LA LEGGE DELL’ALTRO

Indagine creativa sui 7 vizi capitali nella società multietnica

Workshop voce e movimento tenuto da Simona Lisi e Isabella Carloni

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Un’indagine creativa attraverso i linguaggi del teatro, il canto e la danza, su come cambia la nostra morale in relazione alla vicinanza con gli stranieri, tema importante in un periodo di forti diffidenze e di atteggiamenti razzisti.
Quelli che consideriamo vizi sono tali anche per persone di altre culture?
E le nostre virtù sono davvero tali quando confrontate con sistemi di vita di altri popoli?
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Festival del Pensiero Plurale Ancona 2015

LE PAROLE DELLA FILOSOFIA XIX edizione

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A scuola di filosofia > virtù in discussione

Ripartono venerdi 17 aprile gli appuntamenti con la Scuola di Filosofia, rassegna curata dal professore Giancarlo Galeazzi e dedicata al filosofare, quale diritto di tutti
che va realizzato con adeguate mediazioni culturali e metodologiche.

Per quest’anno l’appuntamento è alla Facoltà di Economia, gentilmente concessa dall’Università Politecnica delle Marche.

OBBEDIENZA
venerdì 17 aprile > h. 17.30
facoltà di economia “giorgio fuà”
piazzale martelli 8 – ancona

Giancarlo Galeazzi (Ancona 1942)
È stato docente stabile di Filosofia teoretica e di Filosofia morale al Polo teologico marchigiano della Pontificia Università Lateranense. Ha diretto l’Istituto superiore marchigiano di scienze religiose e l’Istituto superiore di scienze religiose di Ancona.
È direttore della Scuola di formazione etico-politica. È presidente onorario della Società Filosofica Italiana di Ancona. Ha collaborato alla “Terzapagina” de L’osservatore romano. Gli sono state conferite la benemerenza civica dal Comune di Ancona
e la cittadinanza onoraria dal Comune di Osimo.
Ha curato l’edizione italiana di opere di Maritain tra cui: Per una filosofia della educazione (La Scuola 2001), Cultura e libertà (Boni 1986); ha pubblicato le monografie: J. Maritain
un filosofo per il nostro tempo
(Massimo 1999) e Personalismo (Bibliografica 1998);
ha curato i volumi: Gadamer a confronto (Angeli 2002), Ripensare la sofferenza
(Città aperta 2004), Valori morali e democrazia (Massimo 1986), Stato democratico
e personalismo
(Vita e Pensiero1995); Scienza e filosofia oggi (Massimo1980)
e Filosofia e scienza nella società tecnologica (Angeli 2004), L’estetica oggi in Italia
(Libr. Ed. Vaticana 1997). Nei “Quaderni del Consiglio regionale delle Marche”
ha pubblicato i volumi: La Società Filosofica Italiana di Ancona dalla fondazione a oggi (2014) e Conversazioni filosofiche al Castello (2015).

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ventottozerosei@gmail.com

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con il Patrocinio della Regione Marche

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071 222 2321 / 348 4053775
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Interview Bernard de Wolff

Interview Officina do Pensamento [part I]

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When did you start painting ? And when it was your first professional exhibition?
I started to paint like everybody else – in my youth. In my teens I was more interested in music and I learned myself how to play piano and guitar. Meanwhile
it seemed that I had some kind of talent in drawing. I started to paint more seriously at the age of 19. To become an artist was very importent to me; my friends and
I fully agreed that being an artist was the best thing you could do in life, the highest stage, the most importent occupation in society. Maybe it had something to do
with the overestimation of self-expression in those days (I grew up in the seventies which was, unlike the sixties, actually a rather boring period in Holland; a lot of institutions we have in our society nowadays got their shape and the creative outburst of the sixties – although it seems clear that the artists in the fifties were
of greater importance and the art in that decennium was much more interesting- was over).
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il mare del tempo

tratto da nostro lunedì numero 4 – prima serie – scataglini
[seconda parte]

