nostro lunedì n.8 - elementi

brano di Guido Ghetti
tratto da nostro lunedì n.8 – elementi –  prima serie

Aria, come Musica, ci accorgiamo di lei quando è cattiva o quando non c’è. Il silenzio in musica, però, è musica ed inoltre è, paradossalmente, una parte importante dell’esperienza musicale: non solo senza il silenzio il suono non sarebbe individuabile, ma diventa un fondamentale strumento espressivo (pausa generale a battuta 90 della Sinfonia N. 41 Kv 551 “Jupiter”, W.A. Mozart).

Ormai però non sappiamo più quando la musica è buona o cattiva, quando è bella o brutta, non ne conosciamo le ragioni di bellezza; viviamo normalmente di gusti, mode e pregiudizi, ma abbiamo dimenticato le ragioni profonde della bellezza in musica e della sua semplicità. Ricordando la nascita dell’armonia e della sua struttura matematica, le radici che affondano nella cultura greca, nel monocordo attribuito a Pitagora, ricordo che armonia è una parola densa di significati; ma uno su tutti è implicito, è armonia, proviene, attraverso il latino, dal greco harmonia, ‘unione’, ‘proporzione’, ‘accordo’, un derivato del verbo harmozein, ‘congiungere’, ‘accordare’. Il verbo harmozein si ricollega a sua volta ad harmos, ‘giuntura’. Una giuntura come l’aria che tutto unisce, elemento comune che trasporta una parte del mondo alla parte opposta, passando sopra, sotto ed in mezzo a tutto. La parola musica è anch’essa figlia della cultura greca e deriva dalle Muse, madri di tutte le arti e figlie di Zeus (la radice indoeuropea è comune anche al latino Iup-piter, letteralmente “padre del Cielo”) e di Mnemosine, dea della memoria, figlia di Urano e Gea. Gea (o Gaia) era la dea che personificava la Terra, madre di tutti gli esseri. Urano era figlio di Gea, era la rappresentazione del cielo stellato.

Nacque nel momento in cui Gea sorse dal Caos. Urano sposò la madre: la pioggia del cielo rese fertile la terra e le fece dare molti frutti. La musica figlia degli elementi, insomma, quindi sempre riconducibile ad essi. Il Ritmo, figlio della forza di gravità e della madre terra; la Melodia, figlia dell’acqua e della sua fluidità; l’Armonia figlia dell’aria e della sua unione; infine il Pathos, dal greco paschein: ‘sofferenza’ o ‘emozione’, figlio del fuoco che sempre deve ardere, anche nei momenti più dolci, sempre alimentato dall’aria. Vi sono autori di musiche strabilianti che hanno saputo unire i quattro elementi nelle loro composizioni. W.A. Mozart è uno dei più rappresentativi, la storia della musica ruota intorno a lui come le Lettere gravitano attorno al Classicismo.

Nelle sue composizioni c’è ritmo naturale, melodie incredibili, armonie ineccepibili e fuoco a volontà! Prima il ritmo, sempre; con le sue proporzioni. Un musicista che usa il ritmo nella migliore maniera saprà catturare l’attenzione degli uditori, saprà letteralmente prenderli per mano per condurli nel mondo della musica franca e sincera.

Il ritmo, che è alla base della musica tribale, è sempre stato una necessità del genere umano, è nato spontaneamente, ma troppo pochi musicisti sono completamente coscienti della sua importanza. Purtroppo non esistono scuole di solo ritmo, dove la materia principale è la pulsazione, orologio biologico del mondo.

Conseguenza della pulsazione sarà la melodia ben eseguita, ben proporzionata, portatrice di sentimenti. Quando pensiamo alla melodia ci ricordiamo sovente di qualche famosa aria di un melodramma italiano. Sono state composte melodie di ogni tipo e genere in tutto il mondo.

è molto difficile valutarne il valore, qui il dilemma sul bello e non bello si fa intricato e di non facile comprensione; riconoscere una melodia autentica da una fasulla è come ascoltare una persona parlare guardandola negli occhi e cercando di capire se colui che abbiamo di fronte stia mentendo o ci stia raccontando tutta la verità.

Chi è capace di esprimere la verità con garbo sa armonizzare ciò che lo circonda; la scienza e la prassi dell’armonia sono cose molto complicate che richiedono una lunga preparazione. Sono regole e non regole che danno profondità alla melodia. La musica senza armonia può essere bella, ma sembra l’arte egizia a cui manca la terza dimensione. Ritmo, melodia, armonia, quindi pathos per unire tutto, per rendere vivi tre elementi, il fuoco come la luce del sole per dare vita a tutto.

A proposito di vita, Friedrich Nietzsche ne La caduta degli dei scrive: “La vita senza musica non è vita”. Non era l’unico a pensare così. Vi sono molte persone e menti eccellenti di questo mondo che attribuiscono alla musica una grande importanza, non solo da un punto di vista edonistico, ma anche filosofico e terapeutico. Ci sono antiche divinità che erano contemporaneamente dio della musica e della medicina. Una cosa importante allora questa “musica”.

E’ la Musica. Come Aria.