LAMU OUT DOORS

CENNI BIOGRAFICI

Massimo Cartaginese (fotografato a sinistra da Sergio Marcelli, nel 2005) è laureato in architettura. Si occupa di arte ambientale e pubblica dal 2002. Il suo lavoro si muove tra pratiche del riciclaggio, geopsicologia, geografia umanistica. Il nucleo concettuale rimane legato alla politica del corpo, alle sue percezioni e coordinate spaziali, alla riflessione sul viaggio e la mobilità quotidiana che privilegiano brevità e sicurezza. Per le sue realizzazioni Massimo utilizza mezzi e procedimenti diversi, comunque legati all’idea di riproducibilità tecnica e comunicazione mediale. Su internet è presente con il blog Beuys boys – installazione digitale immanente alla rete e luogo di documentazione del lavoro svolto. E’ ideatore di VOYAGERLAB, collettivo artistico a dimensione variabile, con il quale realizza: Progetto Voyager (2002/2004), rassegna in tre edizioni incentrata sul rapporto tra arti visive e pratiche del riciclaggio. La performance Contro la linea retta (2003) durante la quale uno yacht naviga tra Ancona e Spalato seguendo una rotta assolutamente non-lineare e appositamente disegnata, il cui tracciato è registrato con tecnologia satellitare GPS. Geopuzzle (con Silvia Paoletti-Voyagerlab)-2006/2008- operazione di arte pubblica di tipo processuale, tra inquinamento ambientale, alterazione del paesaggio, distorsione dell’ immaginario percettivo di chi lo abita. Geopuzzle inizia come laboratorio didattico e termina con la produzione di 4000 sacchi per la spazzatura in PVC -multipli d’arte appositamente realizzati, ed un questionario: il materiale è distribuito via free-press. Paesaggi Interrotti (con Silvia Paoletti-Voyagerlab)-2009: installazione che utilizza poster pubblicitari di grandi dimensioni (mt 6×3). Paesaggi Interrotti recupera l’uso del proverbio -nell’accezione di “luogo comune” – ed affronta il tema delle alterazioni morfologiche subite dal territorio della Valle Esina per la presenza di stabilimenti e raffinerie industriali. Tra le partecipazioni a rassegne ed iniziative, ricordiamo Nove progetti per nove città – XVII Triennale di Architettura di Milano, 1987; Alfabeti Cittadini – Viaindustriae – Foligno, 2007 (sul tema del non-luogo); Model:Raum – Kunstfactor -Berlino, 2005; Future Vision – Modesto Art Museum (California), 2007 (mail art project)

contatti
Massimo Cartaginese
via Ad Alto 13 , 60121 Ancona (ITALY)
massimo@befree.it
http://beuysboys.bitlosophy.org

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info@liricigreci.it
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Nel nostro tempo

Francesco Scarabicchi
colloquia con Antonio Prete

Da nostro lunedì num. 1 nuova serie
Leopardi. Il pensatore pericoloso

Il tuo personale rapporto con Giacomo Leopardi come ha segnato la tua vita di uomo, di studioso, di scrittore?
Un classico come Leopardi diventa un compagno nel cammino, ma anche un angelo protettore, e soprattutto è un mondo di idee e immagini, di pensieri profondi, di giudizi sull’esistenza individuale e universale, al quale attingere di continuo. Per quanto mi riguarda la presenza di Leopardi non si è mai attenuata nella mia vita. C’è stato come un presagio di incontro: da adolescente, in gita scolastica – dal Sud verso Assisi e Recanati – una notte, in fondo al corridoio dell’albergo (ma doveva essere piuttosto un collegio religioso) che ospitava noi ragazzi, da una grande vetrata osservai la luna, come mai l’avevo vista nel Salento.

Era una luna sopra la linea di una collina: per me, abituato a vederla sugli ulivi, nella pianura, fu una sorta di incantamento, soprattutto perché mi parve proprio la luna del paesaggio leopardiano (avevo imparato a memoria il Canto notturno e mi ripetevo i versi in quella notte, mentre gli altri ragazzi già dormivano). Qualche giorno dopo, a Recanati visitai la biblioteca e ricordo che trascrissi su un foglietto una delle poesie di Leopardi bambino esposte in una teca. All’esame di maturità ebbi un tema su Leopardi. Gli studi leopardiani come primo atto risalgono al 1973: rivista “Per la critica”, con Gianni Scalia e altri amici, un fervore giovanile intorno, e sul primo numero un mio saggio su Baudelaire e sul quarto un saggio sulla Ginestra leopardiana. Due scritti che non avrei mai ripreso in raccolte successive, ma che segnarono il primo tempo di un dialogo con i due grandi classici, un dialogo che tuttora continua. Quanto a Leopardi, la sua presenza direi che l’avverto soprattutto nell’interrogazione assidua sul rapporto tra il soggetto, la sua vita quotidiana, e i mondi che ruotano nello spazio, insomma il rapporto tra il nostro tempo e il tempo stellare, tra finitudine e infinito. Da questa interrogazione, che è l’orizzonte di un pensiero, non mi sono mai allontanato, e riaffiora nella mia scrittura, qualunque forma o genere essa abbia in un dato momento.

