Pensando alla città di Ravenna, vengono alla mente immediatamente i grandi fasti dell’impero bizantino che l’hanno resa protagonista nel IV e V secolo, periodo in cui venne istituita capitale d’Italia per ben tre volte. Molto è rimasto, testimonianza viva all’interno della città di un passato unico e glorioso, tanto da essere giustamente inserita nella lista delle città patrimonio dell’Umanità Unesco. Si pensi per esempio a Sant’Apollinare Nuovo che conserva il più grande ciclo musivo del periodo, il Battistero degli Ariani, San Vitale, e molti altri.
Tanto splendore rischia ovviamente di offuscare in parte il resto, ma la città presenta un’evidente evoluzione artistica per nulla trascurabile. Tangibile e vibrante ad esempio nel Museo d’arte della città il Mar. In questo museo si cerca di presentare al meglio l’evoluzione storica e stilistica e ha aperto le porte all’arte in maniera totalizzate, mantenendo una vitalità tutt’ora molto evidente che viene presentata iconograficamente attraverso i pezzi d’arte esposti al suo interno.
Siamo di fronte ad un museo, che se pur non annoverato tra i più noti e popolari d’Italia, presenta una varietà di opere che lo rendono non inferiore a qualsiasi altro museo blasonato e famoso. Giustamente infatti è stato riconosciuto come Museo di Qualità dall’ IBC (Istituto per Beni Artistici, Culturali e Naturali, della Regione Emilia Romagna) in base agli standard e agli obiettivi di qualità, nel corso del 2009 atti a stimolare le istituzioni museali nel perseguire criteri di buona gestione, di efficacia operativa e orientarne le finalità verso la qualità dei servizi al pubblico.
La pinacoteca sorse nel 1829 come Galleria dell’Accademia e fu trasferita nell’attuale sede della Loggetta Lombardesca (edificio Cinquecentesco) nel 1972. L’ambiente, oltremodo suggestivo, ben si presta ad ospitare una galleria d’arte. La collezione permanente si compone di opere dal XIV al XX secolo. Dal 2002, è diventato istituzione del comune di Ravenna ed è stata rilanciata l’attività culturale, affiancando oltre a quelle di conservazione anche una produzione culturale, con la costituzione del Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, i cui esiti delle ricerche scientifiche condotte vengono poi presentate ed esposte. Oltre a questi spazi espositivi dedicati alla ricerca musiva, ce ne sono altri destinati a mostre temporanee ciclicamente proposte. Diverse sono anche le attività didattiche della sezione educativa, con ampi spazi dove si conducono laboratori artistici, spesso legati alla parte contemporanea e materiale proposta dal museo.
Il primo nucleo espositivo si compone di opere provenienti da ordini religiosi soppressi e la prima sistemazione museografica, degna di nota, la si deve a Corrado Ricci nei primi decenni del ‘900. Una delle opere più importanti del museo è la statua di Guidarello Guidarelli scolpita da Tullio Lombardo nel 1525, cavaliere legato alle vicende di Cesare Borgia in Romagna di cui anche Gabriele D’annunzio ne scrisse un sonetto nelle “Laudi”, inoltre, la sua figura è legata ad una leggenda popolare secondo la quale le donne nubili che bacino il cavaliere convoleranno a nozze entro l’anno. Le opere esposte testimoniano la presenza dei rapporti perpetuati nei secoli tra la città e altre regioni come il Veneto, le Marche, la Toscana e diverse zone dell’Emilia Romagna. Ci si ritrova così di fronte ad un ventaglio ampio della pittura italiana e una conoscenza approfondita dell’arte Romagnola, compresa principalmente nell’arco dei secoli XV e XVI, attraverso le opere di importanti artisti quali Luca Longhi, Girolamo Marchesi da Cotignola , Nicolò Rondinelli, Marco Palmezzano e molti altri. Tra le opere Cinquecentesche, si segnala una tela di Giorgio Vasari, “Compianto su Cristo Morto” commissionata dal Monastero di Classe nel 1548 e la tela del Guercino con San Romualdo commissionato per l’Abbazia di Classe. Queste opere sono esposte tutte al piano nobile della Loggetta che si conclude con la sezione contemporanea, anch’essa comprendente pezzi per nulla trascurabili come opere di Mario Schifano, Capogrossi, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Boetti, un disegno di Gustav Klimt e molti altri.
Interessante è anche la scelta del logo del museo che riprende la Loggetta nella M di Mar e il nome lo si lega al territorio attraverso il richiamo al mare adriatico, mentre la scelta del colore arancione brillante ben si accorda con la città e le sue bellezze artistiche.
Un museo che al meglio rappresenta il suo territorio e la stratificazione artistica che ne ha dato lustro nei secoli, sempre attento e vitale dialoga col contemporaneo e le produzioni locali. Un esempio fruttuoso e positivo per molti altri musei italiani.
Mostre in programma:
Borderline: Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art brut a Basquiat
via di Roma, 13 Ravenna
17 febbraio – 16 giugno 2013
Ingresso: intero: 9 euro
ridotto: 7 euro
tel. 39 0544 482477/482356
fax 39 0544 212092
Orari: Martedì, giovedì, venerdì 9.00-13.30 e 15.00-18.00
mercoledì e sabato 9.00-13.30 domenica 15.00-18.00.
Chiusura il lunedì.
Per informazioni sulla mostra consultare il sito alla pagina:
http://www.museocitta.ra.it/news/pagina263.html
a cura di Francesca Luslini
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