Colloquio con Franco Scataglini
Gennaio 1990

Pomeriggio in una casa anconetana
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Un grido perpetuo.
Perpetuo! esatto. Un grido perpetuo. Il mare ludico vissuto nella impossibilità…
Interdetto.
Sì, tanto interdetto quanto l’altro (il mare come forza) mi era contiguo. Mi sovviene
una notte – verso i sedici, diciassette anni – in cui, chissà per quale necessità o mistero, guardando gli alberi del viale con i ghiaccioli sotto la luce dei lumi che parevano piccoli diamanti, andai verso il Monumento (non c’era ancora la scalinata del Passetto), verso
un canneto per vedere la tempesta. Attratto e angosciato da morire, deciso a conoscere,
a sapere. Solo dopo, leggendo Rilke, trovai la risposta: «Là dove finisce l’angoscia comincia l’estasi». E fu vero. Fu, tutto sommato, una intuizione a portarmi verso quel mare, verso il senso del mondo, verso una totalità che chiamavo dio perchè non avevo altre parole per pronunciarla.
Hai mai attribuito un valore mitico al mare, escludendo qualsiasi valenza
classica o letteraria?
Sì, ma non come mito in senso plenario. Un luogo particolare. Tutte le esperienze
più importanti della mia vita (quelle interiori) sono avvenute ed avvengono sulla riva.
Quasi come se il mare portasse e continuamente cancellasse sottraendo
una storia. Lo si ritrova in alcuni tuoi testi precisi. Ha fisionomia di archètipo
e di lacerto.
E vero. E sempre un confine tra il certo (la finitezza) e qualcosa d’altro.
Sento che la riva è un luogo privilegiato della mia esperienza del mondo. D’altra parte,
il mare è una presenza originaria, in me, a livello inconscio per cui tutti gli eventi dell’esistenza (quelli pericolosi, quelli nei quali ho sfiorato situazioni mortali) lo hanno come testimone. Non do al mare una significazione sacrale; questo semmai investe il cielo,
lo stellato, ma è un altro discorso anche se non dissociato dal senso del mare.
Il cielo, per me, è sempre stato lo spazio dell’ordine e della misura. Nella mia esperienza,
i tre archètipi fondamentali sono costituiti dal mare, dalla montagna e dallo stellato.
È un ordine casuale o ha una sua motivazione precisa?
Rimasi colpito, anni fa, da un viaggio a Creta. Le montagne sorgevano direttamente
dal mare e tu ti immaginavi il mare come base, la montagna e, in alto, il cielo. Una visione che, nella sua complessità, rimanda al purgatorio. In questa triade possono essere rinvenuti gli elementi del mito di cui parli. Se in qualche modo il mio lavoro va verso
un senso purgatoriale, allora è possibile riscontrare una presenza del mito più profonda
di quanto non creda. Voglio aggiungere che, per me, lo stel-lato visto dal mare è quasi
la prossimità della gioia, della liberazione. È il varco. Il mare, in so-stan-za, è un elemento indispensabile per cogliere l’idea quasi ossessiva della cosmicità a cui mi riferisco, e che
è la mia croce e la mia delizia perchè mi accosta ad una strana sacralità e mi allontana
dal senso della storia o crea una non sempre ri-componibile contraddizione.
Forse, nella mia poesia non è così e tu puoi vederlo meglio di me. Forse è così solo in me.
Apparentemente, la tua po-e-sia ospita il mare come figura marginale.
Quando però accade, quando viene nominato e la sua presenza si propone significativamente, è sempre una percezione inquieta che lo segna e lo connota, uno sviamento, un richiamo.
Hai ragione. Mi fai pensare a quanto l’uso del sostantivo gorgo rimandi al valore stupendo e imparagonabile degli abissi in Baudelaire. Là dove tutto va a scomparire.
Il mare come tempo, il mare del tempo: tutto ciò che viene eroso, cancellato, portato via.
foto di Antonella Morico

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#FUTUREMAKERS

OPPORTUNITÀ INNOVATIVE
Recupero delle antiche tradizioni attraverso le tecnologie del futuro