In cosa si manifesta la contemporaneità di Leopardi?
Soprattutto nella critica, oggi necessaria, dell’omologazione a modelli esteriori, a mode, a convenzioni sociali predefinite. Ottonieri e Tristano nelle Operette sono due personaggi prossimi allo spirito leopardiano, critici, ironici, laici, inappagati e interrogativi. Come anche Amelio, nell’operetta Elogio degli uccelli, è un alter ego leopardiano: la fascinazione della leggerezza, dello sguardo dall’alto, il sogno di un corpo con i sensi liberati dall’atrofia cui la civiltà li costringe, insomma un desiderio aperto, mai ripiegato in se stesso, il disegno costante di un’alterità, pur nella consapevolezza della sua impossibile attuazione, della sua lontananza. Inoltre è contemporaneo, Leopardi, paradossalmente, proprio perché è inattuale, con la sua tensione, la sua purezza ideale, la sua integrità appassionata di sapere, di conoscenza, di un’altra morale, una morale nel suo e nel nostro tempo priva di tracce, quasi chimerica.

Leopardi, nel Discorso sopra lo stato presente del costume degl’Italiani, pensa a un’altra Italia, a un’altra morale, descrivendo la ristrettezza e l’egoismo e la gretta centralità degli interessi propri degli italiani. Inoltre nei Pensieri ci sono dei passaggi sulla centralità del danaro e sul dominio dell’opinione, dunque dell’immagine, che ci riguardano da vicino.

Un altro elemento che mi ha sempre colpito, e che ho più volte ripreso, condividendone lo spirito e trovandolo di grande “inattualità”, è la critica radicale della guerra. Una critica fondata sul fatto che la modernità si perfeziona via via diventando sempre più astratta, e dunque sempre più violenta: perché non vede più i corpi, gli individui, ma le loro astrazioni, non considera l’altro nella sua corporeità desiderante e senziente, nel respiro della sua propria e singolare e irripetibile vita, ma lo vede solo in rapporto ai propri obiettivi. Questo processo Leopardi lo osserva soprattutto nelle guerre moderne, sempre più affidate a cause non chiare neppure a quelli che le combattono, e miranti a distruggere in “una sola ora” migliaia di individui che non si conoscono tra di loro, solo perché ritenuti, o fatti ritenere da altri, nemici, privi di un loro corpo, di un loro pensare e sentire. Ed è molto interessante il paragone che Leopardi fa, in questo caso, con il comportamento dell’animale, il quale invece ha sempre presente il corpo dell’altro, e per questo non uccide altri individui della propria specie, se non per sopravvivenza biologica propria o dei propri figli, e solo in alcuni casi davvero molto rari. Continua a leggere

CARTA CANTA EDIZIONE 2012

Cartacanta è la mostra del collezionismo di oggetti di carta e su carta che hanno impressi i segni della cultura, della comunicazione, del folklore, del gioco: cartoline, francobolli, foto d’epoca, tarocchi, cartoline d’epoca, carta da lettere, carte da gioco, quaderni, libri, giornali, riviste, manifesti, fumetti, carte nautiche, etichette vini, carte telefoniche, spartiti musicali e tanto altro.

Dall’edizione del 2002 è mostra dell’editoria regionale, organizzata insieme all’AREM e a FIDARE, per pubblicizzare e promuovere il lavoro culturale di valenti case editrici regionali. Inoltre è documentazione dell’attività didattiche degli studenti delle scuole grafiche, artistiche e pubblicitarie della regione. L’evento fin dalla seconda edizione è anche “Carta Canta Comunicazione” qualificata sede di convegni e dibattiti sulla storia della carta, con esposizioni e informazioni sul riciclo e sul riuso della carta.

Il mondo di UT è stato presente anche quest’anno il 5 ottobre, all’evento CARTA CANTA, con “LA STORIA DI UT”. Una rivista d’arte e fatti culturali con radici marchigiane e non solo. Un occasione per far conoscere la loro “rivista fatta a mano“, nella quale lo spirito artigiano, artistico, creativo e innovativo trovano una sintesi estremamente felice e la carta (cartoncino Elle Erre made in Fabriano) che diventa lo strumento comunicativo finale.

