BAROCCI: BRILLIANCE AND GRACE

27 febbraio al 19 maggio. National Gallery, Londra

La grazia e la sensibilità dei capolavori di Federico Barocci per la prima volta esposti all’estero, alla National Gallery di  Londra.  L’esposizione vuol  ridare la giusta importanza  a uno dei maggiori artisti italiani della fine del ‘500, oggi quasi dimenticato.  Venti quadri e sessantacinque disegni, molti dei quali non avevano mai lasciato le Marche in precedenza, sono esposti dal nell’ambito della mostra  monografica che la prestigiosa pinacoteca londinese dedica al maestro urbinate.

È importante ricordare come Federico Barocci (Urbino, 1533–1612),  artista tra i più innovativi della storia dell’arte italiana ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la sua terra di origine, le Marche,  in particolare con la sua città natale, Urbino, rimando continuo e presente all’interno dei suoi dipinti. Il legame con la sua terra e il suo carattere molto sensibile e schivo, lo hanno portato volontariamente  a ritagliarsi fuori dal panorama artistico del momento, purtuttavia questo non  ha leso in alcun modo la sua grandezza artistica e ne ha probabilmente ancor di più definito la sua personalità.  Questa scelta ne ha garantito la fama in vita e gli ha permesso di porsi al di sopra della corrente manieristica del periodo, aprendo così la strada al successivo barocco, sia in territorio nazionale, sia all’estero. La sua continua ricerca formale e psicologica dei personaggi, ci porta a riconoscere in lui la figura di un vero innovatore della pittura del Cinquecento.

In mostra sono visibili i suoi maggiori capolavori tra cui la famosa “Deposizione di Senigallia” e “L’ultima cena” della cattedrale di Urbino. Inoltre una ricca sequenza di bozzetti permette di comprendere meglio come in ogni quadro si evolva e si riveli la fertile immaginazione dell’artista, la sua perizia stilistica volta a indagare i vari metodi di progettazione delle opere, con l’utilizzo di tecniche tutte  personali come studi a pastello e schizzi a olio. Famoso il suo creare composizioni di figure colore e luce con sfumature morbide ed eteree riuscendo ad andare oltre la pittura a lui contemporanea e anticipandola. Queste caratteristiche hanno fatto si che diventasse fonte di ispirazione e modello per  molti pittori che saranno suoi allievi ed epigoni in tutto il territorio nazionale e che attraverseranno tutto il seicento, memori degli insegnamenti tratti dalla pittura di Barocci. Non immune anch’egli alla perdita di memoria  di cui è spesso vittima il nostro paese, e troppo spesso catalogato sbrigativamente come “pittore della controriforma” , queste componenti non hanno permesso di approfondire e rendere giustizia alla grandezza di questo pittore.  In qualche modo, come ieri Pier Paul Rubens, che ebbe modo di conoscere la pittura di Barocci durante il suo viaggio in Italia e ne fu rapito, oggi ne parliamo grazie all’opera di studiosi di un altro paese.

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http://www.nationalgallery.org.uk/
a cura di Francesca Luslini

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