Andrea Silicati e la sua “pratica delle arti”

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Andrea Silicati nasce a Jesi nel 1970, e contemporaneamente agli studi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata inizia la sua “pratica delle arti”.
Lo studio di Silicati è a Jesi, città dove vive e lavora, ma la sua attività si è man mano aperta nel territorio nazionale, dove l’artista ha tenuto mostre in gallerie private e spazi pubblici. 
La sua è un’espressione poliedrica che, pur mirando ad un confronto nazionale ed internazionale, mantiene un legame nel territorio dove l’artista espone e cura progetti artistici.

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Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata in una pittura che narra un corpo nudo, fragile, ottenendo l’apprezzamento della critica e del pubblico, che lo ha visto finalista al premio Terna del 2010 ed attualmente presente in gallerie a Senigallia, Firenze e Roma.

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Dopo un 2013 ricco di nuove esperienze pittoriche, grafiche e performative, il 2014 si prospetta all’insegna della polarità tra un’attenzione alla realtà territoriale, ed uno sguardo a realtà estere, vedendo l’artista impegnato in un progetto nella sua città ed in un evento espositivo a Bruxelles.
Tra i vari progetti realizzati dall’artista, c’è la fondazione dell’Associazione Artistica il Camaleonte, al cui interno Silicati insegna dal 2007 disegno e pittura.

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“La forza degli occhi” di Cristina Nesi

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La forza degli occhi
di Cristina Nesi
tratto da nostro lunedì
n° 2 forme – prima serie

Dopo una vita trascorsa su strade, autostrade e binari ferroviari, dopo anni di vagabondaggio da una città all’altra dell’Italia e da un lavoro all’altro per sfuggire gli stati di “dolcezza” che la famiglia gli dava e un po’ per quel sangue da marinaio che gli scorreva nelle vene da parte paterna, l’odissea di Alfonso Gatto si sarebbe fermata un giorno di Marzo del 1976 su una strada di Capalbio.
Quest’insofferenza caratteriale si era manifestata già a dodici anni, quando decise di fuggire da casa, e sarebbe proseguita a diciassette con il trasferimento da Salerno a Napoli, dove più che le aule universitarie aveva preso a frequentare la Libreria del ‘900, che nel ’32 avrebbe pubblicato Isola, o la trattoria del Recreo di via Ventaglieri con Giorgio Amendola, Carlo Bernari, Ugo Arcuno, Guglielmo Peirce, Carlo Muscetta e molti amici di Saverio Gatto, lo zio scultore che “per due terzi di secolo tenne banco di parole di gesti e di amori”.
L’indigenza più profonda, che per tutta la vita avrebbe obbligato Gatto a intensi ritmi di lavoro, lo spingerà poi ventitreenne a trasferirsi a Milano, con un vestito consunto e le scarpe sformate. Anni di camere in subaffitto, prive qualche voltà di luce e gas per morosità, e di costanti prestiti di amici, fra i quali Zavattini, Quasimodo, Arturo Tofanelli e Domenico Cantatore, capaci, autotassandosi, anche di organizzargli una specie di pranzo di nozze sulle panchine di piazza Piola. Incarcerato per sei mesi nel 1936 a San Vittore come sovversivo per aver ospitato l’amico fraterno Guglielmo Peirce di ritorno da Parigi con materiale di propaganda antifascista, Gatto si vedrà rescindere anche il contratto di collaborazione a 100 lire l’articolo con “L’Ambrosiano”. Avrebbe iniziato così a collaborare alla terza pagina del “Bargello”, il settimanale fiorentino della federazione provinciale fascista, e con Pratolini sempre a Firenze avrebbe fondato “Campo di Marte”, la rivista che segnava la nascita della poesia ermetica. La dirigeva Enrico Vallecchi, editore nel 1941 delle Poesie di Alfonso Gatto e nel 1943 della raccolta di prose La sposa bambina. Molti anni dopo Ottone Rosai avrebbe notato nei tratti fisici dell’amico Alfonso l’impronta di mutazioni profonde, discordi dall’iconografia elzevieristica del poeta iracondo e nottetempo peripatetico: “non è più Afò, dai tratti scarni e il volto d’angelo triste e le cui labbra ad un tratto si schiudevano ad un sorriso rassicurante; il fanciullo dagli occhi di mammola (che variano di colore: dal glauco marino al bruno lillà)”.
Non è certo un caso che La forza degli occhi sia stato scelto da Gatto come titolo per la raccolta poetica che più di ogni altra traccia alogiche e scardinate visioni.
Occhi vibratili e intensi, quelli del Gatto più maturo: sul fondo il disinganno politico e l’avversione per un’ Italia partitocratica e in corsa verso l’omologazione. La poesia finirà allora per divenire l’unico punto di resistenza, d’integrità individuale.
Ecco perchè un poeta scrive, perchè ama la vita “anche per gli altri che credono di averla spesa o di poterla spendere senza mai riuscire nemmeno a destarla” (“Pesci rossi”, a. XIV, n, 1, gennaio 1947, p. 8; poi in Parole a un pubblico immaginario, Pistoia, Via del Vento, 1996).

