biemann ha ottenuto
la laurea in belle arti alla School of Visual Arts (1986) e seguito studi post-universitari
al Whitney Independent Study Program (ISP) di New York, città dove ha vissuto
per la maggior parte degli anni ‘80. Attualmente lavora in qualità di ricercatore senior presso l’Università delle Belle Arti di Zurigo. Biemann ha ricevuto la laurea honoris causa
in lettere e filosofia dall’università svedese di Umeå (2008) e nel 2009
il Prix Meret Oppenheim, il premio nazionale di arte della Svizzera.


Josephine Starrs & Leon Cmielewski
: Sono artisti australiani la cui collaborazione
di lunga data ha prodotto installazioni di media art che si collocano in un puntodi congiunzione tra cinema, visualizzazione di informazioni e paesaggi sublimi.
Il loro progetto Incompatible Elements, incentrato su paesaggi sconvolti a causadei cambiamenti climatici, è stato esposto molte volte in Australia e all’estero,
e più di recente nel Padiglione delle Maldive, come evento parallelo, alla Biennale
di Venezia del 2013. Starrs & Cmielewski spesso utilizzano il gioco come strategia
per attaccare le contraddizioni sociali e politiche insite nella vita contemporanea.
La loro installazione Chapel of rubber (Cappella di gomma) è stata creata per il Cementa Arts Festival di Kandos, nel Midwest dello stato del Nuovo Galles del Sud, nel mese
di febbraio 2013. È stata allestita nella vecchia cappella del convento come un altare dedicato alle gare di burnout delle automobili alla Street Machine, che ha luogo a Kandos ogni mese di gennaio nel fine settimana dell’Australia Day. Chapel of rubber è stata selezionata come finalista al Blake Prize 2013. Tra i loro progetti precedenti ci sono Seeker, vincitore di una menzione speciale ad Ars Electronica 2007 e sms_origins, consistente nello scambio di messaggi di testo di un cellulare, creato per essere rappresentato
su grande schermo nella Federation Square di Melbourne nel 2009. Dream Kitchen
è una animazione “stop-motion” interattiva, che è stata presentata al Transmediale
di Berlino e all’European Media Arts Festival di Osnabrück, in Germania, e Trace, un’installazione di arte ibrida che utilizzava la tecnologia dei sensori e la performance
per esplorare la biometria, presentata al Sydney Records Centre nel 2002. Bio-Tek Kitchen, un videogame modificato è stato esposto alla mostra Experimenta’s Houseof Tomorrow di Melbourne nel 2003 e alla Biennale dei Nuovi Media di Seul nel 2004.
Leon Cmielewski è assistente senior presso la School of Humanities & Communication Arts, University of Western Sydney.

Sama Alshaibi: Il suo lavoro artistico multimediale ha per tema gli spazi di conflitto:
le conseguenze della guerra/esilio e le dinamiche tra gli esseri umani in competizione
per le risorse e l’energia. Tra le sue recenti personali va ricordata Vs. Him alla galleria Lawrie Shabibi di Dubai e Zero Sum Game alla Selma Feriani Gallery di Londra.
Tra le mostre e le proiezioni si segnalano quelle all’Institut Du Monde Arabe (Parigi),
al Bronx Museum (NYC), a Mapping Subjectivity presso il MoMA (NYC) e alla prossima Fotofest Biennale (Houston). Alshaibi è professore associato di fotografia/videoarte
alla University of Arizona, Stati Uniti. Le performance, le fotografie e i video di Sama Alshaibi scandagliano le dinamiche e i conflitti tra gli spazi di guerra e di disagio.
Allargatosi di recente alle opere multimediali, alle installazioni e alla scultura, il lavoro
di Alshaibi in particolare mette a nudo i vincoli nascosti dell’agire umano, esplorando
le tensioni tra occupazione ed esilio. La raccolta Vs. Him celebra l’uso del corpo da parte dell’artista come significante di una nazione, di fronte alle angosce individuali e collettive che sono insieme politiche, sociali, presentando inoltre se stessa come protagonista femminile. Le opere di Alshaibi esprimono non soltanto la testimonianza del suo patrimonio culturale iracheno, ma evidenziano una pacata riflessività nelle tensioni che l’autrice rappresenta.

Stefano Cagol: nato a Trento (1969) ha studiato all’Accademia di Brera a Milano e alla Ryerson University di Toronto. Nel 2009 ha presentato un progetto personale in contemporanea al ZKM di Karlsruhe, al Mart di Rovereto ea Kunstraum Innsbruck.
Ha realizzato nel 2008 un ‘Solo’ parallel Event di Manifesta 7, nel 2006 un ‘Solo’ Satellite Event alla Singapore Biennale e un Off Project alla Berlin Biennale. Il suo progetto “The End of the Border (of the mind)”, commissionato dalla Barents Art Triennale all’estremo confine nord della Norvegia, prende l’avvio dalla diga del Vajont nell’anno del cinquantenario
della tragedia e si svolge come un viaggio/spedizione nel 2013.
Nel 2010 espone al SUPEC – Shanghai Urban Planning Exhibition Center di Shanghai
in occasione del World Expo 2010.
Nel 2013 partecipa alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia,
con il progetto The Ice Monolith, parte del padiglione nazionale delle Maldive.

La mostra è realizzata grazie al sostegno di:
Comune di Pesaro, Bertozzini costruzioni, Gamba manifatture 1918, Ifi-Arredi Bar Gelaterie Pasticcerie, Isopak Adriatica Spa, Banca dell’Adriatico, gruppo Amici in Pescheria, gli sponsor tecnici Hotel Alexander Museum, Il Pesaro.it e Costantini.Patrocini:
Club UNESCO – Ancona
Confindustria Pesaro
Supporters: CAF Nazionale del Lavoro Spa – CE.NA.S.P.S.p.A Centro Nazionale Servizi
ai professionisti – Apollo Europe s.r.l.
Allestimento – Estro
Sponsor tecnici: 2K SoftInfo: Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive, Corso XI Settembre, 184_Pesaro
inaugurazione _ sabato 11 ottobre 2014 ore 18.30
durata mostra _ 12 ottobre-2 novembre 2014
orario _ da martedì a venerdì 17.00-19.30
sabato, domenica e festivi 10.30-12.30/17.00-19.30
lunedì _ giorno di chiusura
ingresso gratuito
info_ 0721-387651/653
www.centroartivisivepescheria.it

info@nostrolunedi.it
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info@liricigreci.it
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