27/28/29 settembre – Ancona
Mole Vanvitelliana
Cinematica è un festival di cinema, video, arte visiva e performativa intorno alla relazione IMMAGINE/MOVIMENTO nelle diverse sfaccettature. Trae ispirazione dal concetto di immagine-movimento descritto dal filosofo francese Gilles Deleuze nel libro “L’Image-mouvement”, un libro fondamentale per l’estetica cinematografica. Deleuze, commentando la filosofia di Henri Bergson, si allontana dal concetto di cinema inteso come una successione di fotogrammi, argomentando che il cinema ci fornisce subito una immagine-movimento. Da qui una serie di rimandi a corpo e corporeità in movimento che anche lo stesso Deleuze mette in campo citando l’interazione dell’immagine filmica con quella di grandi attori/danzatori come Charlie Chaplin e Fred Astaire. D’altra parte stiamo assistendo a una vertiginosa modificazione dei rapporti tra realtà mediatica e realtà corporea: arte e comunicazione hanno trovato negli ultimi venti anni di storia la loro definitiva collocazione comune sullo schermo, la loro reciproca riflessione e commistione hanno il corpo e il movimento come loro centro.
Nello stesso tempo la realtà virtuale getta il corpo in una dimensione non carnale eppure sensibile che modifica la percezione che abbiamo della nostra corporeità. Ci sembra allora importante creare un’occasione di riflessione, fruizione e approfondimento sul tema dell’immagine corporea in movimento, in questo momento storico che vede l’incontro/scontro tra realtà corporea e realtà mediatica in continua evoluzione. A questo scopo la manifestazione non sarà solo un’occasione di svago ma alternerà gli spettacoli con conferenze-dibattito, proiezioni video e cinematografiche, laboratori espressivi, nel tentativo di creare un polo privilegiato di riflessione annuale, che coinvolga più organizzazioni, sul tema corpo-immagine e immagine-movimento.
Ancona come location del Festival perché è una città per sua natura “in movimento”, una città di mare, quindi di passaggio e sempre mutevole. E’ inoltre una città da sempre molto interessata sia alla danza che al cinema e alle sperimentazioni video-sonore.
Simona Lisi
PROGRAMMA I EDIZIONE 2013
Venerdì 27
H 10.00/13.00 sala didattica – Cinematica Cartoon
laboratori per bambini delle scuole elementari a cura di Scuola Comics Jesi
H 17.00 auditorium – Cinematica Incontri
“L’immagine in movimento” conferenza di apertura del Festival con:
prof. Bruno De Marino, Accademia Belle arti di Frosinone
Simona Lisi, direttrice artistica del Festival
dott.ssa Annalisa Piccirillo, Università L’Orientale di Napoli
aperitivo
a seguire e fino alle H 22.00 sale espositive e sala didattica
INAUGURAZIONE mostra degli artisti:
Antonello Matarazzo (videoartista),
Fabrizio Carotti (fotografo),
Andrea Silicati (pittore)
e delle proiezioni no-stop di
Cinematica Muto: Corpi ipercinetici. Buster Keaton a cura di Silvia Tarquini
Cinematica Videodanza: Lo sguardo che circonda.
