L’anima del luogo

“Faccia a faccia” con Andrea Silicati

Andrea Silicati nasce a Jesi nel 1970 e contemporaneamente agli studi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata inizia la sua “pratica delle arti”.
Lo studio di Silicati è a Jesi, città dove vive e lavora, ma la sua attività si è man mano aperta nel territorio nazionale, dove l’artista ha tenuto mostre in gallerie private e spazi pubblici. Tra i vari progetti realizzati dall’artista, c’è la fondazione dell’Associazione Artistica il Camaleonte, al cui interno Silicati insegna dal 2007 disegno e pittura.
Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata in una pittura che narra un corpo nudo, fragile, con una tecnica ed uno stile nati da anni di sperimentazioni, ottenendo l’apprezzamento della critica e del pubblico.
Dopo un 2013 ricco di nuove esperienze pittoriche, grafiche e performative in cui l’artista si è rimesso in gioco percorrendo strade nuove, il 2014 si prospetta all’insegna della polarità tra un’attenzione a realtà estere ed un evento strettamente legato all’identità umana e territoriale della sua città natale.

Jesi in 999 ritratti – La mostra

Nell’epoca dei social Andrea Silicati ci offre una rete alternativa in cui viene recuperata una componente di indiscusso interesse: la relazione umana reale. Un risveglio dal virtuale, cui ormai siamo assuefatti, per ricordarci che l’identità più viva e pura di una persona (messa insieme ad altre 998 crea una comunità!) non viaggia on line ma con incontri e comunicazione diretta. Scambi di sguardi capaci in pochi attimi di creare un’empatia ed essere tradotti dall’artista in ritratti.
Ritratti fatti di poche ma sapienti linee emozionali.

Perchè 999? Se scattasse la decina sembrerebbe che qualcosa si sia concluso.
L’operazione di Andrea Silicati essendo vita vera non si concluderà mai.
(Simona Cardinali)

Faccia a faccia

Riportiamo una breve descrizione dell’incontro che si è svolto tra i ragazzi dello studio Lirici Greci comunicazione e Andrea Silicati.

Come definisci la tua arte?
E’ sempre difficile definire quello che ti viene da dentro. Se ragioniamo come critici, bhe…può essere inquadrata tra l’astratto e il figurativo, sul filo di queste due visioni. Una sorta di figura che sta per comparire.

Come definiresti il tuo percorso artistico, in che modo si è evoluto?
Prima ero un ritrattista tecnico, ho lavorato molto sul corpo, anche andando a toccare altre forme di arte come la danza.

Oltre al corpo?
Mi è piaciuto molto lavorare sul territorio, come nelle opere confluite nella personale “Ancona, città tra terra e mare”. O in Toscana, in una cornicie incantata, tra le Alpi Apuane e la meravigliosa natura del piccolo borgo di Cutigliano in provincia di Pistoia.

Visto che ne parli con tanto entusiasmo, raccontaci qualcosa
di più di questa esperienza.
Ho pensato alla creazione di un ritratto corale della comunità, per mostrare come l’anima di un luogo sia costituita dalle persone che lo abitano, dalla loro personalità, dalla loro storia, dai tratti del loro volto. Ho girato scuole, fabbriche, farmacie cercando di ritrarre “l’anima del luogo” in pochi minuti per ogni volto, e senza ripensamenti.

Con che tecnica fai questi ritratti?
Principalemente penna e acrilici, bianco e nero puro.

Come mai il ritratto è sempre al primo posto?
Perchè il corpo è il luogo del nostro essere, per lo meno io la vedo così.

A cosa pensi quando crei?
Meno penso e meglio è. Il progetto più è spontaneo
e meno controllato più risulta facile.

Come riesci, nel pratico, a elaborare in questo modo i volti?
Credo che ogni persona abbia un modo diverso di percepire le cose del mondo. Dipende caso per caso da come vedo in quel momento la persona. Ogni volta è un processo differente, non è un ritratto tecnico.

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