Fabriano – 13 aprile 2015 – h. 17.45
MUSEO della CARTA e della FILIGRANA

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Il Comitato Giovani Imprenditori della Cna di Ancona, con il patrocinio dell’UNIVERSITÀ POLITECNICA delle MARCHE e del COMUNE di FABRIANO
ha organizzato per il 13 Aprile 2015 a Fabriano presso il Museo della Carta
la 1° iniziativa formativa rientrante in un programma che prevedere la realizzazione
nel 2015 di 4 eventi in tutta la provincia di Ancona.
Nel 1° appuntamento rifletteremo sul recupero delle antiche tradizioni attraverso
le tecnologie del futuro. L’evento è mirato a far riflettere gli imprenditori e tutti coloro
che decideranno di avviare un’attività imprenditoriale, sull’opportunità offerta dalla applicazione delle nuove tecnologie ai mestieri di una volta.
I giovani imprenditori credono infatti che riscoprendo le origini di coltivazioni ed attività artigiane ed abbinandole alla ricerca scientifica si possano valorizzare concretamente
i territori in base alle tipicità che li caratterizzano.
A tal proposito hanno scelto di realizzare l’iniziativa a Fabriano, perché reputano questo territorio ricco di tradizioni artigianali ed agroalimentari. Il Museo della Carta e la tradizione che rappresenta, in sinergia con le competenze dei professori dell’Università Politecnica delle Marche, sicuramente offriranno agli imprenditori la possibilità di riflettere sulla tematica, trovando soluzioni innovative per le proprie realtà.


PROGRAMMA

17.45 – Registrazione

18.00 – Introduzione: FRANCESCA GIULIANI
Responsabile Provinciale del Comitato Giovani Imprenditori della Cna di Ancona
18.05 – Saluti: GIOVANNI BALDUCCI
Assessore del Comune di Fabriano – Politiche Giovanili, Agricoltura e Turismo
18.10 – Presentazione dei Relatori: LEONARDO MEZZABOTTA
Presidente del Comitato Giovani Imprenditori della CNA di Ancona
18.15 – Intervento: Prof. BRUNO MEZZETTI Direttore del Dipartimento
di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche
18.35 – Intervento: Prof. EMANUELE FRONTONI del Dipartimento
di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche
18.55 – 1° Case History: FRANCESCA PETRINI Fattoria Petrini –
Vicepresidente Nazionale di CNA Alimentare e vincitrice del Premio “Miglior inventrice”
del 2014 assegnato da ITWIIN – Associazione Italiana donne inventrici ed innovatrici
19.00 – 2° Case History: ALFIERO VERDINI, Presidente dell’Accademia Misena di Roccacontrada – “Mais otto File” dell’Azienda agricola di Montalbini Marino
19.05 – 3° Case History: GIORGIO POETA , Vincitore nel 2011 dell’Oscar dell’Agricoltura con il “Primo miele di acacia al mondo invecchiato in barrique: Il Carato”
19.10 – Organizzazione dei tavoli di lavoro: LEONARDO MEZZABOTTA
Presidente del Comitato Giovani Imprenditori della CNA di Ancona
19.50 – Presentazione dei risultati dei tavoli di lavoro: LEONARDO MEZZABOTTA
Presidente del Comitato Giovani Imprenditori della CNA di Ancona
19.55 – Conclusioni – FRANCESCA GIULIANI
Responsabile Provinciale del Comitato Giovani Imprenditori della Cna di Ancona

20.00 – “Tutti al Chiostro Piccolo” – Degustazione dei prodotti locali

La partecipazione è gratuita tramite registrazione al seguente link


Informazioni

Francesca Giuliani – giovaniimprenditori@an.cna.it – 3485278610

Comunicazione grafica
Lirici Greci, Agenzia Grafica e Comunicazione
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Festival del Pensiero Plurale Ancona 2015

LE PAROLE DELLA FILOSOFIA XIX edizione

fascette filos

Filosofia in movimento > esperire la filosofia con il corpo
Incontri con i filosofi > esperienze esistenziali

Prosegue oggi con un doppio appuntamento la rassegna dedicata alla filosofia al Teatro Sperimentale di Ancona.

Il primo incontro nel pomeriggio è con Simona Lisi per una lezione di movimento dedicata ai concetti LIMITATO / ILLIMTATO che verranno sperimentati in modo attivo attraverso il corpo.

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Festival del Pensiero Plurale Ancona 2015

LE PAROLE DELLA FILOSOFIA XIX edizione

fascette filos

Filosofia in movimento > esperire la filosofia con il corpo
Incontri con i filosofi > esperienze esistenziali

Prosegue domani con un doppio appuntamento la rassegna dedicata alla filosofia al Teatro Sperimentale di Ancona.

Il primo incontro nel pomeriggio è con Simona Lisi per una lezione di movimento
dedicata ai concetti LIMITATO / ILLIMTATO che verranno sperimentati in modo
attivo attraverso il corpo.