Maya Deren a cura di Annalisa Piccirillo
H 21.00 auditorium – Cinematica Musical
Fred Astaire & Ginger Rogers
proiezione di “Seguendo la flotta”
Sabato 28
H 10.00/13.00 la didattica – Cinematica Cartoon
laboratori per bambini delle scuole elementari a cura di Scuola Comics Jesi
H 16.00/24.00 sala espositiva e sala didattica
apertura sala espositive e delle proiezioni no-stop di
H 18. 00 Auditorium – Cinematica incontri
“La fascinazione del movimento tra fisica e filosofia”
un dialogo tra il prof Giancarlo Galeazzi (Società filosofica italiana) e il prof Franco Rustichelli (Università Politecnica delle Marche)
H 21.00 sala espositiva – Cinematica live performing
AIEP – Ariella Vidach e Claudio Prati in “BODHI.Solo”
conferenza – spettacolo sull’interazione corpo/sitemi virtuali
aperitivo
H 22.30 auditorium – Cinematica Musical – Fred Astaire & Ginger Rogers
proiezione di “Carioca”
In occasione della Notte Bianca:
apertura sale espositive fino alle ore 24 e a seguire
Porta Pia – Cinematica Visual
T:pot+Nertorama @Porta Pia Rock Party
in collaborazione con Underground eventi & Communicashown
Domenica 29
H 10.00/13.00 e 16.00/22.00 apertura sala mostre e proiezioni no-stop
H 18.30 auditorium – Cinematica Incontri
incontro con il regista Silvio Soldini
proiezione del documentario in esclusiva regionale “Quattro giorni con Vivian”
a seguire incontro con il regista
moderano l’incontro:
Prof. Francesco Adornato, vicepresidente della Fondazione Marche Cinema Multimedia
Giuseppe Borrone, critico e storico di cinema
Silvia Tarquini, Cineteca Nazionale di Roma
aperitivo
H 21.00 auditorium – Cinematica Musical
Fred Astaire & Ginger Rogers
Proiezione “Cappello a cilindro”
chiusura Festival
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
Per la durata della mostra esposizione dei libri di cinema di Artdigiland, Dublino
Per la conferenza-spettacolo di sabato 28 “BODHI.solo” di Ariella Vidach, biglietto di cortesia 3€. Posti limitati, prenotazione consigliata al n. 071.2072439 dal lunedì al venerdì
H 10.00 – 16.00 (il giorno di spettacolo biglietteria dalle ore 19:30)
infoline 3383969698
info@cinematicafestival.com
www.cinematicafestival.com
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
SEZIONE ESPOSITIVA del Festival Cinematica
La sezione espositiva del Festival vuole accendere un focus sul tema della corporeità nelle arti visive, a partire dalla più materica, la pittura fino alla più immateriale, la videoarte, passando per la fotografia. Come questi artisti si confrontano e si sono confrontati sul tema della corporeità in movimento, ognuno con i propri mezzi di espressione.
ANTONELLO MATARAZZO, pittore, regista e video artista.
Ha lavorato come costumista e aiuto regista al Teatro Bellini di Catania. Dal 1990 è impegnato nella ricerca nel campo delle arti visive. Il suo lavoro si colloca nella più recente tendenza (“Medialismo“) intesa come integrazione dei vari media (fotografia, pittura, video ecc.). Dal 2000, data del suo cortometraggio d’esordio,The Fable (18° Bellaria Film Festival) – prodotto da Fuori OrarioRaitre) – i suoi video sono stati accolti da numerosi festival cinematografici italiani ed internazionali (Mostra Cinematografica di Venezia, Festival Cinéma Méditerranéen Montpellier, Torino Film Festival, Festival du Film sur l’Art de Montréal, Festival des Cinémas Différents de Paris, InVideo, Festival del Cinema Locarno etc.) alcuni dei quali come la Mostra Int.le del Nuovo Cinema di Pesaro e il Festival Internacional de Cine di Mar del Plata hanno proposto sue retrospettive. Il nucleo della sua ricerca si fonda sull’equivocità tra immagine fissa e movimento, spesso conferendo micromovimenti alle immagini fotografiche attraverso tecniche di morphing e warping, ma il trait d’union tra pittura, video e video-installazioni è costituito dalla marcata inclinazione nell’esplorare aspetti introspettivi e antropologici dell’umano. Questa caratteristica del suo lavoro fa sì che in molte Università, tra le quali Brera, Roma 1, Chieti, Genova, Salerno, Pisa e Cambridge, le sue opere vengano mostrate in seminari e workshop a scopo didattico. Il lavoro di A. M. è stato presentato nelle edizioni 2009 e 2011 della Biennale Arte di Venezia. www.antonellomatarazzo.it
FABRIZIO CAROTTI, fotografo
Fabrizio Carotti, nato a Jesi (An) nel 1980, si laurea in Filosofia indirizzo Estetico all’università di Bologna.
