Attesa e Desiderio – Anime gemelle di Nadia Diotallevi

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In silenzio, l’uno accanto all’altro ci avviammo lungo il pontile della Rotonda a mare. Senza una parola lo seguii lungo le scale fino ad arrivare alla terrazza panoramica.

“È  bello il panorama che si vede da quassù,”constatò lui mentre eravamo leggermente curvi, le braccia appoggiate alla ringhiera, a guardare il mare.
“Si è un paesaggio da favola, quasi irreale”, risposi incantata.
“Allora?… Verrai sabato alla cena? A tavola non mi hai dato la conferma.”
“Non lo so se verrò”.
“Perché?”, insistette.
Lui voleva una risposta concreta che io non ero in grado di dargli. La mia mente era troppo confusa da tutto quello che stavo vivendo.“È  un momento difficile per me”, riuscii a dire.
“Il rientro a casa è stato traumatico? Forse tuo marito ha capito l’errore che sta facendo a lasciare andare una donna come te e non vi separate più.” Insinuò provocatorio con un tono duro, poco amichevole.
“Ma che dici!”, esclamai sorpresa dalle sue parole intrise d’ironia.
”Perché tutto può cambiare”, aggiunse freddamente, fissando lo sguardo davanti a sé.
Mi drizzai di scatto stringendo rabbiosamente la ringhiera con le mani, tanto che le dita presero a farmi male. Quel gelo nella voce e le sue parole ironiche avevano ferito
profondamente il mio cuore. Ma nella sua voce avevo avvertito anche una nota sconosciuta di dolorosa rassegnazione che non riuscivo a comprendere. Ma poi; quanto lo conoscevo veramente?
Mi voltai completamente verso di lui.
“Come ti viene in mente che io possa tornare indietro sulla mia decisione?”, chiesi. Ero pronta a fronteggiarlo con lo sguardo.
Ma lui non si voltò. Pur avvertendo il mio movimento rimase nella stessa posizione, apparentemente impassibile. Infine giunse le mani e le appoggiò sotto il mento.
“Perché tutto è possibile”, disse con voce paziente, “anche che voi torniate insieme. Con il mio lavoro ho visto  tanti cambiamenti. Donne e uomini decisi a separarsi e poi, improvvisamente, cambiare idea per tornare indietro sui propri passi”.
“Non è così per noi”, risposi gelida, ”noi stiamo percorrendo già due strade diverse. Quello che mi dispiace”, aggiunsi, “ è che siamo sempre noi donne a voler fare chiarezza. Voi uomini non avete questo coraggio”, affermai, e nelle mie parole c’era un evidente rancore verso di lui e l’intero genere maschile. Poi mi chiusi dietro un muro di silenzio e rimasi a guardarlo.
Finalmente,  si volse. Appoggiò le reni alla ringhiera e mi fissò mostrandomi un volto dai lineamenti contratti,  tesi. Incrociai i suoi occhi dubbiosi che scrutavano i miei, pronti a decifrare ogni minimo cambiamento di  espressione del mio viso. Evidentemente le mie parole, intrise di rabbia e dolore lo avevano colpito. Immaginavo che, da bravo medico, mi stesse studiando per darmi poi la sua diagnosi.
“Ti ho fatta arrabbiare vero?”, chiese con quella sua voce calda, intrigante. Il volto si era disteso e sulle labbra era apparso uno di quei sorrisi che mi devastavano l’anima.
“Un poco.”, mormorai, più gentile, già conquistata dal suo fascino.

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Nadia Diotallevi è nata ad Ancona il 25 agosto 1950. E’ l’ideatrice, insieme a Laura Moll, di “Quello che le donne non dicono” ed è iscritta all’associazione “Il Megafono delle donne”. Ha pubblicato due libri: “Il risveglio del cuore” (Marcelli editore, 2008) e “Attesa e desiderio – Anime gemelle” (lulu.com, 2012) ed ha partecipato con le sue poesie al libro “Matite nel caos” (Autori Spasulati, lulu.com, 2012). Da oltre 15 anni si interessa della visione olistica dell’uomo, dell’integrità tra mente, corpo e spirito per il pieno benessere psicofisico. Si definisce una spirituale molto concreta e spera che i suoi pensieri possano essere “uno strumento attuale e attuabile di Riflessione e Ispirazione”.

 a cura di Giorgia Ricchi

 

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