Senigallia di Stefano Novelli

Oggi mi sono alzato presto.
Fuori l’aria si era scaldata. E’ uno di quei giorni in cui il cambio dell’aria
mi fa ricordare il passaggio delle stagioni.
Dall’inverno alla primavera, e poi all’estate.
Mi piace ricordare le primavere del passato. Mi dà un’idea di speranza.
Non so se capita anche a te.
Dopo pranzo ho preso la macchina, e sono andato a Senigallia.
L’ho lasciata sotto gli alberi in via Amendola, e poi ho preso a camminare.
Avrò camminato per ore. Avevo le scarpe comode, sai.
Al Foro annonario c’era un padre che guardava suo figlio
imparare ad andare in bicicletta.
Li ho osservati un po’, poi ho proseguito per la spiaggia.
Il lungomare era deserto e sentivo solo il rumore del vento.
Le finestre degli hotel erano sbarrate.
Mi sono fermato davanti alla Rotonda. Anche la passerella era deserta.
In quel momento è passata dietro di me
una Renault rossa.
Ho pensato al Summer jamboree, in quel momento.
Mi sei venuta in mente tu.
Con gli amici siamo stati alla rotonda, la scorsa estate. Dovevi vedere.
Ero vestito bene, quelle bretelle hanno avuto successo.
Intorno a me, vestiti colorati ovunque.
Le ragazze erano bellissime. Anche quelle meno carine diventavano belle,
coi vestiti a pois o a fiori e le labbra color rosso fuoco.
E ognuna con un cerchietto diverso a raccogliere i capelli.
Erano bellissime, ma mancavi tu. Non te l’ho mai detto ma mi eri mancata.
In lontananza si sentiva una canzone. Per me era “Get rhythm” di Johnny Cash.
Le macchine d’epoca erano tutte lucide. Erano parcheggiate sull’altro lato
della strada, e tutti si fermavano a guardarle.
Quando ci siamo conosciuti mi dicesti che ti piaceva
il look da pin up.
Avevi i capelli mossi e tutto il resto.
Il vento a quel punto si è alzato più forte, e sono tornato
verso la macchina.
Ho camminato più veloce, per arrivare il prima possibile a casa
e scrivere. Ho pensato che sarebbe
bello un giorno incontrarsi a Senigallia,
riconoscersi tra la folla alla Rocca
e parlare ancora, e ballare, e cercare
qualche piazzetta dove farci fotografare.
Chissà se ti lascerai crescere di nuovo i capelli,
e come ti vestirai, e come truccherai i tuoi occhi.
Quei tuoi occhi.