Dopo un’accurata ricerca sulle possibilità espressive dei mezzi tecnologici, dal 2008 intraprende la carriera d’artista operando con successo nel campo della pittura digitale. Riscuote ampi consensi tra la critica, tanto da essere selezionato da Gianluca Marziani e Valerio Dehò tra i venti partecipanti al I° Premio di pittura Zingarelli Rocca delle Macìe (2010) e da rientrare tra i 30 finalisti under 35 del Premio Terna02 (2009), fino a prender parte alla 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia a Urbino (2011). www.fabriziocarotti.it
ANDREA SILICATI, pittore
Andrea Silicati nasce a Jesi nel 1970 e si laurea nella sezione di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata nel 1994. Lo studio di Silicati è a Jesi, città dove vive e lavora, ma la sua attività si è aperta nel territorio nazionale, dove l’artista ha tenuto mostre in gallerie private e spazi pubblici. La sua è un’espressione poliedrica che pur mirando ad un confronto nazionale ed extranazionale, mantiene un legame nel territorio, dove l’artista espone e cura progetti artistici. Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata in una pittura che narra il corpo nudo, fragile, ottenendo l’apprezzamento della critica e del pubblico, che lo ha visto finalista al premio Terna del 2010 e presente in gallerie a Senigallia, Firenze e Roma. In ultimo Silicati si riavvicina ad un fare performativo, già sperimentato, dipingendo dal vero le sue figure colorate, attingendo sicuramente alla sie passate esperienze con la danza contemporanea. www.andreasilicati.it
SEZIONE FILMICA del Festival CInematica
Lo sguardo che circonda. Maya Deren
a cura di Annalisa Piccirillo
Negli anni ‘40 del Novecento, Maya Deren (Kiev, 1917 – New York, 1961) ridefinisce le possibilità cinetiche del corpo sullo schermo. Coreografa, regista, etnografa e scrittrice, Deren è considerata dai critici e dagli storici contemporanei di cinema e danza, l’icona dell’avanguardia cinematografica americana. Il genio del suo sguardo filmico è oggi celebrato per la complessità della realtà poetica – il mondo – che ella ha saputo far ‘danzare’ nella tecnica filmica; come lei stessa ha affermato: “[…] in film I can make the world dance.” Nata in Ucraina come Eleanora Derenkovskaya, negli anni della rivoluzione russa emigra con la famiglia a New York, dove abbrevia il cognome in Deren. Negli Stati Uniti, studia giornalismo e scienze politiche alla Syracuse University, comincia a frequentare gli ambienti socialisti newyorkesi, e si avvicina alle idee femministe. L’interesse per la danza s’intensifica quando Deren collabora con la compagnia di Katherine Dunham, celebre coreografa e antropologa afro-americana, nota per i suoi studi etnografici sulle danze rituali haitiane. Deren resta profondamente affascinata dalle forme spirituali delle danze voodoo, osservate e praticate da Durham, al punto che, dopo un approdo mistico verso la mitologia Hindu, nel 1943 modifica il suo nome in Maya (‘acqua’ o ‘velo dell’illusione’). L’incontro, invece, con il regista e futuro marito Alexander Hammid, consolida lo studio di Deren delle tecniche cinematografiche e quindi la produzione di opere sperimentali attente, in particolar modo, alle dinamiche introspettive della soggettività femminile-femminista. Maya Deren si è sempre dichiarata grata agli insegnamenti ricevuti dai maestri della slapstick comedy, come Buster