dai taccuini

Franco Scataglini
tratto da nostro lunedì numero 4 – prima serie – scataglini

(luglio-agosto-settembre 1984)

talora me sucede c’un oscuro comando acende bòti e fòghi

pianta de melogrà con su polle de bronzo smorce

la labilità dell’evidenza è del cuore

io vedo il filo di linfa dell’essere splendere in un testo, poi il grigio di un pre-giudizio
me lo distrugge

poesia come sviluppo della poesia

lo stoicismo è sempre una nobile faccenda di imperatori traditi

s’inghima a l’impossibile/ sempre el desio più forte/diviso e indivisibile/date fino alla morte

1.
La sua poesia è questa mancanza della sua poesia. La poesia è a se stessa il suo
impedimento a posseder la sua (vita) poesia.

2.
il poeta è…io sono impedimento a me stesso a posseder la mia vita.

I soli si sentono con nessuno. Se stesso, nel solo, diventa nessuno.

L’uomo chiede alla cose future ciò che ora gli manca: il possesso di se stesso: con ciò sfugge a se stesso in ogni presente.

I discorsi si stancano (L’Ecclesiaste)

I fioli de sera/dai nudi genochi/faceva foltiera/per froci e finochi

solitarie severe/ultime sentinele/come  in garrite nere/sui còpi rondinele

i pensieri nascono come sfumature della qualità

stradine di campagna entrano ed escono dalla visuale. Cani, macchine agricole, trattori,
dentro giallastro dorate nuvole di concime, in un acre odore di vecchia merda di stalla.
Si concime l’arato. Agricoltura: estensione. Industria: concentrazione.
Rapporto tra agricoltura ed industria: quella medesima tra panorama e video.

Il merlo svolazza sui rovi come un brandello di velluto.

i quercioli in fondo alla strada: steli d’ardesia in una nube di smeraldine lamelle

spari e botti dai botri (cambio di consonante)

riquadri di vigne sui clivi: sembrano tappeti persinai nelle prime cromie autunnali

il dolce appassimento di Kore dona agli alberi bionde capigliature di sorella

piccolo pettirosso in cima alla guizza più alta, come una bandierina di ruggine sul pennone

poi la natura deve cedere all’inverno tutto il suo splendore autunnale affinché tutto ricominci (le metamorfosi della linfa che di nuovo scorre dalle radici ai rami, dai rami ai pori estremi, aprendo i pugni chiusi delle piccole gemme  ‘(o piccolo ventaglio)

nuvole, bianche tovaglie nei punti diradati della siepe

quasi tutta l’arte è illusione (spettacolo)  – la poesia no

pensiero (contenuto) immagine referenza.

Dov’è la creatura che penso fuori di me, in un punto precisabile e determinabile
dello spazio. Collocare sempre l’altro nello spazio. O nel tempo? Cos’è l’altro quando
è collocato nel tempo, che sùbito volge. E che non può essere pensato vuoto,
come può esserlo, invece, lo spazio (vedi Leopardi)…fuori di me affinché io non lo reifichi, inquinandomi, nella forma di un mio pensiero.

Cascina Pieri. Spari della caccia verso l’imbrunire. Lei mi stringe ogni volta
ma volta la mano che tiene nella sua. Volare di uccellini: come a quelli sembra
a lei si stringa il cuore.

all’imbrunire, quando si addormentano le immagini, e si destano i suoni

ombrosa come un acquario (ma che altro è un acquario?)

Una luna smangiata dai sorci dell’invisibile, come un pallido torso di rifiuto
nel cielo alto del mattino.

La pianta dei zechini piantata nel campo dei miracoli da pinocchio,
ha fruttato nei loti novembrini.

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