LA COMUNICAZIONE POETICA: IL SIMBOLISMO

La poesia è come un paio di occhiali da infilare con attenzione per vedere, della realtà, quello che di solito non vediamo. A questo riguardo siamo tutti un po’ miopi.”

La moderna poetessa DONATELLA BISUTTI sostiene che la poesia sia una forma di conoscenza, avente, però, una comunicazione particolare rispetto alle altre tipologie testuali.
La poesia, specie quella simbolista della seconda metà dell’800, tende infatti più ad evocare, a suggerire che a descrivere: il poeta sceglie la parola per la sua musicalità, per il suo potere suggestivo ed evocativo.
La libertà, con cui i poeti combinano le parole, porta la lingua poetica al di là degli schemi logici della comunicazione quotidiana e la successione delle immagini avviene secondo procedimenti simbolici ed analogici, passaggi imprevisti apparentemente senza legami.
PASCOLI
nella poesia Temporale presenta un paesaggio al tramonto attraverso la tipica tecnica simbolista: da una parte il mare, infuocato dal brillare dei raggi del sole e dall’altra le montagne, su cui si stanno abbassando le nere nubi di un temporale; in mezzo alla campagna un casolare bianco si distingue per la luce di un lampo improvviso.

TEMPORALE

Un bubbolìo lontano…

Rosseggia l’orizzonte,

come affocato, a mare;

nero di pece, a monte,

stracci di nubi chiare:

tra il nero un casolare:

un’ala di gabbiano.

 

da G. Pascoli, Myricae.

 

La poesia non ha soltanto valenza descrittiva, ma anche allusiva e simbolica: le parole evocano una serie di immagini, le quali a loro volta trasmettono al lettore impressioni visive ed uditive, suscitando un senso di angoscia e di sgomento. Pascoli, dunque, non intende rappresentare la realtà oggettiva della natura, ma quella soggettiva dell’io poetico: il suo stato d’animo tormentato.

 

 

A cura di Alessia Crescenzi

 

 

 

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