Limitato/illimitato > SIMONA LISI
giovedì 9 aprile > h 18.30/19.30
teatro sperimentale “lirio arena”
via redipuglia 57 – ancona
abiti comodi, su prenotazione alla mail: ventottozero6@gmail.com

fascette filos

 

Benessere > ARMANDO MASSARENTI
giovedì 9 aprile > h. 21.00

teatro sperimentale “lirio arena”
via redipuglia 57 – ancona
 fascette filos


Associazione Ventottozerosei
ventottozerosei@gmail.com
in collaborazione con
Società Filosofica Italiana di Ancona

Comune di Ancona – Assessorato alla Cultura
con il Patrocinio della Regione Marche

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Impression on the canvas

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de rug, olie/linnen, 50 x 40 cm

Style
The artwork of Bernard de Wolff is characterized by his impressionism,
while using expressive techniques. The oil paint is not just a medium to create
an impression on the canvas, but as an substance, it is also an essential part
of the artwork; the oil paint is present, visible, tangible.De Wolff’s work is inspired by George Hendrik BreitnerWillem WitsenMarius BauerEugène Leroy
and Karel Appel. Main themes are contemporary cityscape, landscapes,
cattle and nudes.

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il mare del tempo

tratto da nostro lunedì numero 4 – prima serie – scataglini
[prima parte]

Colloquio con Franco Scataglini
Gennaio 1990

Pomeriggio in una casa anconetana
ojos scataglini
Il senso del mare per te, nella sua temporalità, nell’esperienza, nella memoria.
Mi viene in mente un tema che feci da ragazzino (la terza, la quarta elementare): rammento che diedi, del mare, un’immagine profondamente triste perchè la associavo all’infanzia
e al rapporto con le cose che non era ludico, ben sì pensoso e giudicante.
Allora, per esempio, mia madre mi portava alla Salute (una spiaggia di povera gente con, vicina, una costruzione che chiamavano “Lo Stabilimento”) e mi annodava in testa
un fazzoletto perchè avevo un fastidiosissimo rapporto con il sole e, con il mare, inquietante. Qualche anno dopo, in Sicilia, mi sorprese vedere mio fratello entrare in acqua e nuotare: non lo aveva mai fatto. Rammento l’acqua limpida di Barcellona (si vedeva Milazzo, la punta lontana) e lui che nuotava come un piccolo dio. Invece io, con il mio senso angoscioso…sicuramente era con la mia corporalità che non stavo bene.
Per molto tempo il mare l’ho sentito come una gioia denegata; non mi era consentito quell’abbandono. Soprattutto durante l’estate. Più tardi, quando avrò una differente percezione del corpo, un’altra coscienza, le cose si modificheranno radicalmente.
Mi fai pensare a quello che dice Michelstaedter del mare rilevando una contraddizione:
non puoi guardarlo e, insieme, starci dentro. Quando lo guardi dall’alto, è una promessa
di appagamento senza fondo perchè l’immagine è negli occhi: ci vai dentro ed è una cosa banale, a parte il piacere; si perde il senso della totalità. Noi non pensiamo mai alla singola onda, ma alla distesa. Come per il prato: lo osservi e senti il desiderio di buttartici dentro, di abbracciarlo; non appena lo fai, non è più prato. Questa contraddizione, in me, si relava al bambino disturbato, nevrotico, più portato a pensare che a giocare, pensare giudicando il mondo che aveva intorno a sé.
C’è un altro aspetto del mare che implica il pericolo mortale: ho visto, nella mia infanzia, portare a riva il corpo di un’annegato. Ne conservai una memoria sconvolgente che fornì anche pretesti al mio rifiuto nevrotico del mare. Va però detto che, di fronte alla sua forza, ho sempre nutrito una particolarissima predilezione, sebbene possa sembrare
una venatura romantica. L’acqua tormentata, torbida, la massa che si muove (le onde,
gli spruzzi, l’altezza) mi danno un’ebrezza interiore. Vuol dire, quindi, che la parte energica di me trova un appagamento contemplativo. Ho sempre percepito un grido del mare come richiamo senza memoria, senza fondo…
Un grido perpetuo.
Perpetuo! esatto. Un grido perpetuo. Il mare ludico vissuto nella impossibilità…

foto di Antonella Morico

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