Le rondini volano alte nel cielo libere – Graziella Magrini

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La Morte di Maria Felicita

Dopo aver ordinato ai domestici di chiamare il dottore, Gualtiero era salito in camera di Clotilde ed Agnese lo aveva seguito. La donna era sempre nella stessa posizione. Gualtiero entrando si era guardato attorno esaminando ogni cosa. La culla era vuota. Accostatosi al comò, aveva sollevato lo scialle, per un attimo aveva fissato il viso della figlia, Maria Felicita, poi con sdegno, aveva lasciato cadere il telo.

Gualtiero era uno di quegli uomini che, malgrado il fare autoritario, l’apparente intelligenza e l’impeccabile abbigliamento, suscitava negli altri una forma inconscia di repulsione. La voce fiacca e stridula, le mani troppo curate, un’aria melliflua e sfuggente accompagnavano un fisico alto e scarno. Occhi corvini sovrastavano labbra sottili. Gualtiero si avvicinò alla moglie e le porse la mano diafana per aiutarla a sollevarsi. Clotilde si ritrasse. Un vento, ormai freddo, entrava nella stanza. Il volto privo di compassione dell’uomo si contorse. “Smettete con queste vostre scenate ed alzatevi” gridò. Era evidente lo sforzo di quella voce gutturale e spenta. L’uomo prese Clotilde con forza, la sollevò di peso e con inaudita malagrazia la spinse sul letto.

“Voi e la vostra disperazione” continuò “siete stata fino ad ora tutto tranne che una buona moglie, non riuscirete mai ad avere la mia compassione. Non avete dignità. Ma guardatevi come siete ridotta! Grassa, sciatta. Ogni giudizio malevolo dato nei vostri confronti è sempre poca cosa”. Gualtiero urlava, la voce aspra, isterica. “Non siete riuscita a mettere al mondo un figlio che sopravviva, non avete partorito che femmine! Mi ripugnate. Quando vi ho sposata andavo fiero di voi, ora faccio di tutto pur di non mostrarvi in società, siete ridotta peggio di una serva”.

Clotilde, impassibile, si era raggomitolata sul letto. La gonna vuota copriva il talamo. Gualtiero continuava ad inveire contro la moglie con parole e gesti, a lunghi passi percorreva la stanza, ma non si avvicinava mai né alla culla né al cassetto che conteneva l’inerme corpicino. Agnese, in piedi vicino alla porta, osservava lo sfogo egoistico dell’uomo. Il suo sguardo si spostava continuamente tra i due coniugi, nell’attesa di qualche cambiamento della scena. Ma nulla. Gualtiero camminava ed inveiva e Clotilde giaceva sul letto immobile. I minuti passavano e nulla cambiava. Agnese avrebbe voluto far smettere quella voce penetrante, quelle parole sgradevoli. Come faceva quell’uomo a non capire il dolore della propria moglie, non vedeva in che condizioni era?

Arrivò il dottore accompagnato dal conte Edoardo.

Graziella-Magrini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Graziella Magrini, laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Macerata, scrittrice, poetessa, studiosa di storia contemporanea, segue con grande interesse la crescita del mondo femminile approfondendo tradizioni locali coniugate con le evoluzioni normative.
Nel 2005 è stata tra le vincitrici di un concorso letterario indetto dalla Provincia di Ancona e ha avuto come riconoscimento la pubblicazione della sua opera in un’antologia di poetesse dal titolo Versi di luna (casa editrice Il lavoro Editoriale).
‘Le rondini volano alte nel cielo libere’ pubblicato dalla casa editrice Italic – Pequod di Ancona, – novemnre 2011 – è il suo primo romanzo.
Il 4 maggio 2012 è stata premiata con la benemerenza civica del Comune di Ancona per aver portato con il suo libro lustro e notorietà alla città dorica.
Dal 2012 insieme con altre due scrittrici, Laura Moll e Nadia Diotallevi, ha fondato il gruppo denominato ‘Quello che donne non dicono’ che si prefigge di sensibilizzare le donne sulle problematiche femminili nella società odierna retaggio culturale del passato. A tale scopo la scrittrice, in conferenze solitamente organizzate da associazioni o enti pubblici, propone una panoramica sulle condizioni di vita delle donne, sia nobili che contadine, nelle Marche di inizio ‘800, paragonando il passato con il presente.

Le rondini volano alte nel cielo libereItalic Pequod
E’ l’alba del 23 febbraio 1832, quando il conte Edoardo Altieri ascolta incredulo sua moglie Agnese Brigante Colonna predire con esattezza l’imminente sbarco francese nella città di Ancona, un’azione decisa da complicati giochi di potere e perciò impossibile da prevedere. Una breve occupazione militare che basta a innescare la spirale della violenza fra i membri della Giovane Italia e i Sanfedisti, fedelissimi del Papa. Da questo momento, i disordini e i fatti di sangue si susseguono di pari passo con la proliferazione delle idee giacobine, che culmina con l’uccisione di un aristocratico reazionario e con la finale caccia all’uomo per l’identificazione dei colpevoli. Sullo sfondo dell’Italia sconvolta dai moti risorgimentali si svolge l’intrigante vicenda di Edoardo Altieri, esponente di spicco del partito papalino e di sua moglie, la bellissima e misteriosa contessa Agnese. L’irresistibile magnetismo della donna non è privo di accenti mistici e si fa allegoria dell’eterno ritorno della Storia nella figura di Agnese, lettrice curiosa ed attenta che ricompone, ai nostri giorni, i tasselli della vicenda passata.

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