“A Giacomo Leopardi in cielo”

Charles Wright con valeriano trubbiani  

Da nostro lunedì num. 1 nuova serie
Leopardi. Il pensatore pericoloso

(…)

Non una sola parola s’è mai dissolta in gloria, non una.
Continuiamo a mandarle in alto, comunque,
così come il sole piove giù.

Tu stesso l’hai fatto,
tutte quelle notti con lo sguardo al cielo, col desiderio di essere là
lontano dalla pena di essere qui
nella carne sbagliata.
Ti devono sembrare buffe adesso,
si alzano come segnali di fumo nell’infinito,
la stessa lettera ripetuta di continuo,

la o maiuscola e la o minuscola

15 agosto, e dieci giorni
e 2500 Km da dove ci siamo parlati l’ultima volta, meno di un batter d’occhio

per te,

settant’anni nel passato per me
mentre il corvo vola e il clima s’infiamma.
E perfino qui, come la mano di chi sta annegando, la tua mano
indica da dietro le stelle

ancora senza precipitazione
l’Orsa e le acque scure
su cui ogni barca di carne issa le vele …
Una tal pena, e io volto pagina

su questo posto, costruito nel 1912
da qualcuno che non aveva mai nemmeno sentito il tuo nome
ma riconosceva il tuo volto nelle notti serene

su Mount Caribou
mentre tu ruotavi verso occidente, la bocca piena di stelle.

Non volevo dire altro.
Pensami di tanto in tanto, come io penso a te
quando la luna è una tacca dorata nel cielo estivo
sazio di luce:

tu sei parte delle mie parti del discorso.
Pensami di tanto in tanto. Io penserò a te.

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