Keaton e Charlie Chaplin, in particolare investiga la loro produzione sulla resa cinematografica, e sul potenziale tecnico, del sonnambulismo e dello sdoppiamento. Nel 1943, Deren gira il suo primo film dalla narrativa ciclica e perturbante: Meshes of the Afternoon, in cui lei stessa recita con molteplici sdoppiamenti sullo schermo. Il lavoro suscita una notevole influenza e le permette di conoscere intellettuali come Anaïs Nin, John Cage, Gregory Bateson e Marcel Duchamp (con il quale collabora al lavoro artistico-coreografico Witch’s Cradle (1943). L’anno successivo, Deren prosegue la sperimentazione sulla vitalità onirica e realizza At Land (1944). A breve segue A Study in Choreography for Camera (1945), il primo documento di video-danza in cui si cattura la cinetica del corpo in slow motion e in continuità spazio-temporale. Nel 1946, con la partecipazione di Anaïs Nin e dei danzatori Rita Christiani e Frank Westbrook, Maya Deren crea Ritual in Transfigured Time (1946), confermando il suo interesse per il tema della ritualità; mentre in Meditation on Violence (1948) lo sguardo della regista si concentra sul movimento, al limite tra bellezza e violenza, del performer Chao Li Chi. Uno degli ultimi lavori, The Very Eye of Night (1958), girato in collaborazione con la Metropolitan Opera Ballet School, può oggi considerarsi un’avanguardistica intuizione della danza digitale contemporanea; qui i danzatori, come spettri bianchi, ondeggiano nell’immaterialità scenica di uno spazio virtuale, notturno e stellato. La visione delle opere sopra citate saranno offerte al pubblico del festival Cinematica, e brevemente introdotte da Annalisa Piccirillo.
Corpi ipercinetici. Buster Keaton
a cura di Silvia Tarquini
Il progetto Cinematica prevede una serie di monografie dedicate ai grandi performer del cinema muto, e sceglie di cominciare da Buster Keaton, uno degli autori – attori più affascinanti del periodo. Nome d’arte dell’ attore e regista cinematografico statunitense Joseph Francis Keaton (Pickway, Kansas 1895– Hollywood 1966). Attore di musical, passò al cinema recitando dal 1917 a fianco di R. Arbucklee dal1920 in una serie di cortometraggi da lui stesso diretti, che ebbero un rapido successo. Dotato delle qualità del ballerino, dell’acrobata, del clown e del mimo, Keaton creò una personale forma di comicità fondata sul contrasto tra la maschera imperturbabile dell’attore e la convulsa, insensata mutevolezza del mondo che lo circonda. All’immobilità del volto, diventata presto sua nota caratteristica, Keaton unisce doti fisiche straordinarie. Alle prestazioni da acrobata deve il soprannome “Buster”, che in italiano potrebbe equivalere a “Rompicollo”. Quello che soprattutto vogliamo segnalare allo spettatore di Cinematica è la sensibilità di Keaton nel porre le proprie potenzialità di performer in rapporto alle caratteristiche del mezzo cinematografico: come quando, a vantaggio della macchina da presa, riesce a dare l’impressione, grazie alla precisione chirurgica del suo gesto, di essere lui a fermare, con la mano, un treno in arrivo alla stazione.
Dopo un lungo declino, dovuto all’avvento del cinema sonoro cui mal si adattava il suo tipo di comicità, K. è stato riscoperto e rivalutato a partire dagli anni Sessanta. Vanno ricordate le sue ultime apparizioni ad esempio in Film (1965) unica opera cinematografica del drammaturgo Samuel Beckett.