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DOLCI IN FOTO e non solo …

Impressioni, ricordi e ricette di Maria Guadalupi.

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Questa raccolta di ricette e fotografie di dolci non ha la pretesa di presentarsi come l’ennesimo ricettario, ma è semplicemente un ringraziamento e una testimonianza di affetto per le tante persone, parenti, amici, conoscenti che mi hanno coccolato con le loro dolci prelibatezze e hanno soddisfatto la mia voglia di cose buone nella ricerca di sapori antichi e nuovi. Sono sempre stata, sin dall’infanzia, golosa di dolci, in questa debolezza accontentata dalla nonna Nora che era, amante della buona cucina che culminava nella preparazione dei dolci tradizionali.
Biscotti, bocconotti, “cacchitieddi zuccherati e mustazzueli” erano le sue specialità di cui non era possibile avere le ricette, perchè le dosi erano approssimative e cambiavano in relazione agli ingredienti di cui era in possesso con risultati comunque quasi sempre più che soddisfacenti. Neppure dalla mamma ho avuto grandi aiuti, perchè la cucina, in casa nostra, era l’unico e geloso regno della nonna, da cui la mamma era felicemente estromessa.
Nel tempo altre persone si sono succedute alla mia nonna nella preparazione di dolci.
Ed allora ho chiesto le loro ricette, ho fotografato i loro dolci, perchè desideravo emulare la loro capacità e bravura e colmare quei vuoti lasciati dalla nonna pasticciona e dalla mamma “manualmente impedita” come la definiamo io e mia sorella con affettuosa ironia scherzando sulle sue scarse attitudini manuali.

Il gelato di mascarpone di zia Tina

Il gelato di mascarpone di zia Tina
Ingredienti: 1 etto di mascarpone, 1 rosso d’uovo, un cucchiaio di zucchero, 1 bicchierino di cognac.
Preparazione: Frulla l’uovo con lo zucchero, aggiungi il liquoree, a cucchiaiate, sempre mescolando, il mascarpone. Metti nel freezer e avrai un gelato davvero eccellente.

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Mostre in Italia. Gran Tour 2014

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In questo inizio dell’anno vediamo alcune delle mostre che ci attendono per 2014 in tutta Italia.

