Sette indizi

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1

A ridosso della parola, le ore,
trasudano ai morsi di un verso.
L’amante è inarrivabile,
sta edificando un vuoto.

2

Da quando mi sono ammalata di poesia
accuso l’atrofia della lingua comune,
affido al codice del silenzio
il disagio dei miei pensieri.

3

All’inquietudine di scrivere
consacro pagine vuote,
come altari, sigillo le stanze complici
dimenticandomi nei libri.

4

Si tira poesia,
si spara copiosa
nei giorni pratici,
fino a vomitarla.

5

Dopo aver vagabondato,
elemosinato, dissezionato,
educato la parola,
ne ho subìto la perdita.

6

D’improvviso, nel fitto bosco,
un albero altissimo è privo di peso,
la poiana scrive nel cielo
una silloge che apre l’azzurro.

7

Lungo il sentiero di montagna, prospera d’edera
il vecchio rudere, e m’insegna, brulicando
tra le foglie, che la goffaggine della poiana in terra
diventa maestria nel suo assetto di volo.


Emilia Barbato
è nata a Napoli nel 1971 e vive ad Arpaia. Laureata in Economia presso l’Università degli Studi Federico II, si occupa di controllo di gestione e sistemi informativi. Dopo l’antologia ‘Pensieri stupendi – i capolavori nascosti’ (La Casa Di Gould, 2010), ha pubblicato il suo primo libro Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011). Di prossima edizione la silloge ‘Memoriali Bianchi’. Nel 2012 partecipa al volume di poesia la Stanza Clandestina, ebook del collettivo culturale WSF. Menzione d’onore al 5^ Concorso nazionale di poesia – Città di Chiaromontegulfi.

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