Fred Astaire & Ginger Rogers
Il musical americano è il luogo per eccellenza dove l’incontro tra l’immagine filmica e il movimento corporeo si sono incontrati in modi a volte stupefacenti. Abbiamo scelto di iniziare a tracciare una seppur parziale storia del musical attraverso quella che è considerata la coppia più famosa del cinema americano: Ginger Rogers e Fred Astaire, i due ballerini che alimentarono la leggenda del cinema degli anni Trenta dando vita a film di successo internazionale, acclamati dal pubblico di tutti i tempi. Provenienti entrambi dal vaudeville, furono ballerini, attori, cantanti e, talvolta, anche coreografi e, insieme, nei dieci film che li videro protagonisti, riuscirono a ridefinire il genere, rinnovandolo. Esecutori di una danza leggera, molto sofisticata, ironica e romantica nello stesso tempo, basata sull’abilità e sulla destrezza personali, ballarono spesso come solisti, facendo a meno del supporto del corpo di danza, cosa che, comunque, per l’epoca risultava abbastanza singolare. Ginger Rogers aveva debuttato nel 1933 in Gold Diggers of 1933, con la regia di Marvin Le Roy e le coreografie di Barkeley entrando, quindi, nella storia del musical dal portone principale; Fred Astaire, invece, dopo una lunga e brillante carriera in teatro insieme alla sorella Adele (I favolosi Astaire), era approdato al cinema in un film di scarso successo, La danza di Venere, e nel ’33 era stato scelto per affiancare la Rogers in un film di ambientazione esotica, Carioca, con la regia di Thornton Freeland.Fu questo l’inizio, del tutto casuale, della leggenda: i due, infatti, rivestivano entrambi ruoli secondari e lo spettacolo non fu, poi, il successo che la casa di produzione, la RKO (a cui sia la Rogers che Fred Astaire rimasero legati per anni) aveva sperato. Eppure, il mito nacque così, da una sequenza di ballo, eseguita fronte contro fronte, che doveva essere solo una parte di un numero più vasto teso a mostrare la “nuova danza carioca” e in cui era previsto che i due ballassero solo per pochi secondi: il destino passò attraverso quei passi, eseguiti in modo assolutamente naturale e con un affiatamento pressoché inspiegabile tra due che neppure si conoscevano; e il destino volle che insieme, Fred e Ginger, entrassero nella leggenda della storia di Hollywood a passo di danza, con la medesima grazia e leggerezza con la quale erano entrati nella storia del musical.
ARTISTI INVITATI
SILVIO SOLDINI, cinema
Regista e sceneggiatore cinematografico. Autore attivo dall’inizio degli anni Ottanta, Soldini ha saputo costruirsi una posizione di primo piano nel cinema italiano, elaborando uno stile tanto atipico quanto riconoscibile. La sua costante ricerca espressiva si è tradotta in un modo di fare cinema sostenuto da una briosa musicalità narrativa e caratterizzato da uno sguardo personale su luoghi insoliti del nostro Paese. Temi ricorrenti sono il viaggio come momento di riflessione e di scoperta, e il caso come motore di un processo di ‘spostamento’ e di cambiamento interiore dei personaggi. Attento a ogni elemento delle sue composizioni filmiche, S. ha sempre dedicato particolare cura alla direzione degli attori, stabilendo con alcuni di essi (Licia Maglietta, Giuseppe Battiston, Marina Massironi) un rapporto privilegiato che si rinnova in ogni film. Non secondaria è la sua ricerca sulla ‘luce’, operata insieme a Luca Bigazzi, e sui colori delle scene e dei costumi. Nel 2000 ha ottenuto un grande successo internazionale con Pane e tulipani, opera vincitrice di nove David di Donatello (tra cui: miglior film, miglior regia e, insieme a Doriana Leondeff, miglior sceneggiatura).
Quattro giorni con Vivian (2008) è un film-passeggiata girato da Silvio Soldini l’inverno 2007/2008 nei luoghi milanesi cari alla poetessa Vivian Lamarque. La donna lo riceve a casa sua, gli apre il proprio universo un po’ caotico e pieno di vita e insieme visitano i luoghi prediletti della scrittrice: un parco nei dintorni di Milano, la casa della sua infanzia. Nel corso di queste conversazioni e passeggiate, tra i due artisti nasce un’autentica complicità.
