Secondo appuntamento con Paolo Marasca

 

Come già annunciato la settimana scorsa, anche per questo martedì abbiamo deciso di dare spazio allo scrittore anconetano Paolo Marasca, del quale pubblichiamo un nuovo brano, tratto dal suo secondo romanzo, in uscita a breve.

Di sera il cieco non farebbe caso al buio ma all’aria piuttosto, che si raffredda in pochi istanti scorrendo sulla roccia e penetrando nelle grotte. Si alza il vento, e il caldo del giorno resiste un po’ più a lungo solo sull’asfalto del sentiero principale. Il cieco sentirebbe l’aria sulle guance e tra le dita, le piante ondeggiare, il fremito del mare. Nelle narici ancora lavanda, smorzata dagli odori umidi e serali dei fiori, dei tronchi spellati dal vento, delle cucine afose di ristoranti in riva al mare. E scendendo l’acida puzza dei molluschi alle prese con le mareggiate.

Certo il cieco farebbe fatica ad orientarsi, la sera. Una volta nella piccola piazza verrebbe distratto dalle pinete, dagli aghi accumulati in terra e dalle pigne che gli rotolerebbero via dai piedi un po’ imbranati. Si appoggerebbe stanco allora alla staccionata sistemata da Lucio, e forse gli arriverebbe lo starnazzare delle anatre.

Ma non starnazzano sempre. Di sera quasi mai.

Ci vorrebbe Anna dei down, di nuovo accanto a lui.

Lei lo prenderebbe per mano. Lo calmerebbe. Il monte con lei accanto non farebbe più paura, li abbraccerebbe anzi entrambi, sarebbe un corpo buono. Lui così scortato potrebbe disinteressarsi delle voci, dei ristoranti, degli innamorati pigolanti, delle feste organizzate nei campeggi. Proseguirebbe dritto sino al mare. Sarebbero entrambi scalzi, i sassi lisci sotto i piedi. Passerebbero da quelli ad una sabbia porosa che prelude al mare, e da questa al cemento sbeccato del molo che gli s’infila in mezzo. Lo percorrerebbero tutto, e il cieco saprebbe di essere tra mare e mare grazie al rumore delle onde da sinistra, e da destra. Il profumo della terra lascerebbe lo spazio a quello ambiguo e inafferrabile della profondità salata.

Ecco qui, in cima al molo, in mezzo al mare, nel vento tiepido e forte, Anna con un gesto del braccio lo inviterebbe a sedere sul cemento. Praticamente in mezzo al mare.

Non è che non so nuotare, dicevo. E’ che non mi piace il mare. Tutto qui.

 

Paolo Marasca è nato ad Ancona nel 1967. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo storico-artistico alla Statale di Milano e si è laureato con una tesi su Valeriano Trubbiani. Dopo qualche vicissitudine, un’occupazione universitaria e un film come sceneggiatore (Precauzione momentanea del regista Alessandro Lentati, 1994, scelto per rappresentare il panorama cinematografico italiano al Festival di Annecy) è tornato ad Ancona nel 1995, e qui tuttora vive. Dal 1995 al 2005 ha fondato e gestito il circolo Thermos, che con concerti, teatro, esposizioni e altro è stato un punto di riferimento per i giovani della provincia. Lasciato il Thermos lavora presso il gruppo Amatori e dedica tutto il tempo che può alla scrittura. Ha pubblicato il suo primo romanzo, La qualità della vita (Italic-Pequod) nel 2010. Sul sito letterario http://www.ultimasigaretta.com è in corso un suo romanzo d’appendice online, Il cuore nei polpacci.
Il suo secondo romanzo è in attesa di uscire.