Versi copernicani 1957

Biblioteca di nostro lunedì – 1

Franco Matacotta (1916-1978)

È perché vedo le rinate gemme
che fiducioso dico: spero, credo,
giovane nuova vita, quelle ombre
divorate dal sole. Come inverno
pallido scempio che precoce viene
sull’estate dei morti, assurdo è l’uomo
e sua certezza inopportuna, quando
l’anima è offesa, grida dalle mani
la mutilata verità. Novembre
s’è allontanato con le rotte zolle
in un’eco di pioggia. Come un fumo
poi si perdono i mesi. Ora già il pruno
fiorisce, corre sopra i campi l’ala
del grano verde. Vedo. Sia fedele
l’uomo alla primavera. Io spero, credo.

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