Come il prezzemolo – Gabriele Via

Come il prezzemolo

Sembra che non ci siano parole
per distinguere se quanto detto
abiti il sogno, o la pagina, o ancora
l’interiorità di un altro mondo.

Cammino per le vie, le strade e i sentieri;
incontro persone; leggo libri; guardo quadri;
ascolto musica per la prima volta;
apprendo mestieri; torno a far visita
a vecchi amici; leggo storie matte
per i fanciulli come solo io so fare;
e vado al cinema, entro nei bar;
scarico il camioncino che ha portato la legna;
spalo la neve in cortile;
divido tempo coi cani;
metto a dimora duemila quattrocento ulivi,
centocinquanta alberi di mango,
tredicimila piante di lavanda;
raggiungo la fontana;
costruisco una chiesa;
coltivo l’orto;
faccio la spesa;
dissodo il fianco del monte;
vendo il mio lavoro;
dimentico carte, bolli e certificati;
studio; talvolta insegno;
faccio molte fotografie;
scrivo versi e ragionamenti
attorno a Dio, l’umano e l’amore;
impasto la farina con le uova;
plasmo l’argilla; mi lavo;
bevo, mangio, dormo,
mi metto in viaggio;
rimango molte ore seduto.

Digiuno;
mi intrattengo con chi mi ha preceduto:
penso a Parmenide, e alla voce di James Brown.
Canto e pratico il silenzio;
prego, ragiono e faccio conversazione.
Sto bene a sentire cos’ha da dirmi
oggi l’idraulico, del funerale
di cui mi vuol parlare.

Mi accorgo che mia figlia è una donna.

…E tutto questo perché la vita
è quel posto dove
ti vengono in mente le cose,
che forse prima avevi anche letto:
ma non avevi poi capito, a pieno.

La vita è quando lo chef,
a cui pare non manchi nulla,
a un certo punto ti chiede
una cosa semplice come il prezzemolo;
ma in questo momento, in dispensa,
il prezzemolo non c’è.

Allora esci e vai a prenderlo.
Ecco: la vita è questa,
semplice e comune come il prezzemolo,
ma delle volte devi uscire e prendertela.

Tratto da Una disordinata bellezza

foto Gabo per libro

Gabriele Via è un poeta, filosofo, performer e fotografo. Ricerca l’essere, col fare: drammatico, pratico e poetico. Cammina: due volte dalla Francia a Capo Finisterre
lungo il cammino di Santiago. Studia filosofia, teologia, natura e umanità.
Cucina, suona, plasma l’argilla e apprende i nomi delle cose.

 

 

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