COMPAGNIA AIEP/ARIELLA VIDACH, danza
Creata in Svizzera nel 1988, l’Associazione culturale AiEP (acronimo di Avventure in Elicottero Prodotti) nasce dalla comunione di intenti di un gruppo di artisti di diversa provenienza, interessati a realizzare progetti di ricerca nell’ambito delle arti visive multimediali e a sviluppare un linguaggio espressivo che attinga dai più svariati campi artistici (danza, musica, video-arte, design).Nel 1996 Ariella Vidach e Claudio Prati, due dei fondatori di AiEP, creano a Milano un’altra associazione culturale, Ariella Vidach – AiEP, ampliando gli orizzonti geografici ed artistici per approfondire la ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie applicate alla danza contemporanea e alle arti performative.In oltre vent’anni di attività, il percorso artistico di AiEP ha esplorato l’utilizzo dei media interattivi in un crescendo di complessità: dall’utilizzo di proiezioni video in scena a sensori quasi invisibili indossati dagli interpreti, passando per la motion capture e la computer-grafica, la relazione tra corpo, coreografia e sistema interattivi si è andata assottigliando e le interferenze tra arte e tecnologia sono diventate sempre più raffinate e suggestive. http://www.aiep.org
Spettacolo e conferenza Bodhi.solo La performance sviluppa una riflessione sul rapporto che si genera tra il mondo tecnologico e quello legato alla sfera dei sensi. La performer rileva e traduce le informazioni ricevute dal sistema interattivo rispondendo alle sollecitazioni in simbiosi o contrasto agendo da interfaccia umana proattiva. Due mondi in apparente conflitto che si alimentano e si trasformano in un delicato equilibrio che scaturisce dall’attenzione e dall’ascolto. Il titolo Bodhi indica “risveglio”, “illuminazione” e in questo caso sottolinea il saper vedere con altri/nuovi occhi, ampliando la percezione, per focalizzare e osservare meglio i dettagli e per creare nuove geometrie “sensoriali”. .solo è utilizzato come in informatica per indicare l’estensione di un file e, in questo caso, vuole sottolineare l’aspetto individuale ed intimo dell’azione performativa. Nella conferenza –incontro che segue la performance, Claudio Prati (videoartista) e Ariella Vidach (coreografa) direttori artistici di AiEP, illustrano, con brevi dimostrazioni e l’ausilio di proiezioni video, le tappe e le tecnologie più significative della sperimentazione che da anni contraddistingue il loro lavoro: l’uso e lo sviluppo di strumenti interattivi applicati alla composizione coreografica.La conferenza presenta lo “stato dell’arte” nello sviluppo delle tecnologie interattive applicate alla danza ed alla performance, passando in rassegna, attraverso la visione di estratti video degli spettacoli più significativi, le produzioni e le varie linee di ricerca espresse in dieci anni di sperimentazione ”interattiva” dalla compagnia.La tecnologia, i rapporti uomo-macchina e corpo-tecnologia e le forme e i contenuti degli spettacoli di danza interattiva, sono gli elementi su cui si svilupperanno gli interventi, com-pletati da riflessioni sulla mutazione percettiva e sensoriale introdotta dall’impiego dei nuovi media. In modo dettagliato verranno analizzati i contenuti estetici delle performance più rappresentative, il funzionamento dei software utilizzati, le modalità di interazione delle coreografie, le inter-facce e i criteri di indagine e le problematiche legate all’uso dei media digitali.
STUDIOSI INVITATI AL FESTIVAL
Giuseppe Borrone, laureato in Storia del Cinema, con una tesi su Stephen Frears e il nuovo cinema inglese, si è occupato dell’organizzazione e della direzione artistica di numerosi festival, tra i quali A Corto di Donne, rassegna internazionale di cortometraggi al femminile. Dal 1991 è responsabile artistico della rassegna di cinema d’autore della multisala La Perla di Napoli, presso la quale organizza periodicamente incontri con registi e anteprime di film. Collabora, in qualità di selezionatore, con il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, per conto del quale ha curato la vetrina del nuovo cinema documentario napoletano a Buenos Aires. Ha fatto parte della giuria di diversi festival cinematografici, tra cui il Napoli Film Festival e Corto Nero, festival del cortometraggio noir. All’attività cinematografica affianca quella di critico letterario, organizzando e promuovendo la presentazione di numerose iniziative editoriali.
