Charles Wright “Italia”

poesie scelte e tradotte da Damiano Abeni e Moira Egan

OMAGGIO A BARON CORVO

Di tutte le pose, di tutti i ruoli,
questo rammento: tu passi
sul canale, le tue vesti papali
avvampate di luce segreta, i quattro
remi della gondola bianchi
come ali di falena nel buio fratturato,
con i ragazzi-marinai dagli occhi di quaglia
che fanno scivolare la barca come una bara verso il largo,
l’aria si rapprende, la scia dell’imbarcazione
si posa alle tue spalle come un respiro sprecato.

                       *

(Per mesi, Corvo, sei andato alla deriva nel mio sonno
mentre cercavo di rintracciarti:
l’inverno che passasti in un portone;
i giorni e le notti su questi canali neri
trascorsi in una coperta muffita,
la tua barca sia letto che rifugio—
e intanto sempre scrivevi
il libro, le indescrivibili lettere …
È stato solo il desiderio di vendetta
a tenerti in vita, il cavatappi maturo
infilzato a fondo nella gola della bottiglia?

Un pomeriggio—tarda primavera—andai
al San Michele, a vedere
il loculo sigillato che serba il tuo nome,
per portarti dei fiori, come si è
mossi a fare per i morti, e non trovai
nemmeno un vaso per metterli.
Andandomene, li ho sparsi sulla laguna,
intransfondibili germogli di sangue. Vi è, dicesti,
una collusione di cose a questo mondo …)

                       *

E così tu sfuggi. I libri che ci sono,
vecchio trafficone, non ti riesumeranno mai,
né i posti in cui sei stato.
Adriano, Nicholas Crabbe, ti nascondi
adesso dove la polvere si nasconde,
la tua truffa con l’ultimo trucco terminato,
incubo di pietra di nuovo ritornato—
Dissolvenza: la tua barca, Barone, si dirige
verso l’orizzonte, un cielo in cui i rospi,
dagli occhi di fuoco nuovo,
da soli ai punti d’attracco sbattono le palpebre all’infinito.

                                                          Venezia

da The Grave of the Right Hand (1970)

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