Sicuramente una delle mostre più attese è quella che si aprirà il prossimo 8 febbraio a Palazzo Fava di Bologna, dove sarà esposta per la prima volta in Italia, la Ragazza con l’orecchino di perla, iconica immagine dell’arte tra le più conosciute al mondo immagine, a cui saranno affiancate altre opere della golden age olandese, senza tralasciare di soffermare lo sguardo agli affreschi dei Carracci all’interno delle sale del palazzo.
La mostra rimarrà aperta fino al 25 maggio 2014.
I Musei di San Domenico a Forlì, ormai ci hanno abituato da anni a mostre di un certo spessore, sia per quantità di opere esposte, che per livello di approfondimento scientifico, per quest’anno propongono dal 1° febbraio Liberty, mostra che si pone come obbiettivo quello di dare un ampio spettro su questo periodo: dalla ricerca dei modelli lontani, nel Rinascimento e in Botticelli in primis, ma anche inserendo il Liberty nei grandi movimenti europei del momento ed in particolare la Secessione viennese.
Ferrara al Palazzo dei Diamanti ospiterà Matisse la figura. La forza della linea, l’emozione del colore dal 22 febbraio 2014 al 15 giugno 2014. Sempre restando in Emilia Romagna il Museo d’Arte della città di Ravenna metterà in mostra L’incanto dell’affresco. Capolavori strappati. Da Pompei a Giotto da Correggio a Tiepolo, documentando la storia delle tecniche di restauro e conservazione.
Un sorprendente connubio verrà proposto invece a Roma nella Galleria Borghese, con una quarantina di opere di Alberto Giacometti, che cercheranno così un dialogo nel contatto e confronto tra le sculture di epoca greca e romana che fanno parte dell’esposizione permanente e i lavori dell’artista attivo nella prima metà del Novecento.
Dal 20 marzo, alle Scuderie del Quirinale, altra attesissima mostra sarà quella su Frida Kalho, artista messicana, figura mitica della pittura al femminile che ha fatto della sua pittura il manifesto della sua passione.
Sempre a Roma il Complesso del Vittoriano Cezanne e gli artisti italiani del ‘900 lasceranno spazio ai Capolavori dal Musée d’Orsay.
Mentre Rodin sarà presente nella capitale con due mostre in due differenti spazi espositivi: una indaga Attraverso Rodin. Scultura italiana del primo Novecento è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dall’11 febbraio 2014, mentre il Museo Nazionale Romano / Terme di Diocleziano ospiterà Rodin, il marmo, la vita dal 18 febbraio 2014.
Invece Venezia punta su un artista fondamentale dell’avanguardia europea come Leger, la mostra è ospitata al Museo Correr dall’8 febbraio al 2 giugno.
Fino al 9 marzo, sarà possibile visitare a Milano la mostra Van Gogh Alive alla Fabbrica del Vapore, una mostra multimediale con un intento fortemente educativo. Molto probabilmente il capoluogo di prepara ad un importante retrospettiva di cui non si sanno ancora i dettagli al maestro olandese, i suoi capolavori rappresenteranno il piatto forte di un’altra mostra, “Se una notte nel tempo Van Gogh e Tutankhamon. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, dal 24 dicembre alla Basilica Palladiana di Vicenza.
Esposti in totale 80 capolavori che spaziano attraverso i millenni e che prevede una straordinaria sezione incentrata sui celebratissimi, struggenti, fulgidi notturni di Van Gogh.
Sempre a Milano La Pinacoteca di Brera ospiterà Giovanni Bellini. La Pietà e la devozione umanistica dal 2 aprile al 6 luglio 2014
Il capoluogo fiorentino punterà invece sul manierismo e l’8 marzo inaugurerà a Palazzo Strozzi un interessante rapporto dialogico tra Pontormo e Rosso Fiorentino.
Inoltre non si può dimenticare che il 2014 sarà l’anno della 14esima Biennale di Architettura dal 7 giugno al 23 novembre, grandi esposizioni presenti in tutto il territorio nazionale.

Per maggiori informazioni:
www.arte.it/calendario-arte

articolo a cura di Francesca Luslini


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“eat read love” di Natalie Hayllar

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Natalie Hayllar, nutrizionista e dietologa di Sidney, laureata in scienze della nutrizione e diplomata in marketing management, è l’autrice del blog “eat read love”.
Natalie si definisce una “design-dipendente”, un’appassionata di cibo e libri ma soprattutto una ricercatrice di piccole gemme nascoste nel mondo che, grazie alla macchina fotografica che porta sempre con sè e alla sua passione per i viaggi, riesce a scovare e a condividere in tempo reale con tutti i suoi followers.
eat read love si propone di raccogliere tutte “le buone cose della vita” presentandosi come una boutique del bello e di tutto quello che Natalie ama: viaggi, cibo, libri, design e fotografia. Il blog abbraccia il concetto di ‘evasione dalla poltrona’: un posto dove proiettare la gente lontano dalla quotidianità, e suggerir loro belle idee per mangiare fuori, decorare la loro casa, viaggiare, leggere e sbloccare la propria creatività interiore.
Menzionato in diverse pubblicazioni di White, Adore Home Magazine e Quintessential Magazine, il blog si prefigge di mappare tutte quelle esperienze culinarie, fashion e di design che Natalie vive ogni giorno. Si passa dal piccolo caffè, al ristorante più ricercato, agli intimi incontri di popupdinner lanciati da Natalie iniziati presso Balmain Wharf Apartment.
Oltre a supportare il business locale eat read love ci apre uno scorcio a tutte quelle cose francesi che Natalie tanto ama, ai suoi viaggi a Bali e lungo la South Coast e ci propone consigli davvero utili per far diventare indimenticabile uno dei giorni più importanti della nostra vita: il giorno del nostro matrimonio.