Bruno Di Marino è storico dell’immagine in movimento, dal 1989 si occupa in particolare di sperimentazione audiovisiva. Attualmente insegna Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Tra i volumi da lui scritti o curati ricordiamo: Animania – 100 anni di esperimenti nel cinema d’animazione (Il Castoro, 1998); L’ultimo fotogramma. I finali del cinema (Editori Riuniti, 2001); Interferenze dello sguardo. La sperimentazione audiovisiva tra analogico e digitale (Bulzoni, 2002); Studio Azzurro – Tracce, sguardi e altri pensieri (Feltrinelli, 2007); Pose in movimento. Fotografia e cinema (Bollati Boringhieri, 2009); Film Oggetto Design – La messa in scena delle cose (PostmediaBooks, 2011); Hard Media – La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web (Johan and Levi, 2013). I suoi saggi sono stati pubblicati in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Russia, Giappone, Cina e Ungheria.
Silvia Tarquini è dottore di ricerca, lavora in Cineteca Nazionale. Scrive di cinema, video, performance, arti visive. Ha curato i volumi L’inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, Centro Sperimentale di Cinematografia, 2009; La luce come pensiero, Editoria & Spettacolo, 2010; Fabrizio Crisafulli. Un teatro dell’essere, Editoria & Spettacolo, 2010. Autrice di numerosi saggi in volume (tra cui scritti su Wim Wenders, Cesare Zavattini, Valerio Zurlini, Toni Servillo). Ha collaborato con riviste quali «Bianco & Nero», «Arte e critica», «La Furia Umana». È fondatrice e direttrice editoriale del progetto Artdigiland.
Annalisa Piccirillo è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Dottorato di ricerca in “Studi culturali e postcoloniali del mondo anglofono” con una tesi dal titolo Coreografie disseminate: ‘corpi-archivio’ della danza femminile,Ha presentato alcuni risultati della sua ricerca a convegni internazionali (ATACD 2009 – Barcellona; Goldsmiths College PhD Conference 2011 – Londra; ISEA 2011 – Istanbul; TaPRA Conference 2013 – York).Nel 2011 è stata visiting researcher presso la “School of Theatre Studies, Performance and Cultural Policy Studies” della University of Warwick (Coventry, UK), dove ha approfondito lo studio sulle tecniche/poetiche della coreografia moderna e contemporanea in relazione ai flussi migratori e diasporici postcoloniali, e ha indagato sulla cinetica dell’anti-gravità come strategia compositiva nelle opere di video-danza e danza digitale. Il suo lavoro di ricerca si muove prevalentemente nell’intersezione tra filosofia e analisi coreografica, prediligendo gli studi di genere e della differance. Ha pubblicato saggi su giornali on line e riviste accademiche come Anglistica Journal; Estetica, studi e ricerche e ha tradotto il saggio di Avanthi Meduri per l’antologia curata da Marina Nordera e Susanne Franco (Ricordanze. Memoria in movimento e coreografie della storia, Torino, Utet Università, 2010).
Franco Rustichelli è nato a Monteroberto (Ancona) nel XX secolo dell’Era Cristiana, ordinario di Fisica presso l’Università Politecnica delle Marche, ed è autore di oltre 250 pubblicazioni in Scienza dei Materiali, Biomateriali, Biofisica, Cellule Staminali. Negli ultimi anni presenta relazioni su invito a Congressi Internazionali sulle Nanoscienze e sulle Cellule Staminali. È l’ideatore ed il coordinatore di un progetto finanziato dall’Unione Europea dal titolo Immersioni nei mondi della Scienza Mediante l’Arte, coinvolgente partner di 15 nazioni europee. Ha effettuato delle performance in diverse gallerie in Italia e all’estero. In particolare nella Galleria “L’Attico”di Roma, invitato da Maurizio Calvesi e Gino De Dominicis, e alla galleria “Schema” di Firenze, invitato da Achille Bonito Oliva. Dal 2006 a tutt’oggi ha presentato in varie sedi una performance dal titolo “Dalla Relatività di Einstein a una formulazione matematica dell’Immortalità Dinamica”.