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Lorenzo Lotto, nuovo itinerario web nelle Marche

È stato aperto il sito sull’artista veneziano Lorenzo Lotto, in conclusione del progetto nazionale “Terre di Lotto”, come lo stesso assessore regionale, Pietro Marcolini, ha tenuto a precisare, durante la conferenza stampa di lancio. Il progetto web rafforza la promozione e valorizzazione del grande artista su tutto il territorio marchigiano. Il sito propone il repertorio bibliografico, le proposte di didattica museale dedicate all’artista Lorenzo Lotto, elaborate dagli istituti culturali marchigiani, l’archivio delle foto scaricabili in alta definizione e indicazioni di carattere turistico sulle località lottesche.

Le Marche, con i ventiquattro capolavori distribuiti su otto città, si collocano a pieno titolo tra i luoghi del Lotto di immediato interesse per vastità e preminenza artistica dei documenti che il pittore ha lasciato. Queste opere ancora oggi sono collocate, per la maggior parte, negli stessi luoghi per cui furono realizzate.

“Lotto mi parla con un immediatezza assai maggiore di quanto mi accada con qualsiasi altro artista e qualsiasi altra forma d’arte visiva” – “è Bernard Berenson. Umilmente, posso accodarmi e dire che sento mie le sue parole come ho sempre sentito “qual sentimento acuto e incancellabile” – lo stesso Scarabicchi così anticipa il nuovo numero speciale della nuova serie inaugurata nel 2011 “nostro lunedì” numero 0, Lorenzo Lotto, l’attimo terrestre.

Il Progetto

I rapporti di Lorenzo Lotto con le Marche sono stati intensi e la sua pittura ha profondamente suggestionato le vicende artistiche locali. Durante la sua permanenza nella regione, dove risiedette a lungo e dove morì come oblato nella Santa Casa di Loreto, Lorenzo Lotto realizza opere di grande intensità pittorica e forte suggestione patetica. Le Marche pertanto si collocano a pieno titolo tra i luoghi lotteschi di immediato interesse per la vastità e la preminenza artistica dei documenti che il pittore vi ha lasciato.

Il sito www.lorenzolottomarche.it unisce tutte le località lottesche della regione con Jesi come comune capofila, grazie alla notevole presenza di opere del Lotto nella Pinacoteca civica di Palazzo Pianetti. Il progetto nasce grazie alla sensibilità del Lions Club della città federiciana e con il sostegno determinante della Banca Popolare di Ancona, partner di un progetto che nel nome di Lorenzo Lotto si pone l’obbiettivo di valorizzare il legame tra l’arte del grande pittore veneziano e le Marche, ponendosi come indispensabile strumento di conoscenza e di promozione del territorio e del suo prezioso patrimonio storico-artistico. ”

(dal sito www.lorenzolottomarche.it)

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Fra la gente del sabato

Francesco Scarabicchi
da Il cancello 1980-1999
Luca Sossella Editore, 2012

 

Fra la gente del sabato

Nel freddo alla fermata,
solo come chi attende,
a lungo ti ho guardata
fra la gente del sabato
passare illuminata
dalla luce che in me,
nel farti vera,
ti ha seguita lontano
e poi si è spenta.

 

Opera: Amalasunta, Licini

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LAMU OUT DOORS

Il frottage è una tecnica grafica che molti conoscono. Basta sovrapporre un foglio di carta su di una superficie in rilievo e sfregare una matita grassa sul foglio: il rilievo dell’oggetto appare in pochi minuti con un grado di definizione spesso sbalorditivo.
La sorpresa e l’automatismo del procedimento non sfuggirono a Marx Ernst: per primo, utilizzandolo concettualmente, egli lo incluse tra i divertissment surrealisti. La capacità di evocare in modo quasi tattile superfici ed oggetti, rende il frottage adatto al mio scopo.
Non si tratta di raffigurare più o meno oggettivamente la bellezza e la complessità degli intagli che caratterizzano gli antichi portoni di legno dei palazzi di Lamu; si tratta invece, di dare forma alle emozioni che suscitano
Il mio desiderio di penetrare, almeno con lo sguardo, le imponenti pareti di pietra corallina dei palazzi, di intravedere -attraverso i portoni dischiusi, gli shamba fioriti e le scale, le logge e le stanze, si misura con  la possibilità che quei portoni neri, potrebbero offrire. Continua a leggere