Charles Wright “Italia”

poesie scelte e tradotte da Damiano Abeni e Moira Egan

OMAGGIO A EZRA POUND

Oltre San Sebastiano, oltre
Ognissanti e San Trovaso, lungo
Le Zattere e a sinistra
al di là del ponte scalinato fino a dove
—discosta sulla destra, seminascosta—
la Dogana Vecchia brucia al sole primaverile:
è così che ci si arriva.

Questa è la strada in cui abita Pound,
un vicolo cieco
di anfratti catarrosi e pietra sbrecciata,
al cui imbocco le acque
si radunano, i gabbiani stridono;
qui dentro—muto, immoto—lui aspetta,
cernendo gli affetti freddi del sangue.

                       *

Altri hanno aperto il cammino,
svanendo nel sonno, i letti
sfatti, lenzuola ancora intrise
da ciò che li ha messi in disparte—
il cancro o i polmoni malati, la nuvolaglia
della vecchiaia che avanza, l’incenso
torpido del suicidio …

E lui è sopravvissuto,
o si è rifiutato di accodarsi, e adesso
passeggia nello stroboscopio lento del sole,
o siede nelle sue stanze ovattate,
e si chiede dove le cose sono andate storte,
e tende l’orecchio alla trasmissione, al sommesso
frusciare d’ali, al tuffo di un remo.

                       *

Oggi è uno di quei giorni
che si giura siano una profezia:
l’aria esplicita e carica di umori,
come colmata da preghiere inesaudite;
il crepuscolo, che comincia a infilare
le dita fuligginose tra le piante;
e tu, Pound,
sommerso da una vita sbagliata,
rotti gli ormeggi sulla laguna (il vento
al largo, che rinforza), la marea che cala …

Ecco qui il tuo amnios e il tuo caustico,
qui c’è il tuo vestito,
padre dal sangue freddo della luce
alzati e sii integro di nuovo.

                                               Venezia

da The Grave of the Right Hand (1970)

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