Giancarlo Galeazzi Docente ordinario di Filosofia teoretica all’Istituto superiore di scienze religiose “Lumen gentium” collegato alla Pontificia Università Lateranense, e docente invitato di Filosofia morale all’Istituto teologico marchigiano aggregato alla stessa Università. E’ presidente onorario della Società filosofica italiana di Ancona, di cui è stato fondatore; direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose e della Scuola di alta formazione politica di Ancona. E’ curatore delle rassegne filosofiche “Le parole della filosofia” e “Le ragioni della parola” per il Comune di Ancona, “L’ora felice” per il Comune di Falconara e “A confronto su…” per il Comune di Camerata Picena. E’ socio fondatore dell’Institut international “Jacques Maritain”. E’ membro del comitato direttivo della rivista “Notes et documents pur une recherche personnaliste” e del comitato redazionale della rivista “Prospettiva persona”. E’ autore tra l’altro dei volumi: Personalismo (Bibliografica, Milano) e Jacques Maritain un filosofo per il nostro tempo (Massino, Milano).
ORGANIZZATORI
L’Associazione culturale Ventottozerosei è nata nel giugno del 2010, opera tra Ancona e Napoli. Ad oggi l’attività che sta portando avanti l’associazione è quella di progettazione di eventi artistici con forte componente ambientale, di divulgazione culturale e sensibilizzazione a tematiche sociali tra cui la creazione del Festival “A piedi nudi nel parco” a Napoli (giunto al terzo anno, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni culturali e il Comune di Napoli) e il Festival “Cinematica” nella città di Ancona. Distribuisce e produce inoltre gli spettacoli e le produzioni audio/video di Simona Lisi .
SIMONA LISI
Attrice, danzatrice, autrice. Post Laurea in Contemporary Dance alla LCDS di Londra, laureata in Filosofia, allieva del prof. Giorgio Agamben. Interprete per la danza contemporanea, il cinema e il teatro ha lavorato con registi come Mario Martone, Marco Bellocchio, Paolo Sorentino, Pippo Del Bono, Cristina Comencini, Fabrizio Crisafulli (con cui condivide da anni il lavoro di Teatro dei Luoghi) e per i coreografi Micha Van Hoecke, Adriana Borriello, Giovanna Summo, Chiara Reggiani, Simone Sandroni. Affianca il lavoro di interprete con quello di una ricerca artistica personale che la porta a creare spettacoli, a ideare percorsi pedagogici, a progettare rassegne d’arte e teatro contemporaneo. Ricercatrice indipendente di Estetica della danza e della corporeità, suoi interventi sono pubblicati in “In cerca di danza”AAVV, Costa&Nolan “Place. Body, light” ed Ardigiland, nella rivista online Limina Teatri. http://simonalisi.idra.it
organizzazione Associazione Ventottozerosei in collaborazione con Amat
Poliarte
Scuola di Comics Jesi
Società Filosofica di Ancona
direzione artistica Simona Lisi
consulenza alla direzione artistica Giuseppe Borrone
ufficio stampa e comunicazione Adriana Maldandrino
marketing e fund raising Alessandro Zitti
ospitalità Annalisa Cardinali
collaboratori Paola Marasca, Francesca Zenobi
comunicazione grafica Lirici Greci
Enti sostenitori
Regione Marche
Comune di Ancona
Fondazione Marche Cinema e Multimedia
Sponsor
Banca dell’Adriatico
Sarni Oro
EPM srl
vini gentilmente offerti dalla case vinicole
FAILONI – Staffolo
0731-779641
www.failoni.it
MONTE TORTO – Osimo
0731-205764
www.montetorto.it
ROMAGNOLI – Morro d’Alba
0731-63332
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si ringrazia per la gentile collaborazione
B&B Le stelle del Conero – Ancona
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