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articolo a cura di Giorgia Ricchi


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Progetto Caratteri

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Marco Anello. Designer, abruzzese di origini, vive e lavora a Milano.
Si è occupato di progettazione della comunicazione visiva per aziende private ed Enti pubblici. Come artista ha realizzato sculture e stampe in sublimazione su alluminio partecipando a mostre collettive e private. L’interesse per i materiali lo ha portato alla creazione di oggetti di uso quotidiano, esposti al Fuori Salone di Milano del 2009, dove coniuga arte e design. Negli ultimi tempi si interessa anche di Physical Computing ed Interaction Design.

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Attesa e Desiderio – Anime gemelle di Nadia Diotallevi

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In silenzio, l’uno accanto all’altro ci avviammo lungo il pontile della Rotonda a mare. Senza una parola lo seguii lungo le scale fino ad arrivare alla terrazza panoramica.

“È  bello il panorama che si vede da quassù,”constatò lui mentre eravamo leggermente curvi, le braccia appoggiate alla ringhiera, a guardare il mare.
“Si è un paesaggio da favola, quasi irreale”, risposi incantata.
“Allora?… Verrai sabato alla cena? A tavola non mi hai dato la conferma.”
“Non lo so se verrò”.
“Perché?”, insistette.
Lui voleva una risposta concreta che io non ero in grado di dargli. La mia mente era troppo confusa da tutto quello che stavo vivendo.“È  un momento difficile per me”, riuscii a dire.
“Il rientro a casa è stato traumatico? Forse tuo marito ha capito l’errore che sta facendo a lasciare andare una donna come te e non vi separate più.” Insinuò provocatorio con un tono duro, poco amichevole.
“Ma che dici!”, esclamai sorpresa dalle sue parole intrise d’ironia.
”Perché tutto può cambiare”, aggiunse freddamente, fissando lo sguardo davanti a sé.
Mi drizzai di scatto stringendo rabbiosamente la ringhiera con le mani, tanto che le dita presero a farmi male. Quel gelo nella voce e le sue parole ironiche avevano ferito
profondamente il mio cuore. Ma nella sua voce avevo avvertito anche una nota sconosciuta di dolorosa rassegnazione che non riuscivo a comprendere. Ma poi; quanto lo conoscevo veramente?
Mi voltai completamente verso di lui.
“Come ti viene in mente che io possa tornare indietro sulla mia decisione?”, chiesi. Ero pronta a fronteggiarlo con lo sguardo.
Ma lui non si voltò. Pur avvertendo il mio movimento rimase nella stessa posizione, apparentemente impassibile. Infine giunse le mani e le appoggiò sotto il mento.
“Perché tutto è possibile”, disse con voce paziente, “anche che voi torniate insieme. Con il mio lavoro ho visto  tanti cambiamenti. Donne e uomini decisi a separarsi e poi, improvvisamente, cambiare idea per tornare indietro sui propri passi”.
“Non è così per noi”, risposi gelida, ”noi stiamo percorrendo già due strade diverse. Quello che mi dispiace”, aggiunsi, “ è che siamo sempre noi donne a voler fare chiarezza. Voi uomini non avete questo coraggio”, affermai, e nelle mie parole c’era un evidente rancore verso di lui e l’intero genere maschile. Poi mi chiusi dietro un muro di silenzio e rimasi a guardarlo.
Finalmente,  si volse. Appoggiò le reni alla ringhiera e mi fissò mostrandomi un volto dai lineamenti contratti,  tesi. Incrociai i suoi occhi dubbiosi che scrutavano i miei, pronti a decifrare ogni minimo cambiamento di  espressione del mio viso. Evidentemente le mie parole, intrise di rabbia e dolore lo avevano colpito. Immaginavo che, da bravo medico, mi stesse studiando per darmi poi la sua diagnosi.
“Ti ho fatta arrabbiare vero?”, chiese con quella sua voce calda, intrigante. Il volto si era disteso e sulle labbra era apparso uno di quei sorrisi che mi devastavano l’anima.
“Un poco.”, mormorai, più gentile, già conquistata dal suo fascino.

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Nadia Diotallevi è nata ad Ancona il 25 agosto 1950. E’ l’ideatrice, insieme a Laura Moll, di “Quello che le donne non dicono” ed è iscritta all’associazione “Il Megafono delle donne”. Ha pubblicato due libri: “Il risveglio del cuore” (Marcelli editore, 2008) e “Attesa e desiderio – Anime gemelle” (lulu.com, 2012) ed ha partecipato con le sue poesie al libro “Matite nel caos” (Autori Spasulati, lulu.com, 2012). Da oltre 15 anni si interessa della visione olistica dell’uomo, dell’integrità tra mente, corpo e spirito per il pieno benessere psicofisico. Si definisce una spirituale molto concreta e spera che i suoi pensieri possano essere “uno strumento attuale e attuabile di Riflessione e Ispirazione”.

 a cura di Giorgia Ricchi

 

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Andrea Silicati e la sua “pratica delle arti”

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Andrea Silicati nasce a Jesi nel 1970, e contemporaneamente agli studi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata inizia la sua “pratica delle arti”.
Lo studio di Silicati è a Jesi, città dove vive e lavora, ma la sua attività si è man mano aperta nel territorio nazionale, dove l’artista ha tenuto mostre in gallerie private e spazi pubblici.
La sua è un’espressione poliedrica che, pur mirando ad un confronto nazionale ed extranazionale, mantiene un legame nel territorio dove l’artista espone e cura progetti artistici.

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Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata in una pittura che narra un corpo nudo, fragile, ottenendo l’apprezzamento della critica e del pubblico, che lo ha visto finalista al premio Terna del 2010 ed attualmente presente in gallerie a Senigallia, Firenze e Roma.

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Dopo un 2013 ricco di nuove esperienze pittoriche, grafiche e performative, il 2014 si prospetta all’insegna della polarità tra un’attenzione alla realtà territoriale, ed uno sguardo a realtà estere, vedendo l’artista impegnato in un progetto nella sua città ed in un evento espositivo a Bruxelles.
Tra i vari progetti realizzati dall’artista, c’è la fondazione dell’Associazione Artistica il Camaleonte, al cui interno Silicati insegna dal 2007 disegno e pittura.

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Caleidoscopio, Fabrizio De Andrè

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Caleidoscopio
di Fabrizio De Andrè
tratto da nostro lunedì
n° 1 scene – prima serie

Pettirosso di ogni novembre
lo stiamo ascoltando all’ unisono
il fottuto maestrale di Francia
che ci piega le smorfie ad Oriente.
Salute agli antichi padroni, pettirosso,
salute allo stemma
di questa brigata di sughere
pettinate ancora all’ Umberta.

Usignolo d’ aprile
anche stanotte hai cantato che esiste
un destino più triste
di chi avverte morire all’intorno
le memorie più care.
é il destino di chi morente,
allo specchio di tenere gemme
riconosce per sé
il divieto di rigermogliare.

Raganelle di luglio
cicale notturne del prato
l’avete veduta la nostra gente
stretta nel cerchio dei grandi fuochi
ancora oggi appiccati
per poca sapienza
come intorno alle salamandre
nei giorni crudeli
della nostra infanzia.

Settembre degli stormi
anche quest’anno
a mettere fine alle tre sofferenze ritorni.
Anche quest’anno
contesi coi tuoi affamati festosi emigranti
mungeremo i tuoi grappoli
e al riparo dalle tue piogge segrete
conserveremo nell’ombra del legno
il tuo latte d’autunno
prima che i venti del Nord
ritornino a frullare gli oceani.

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