Otium nel Montefeltro – Un corto in tre settimane!

21 giorni per imparare a scrivere, girare e
montare un cortometraggio dalla A alla Z.
dal 18 agosto al 7 settembre.

Otium nel Montefeltro, i suoi orafi, ebanisti, stampatori di tessuti, ceramisti, immersi nel
paesaggio del Montefeltro, diventano i personaggi e le locations attraverso i quali si snodano storie inedite: un giallo, una love story, un pulp… Gli studenti diventano così, sceneggiatori, registi, montatori in un workshop che vedrà i commedianti della Rete Teatrale prestarsi al gioco e diventare attori da dirigere e plasmare. Una premiazione finale pemetterà al corto vincente di essere trasmesso in esclusiva su Teleromagna

Location principale – lezioni teoriche e montaggio: Pietrarubbia, CENTROTAM (PU).
Il piccolo centro del Montefeltro, legato alla grande figura di Pomodoro, è la sede del corso.

Docenza: I corsi sono impartiti da Fabio Maiorino, formatosi alla SORBONA e alla TISCH SCHOOL OF THE ARTS – NEW YORK UNIVERSITY è regista, autore e conduttore televisivo, televisivo (RAI) – www.1plus1film.com. -Professionisti dell’audiovisivo saranno integrati in affiancamento durante il corso del workshop.

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E-commerce di prestigio nelle Marche

LINEA MARCHE. Nuova e-commerce per le Marche in linea con i tempi.

Le Marche hanno dato vita a molte aziende specializzate nelle calzature che hanno fatto scuola e che tutt’oggi, anche con la crisi, continuano a produrre e vendere grazie alla determinazione ed ambizione di molti imprenditori del territorio. Una realtà è Linea Marche, azienda che ha contribuito a segnare la storia dell’industria calzaturiera dagli ultimi 40 anni. Fondata nel 1972 a Piticchio di Arcevia in provincia di Ancona, ha dato vita a quattro marchi Vic Matiè, Vic, O.X.S. e O.X.S  Rubber Soul.

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                In Vic Matiè la mission consiste nel creare prodotti in linea con i trend della moda, pezzi unici in grado di sfidare il tempo ed essere sempre affascinanti ed attuali.
Il marchio Vic  che nasce dalla volontà di creare un progetto “sano e sicuro” per il retail e per le consumatrici in un mercato globale sempre più instabile e frenetico. Il marchio O.X.S., scarpe attuali ma senza tempo e senza confini spaziali sempre fedeli allo stesso credo Made in Italy, know how e cura artigianale del dettaglio. Infine, O.X.SRubber Soul, collezione di limitati modelli di calzature ed accessori uomo e donna, resi unici dalla lavorazione manuale della gomma sulle tomaie e sulle borse.
Oggi le collezioni di questi brand sono distribuite nel mondo attraverso gli showroom di Milano, Roma, Parigi Dusseldorf, New York e Shanghai, ma i punti vendita altamente qualificati dove i prodotti di Linea Marche sono venduti, sono distribuiti tra Italia, Europa, Russia, Medio ed Estremo Oriente, USA, Canada e Cina. Per il gruppo un’importante novità, a luglio di quest’anno partirà la piattaforma e-commerce per i due marchi Vic Matiè e O.X.S.
“L’e-commerce – spiega Renato Curzi fondatore di Linea Marche – non può di certo sostituire i negozi ma rappresenta un servizio, una comodità dal punto di vista logistico, operativo e di informazione.
Il web diviene così un servizio di marketing importante ed ulteriore per dare spessore aziendale e un’immagine innovativa di marca”.

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Flowery Letters

Le lettere dell’alfabeto vestite con elementi floreali multicolori
espressione di un visual fresco e divertente per costruire emozionali esperienze visive.
La font di oggi è la B del Baskerville.

Baskerville

B/Baskerville
Un carattere che porta il nome del suo creatore, John Baskerville, maestro calligrafo ed incisore inglese del ‘700. Dopo una carriera nella produzione degli oggetti laccati, Baskerville decide di tornare alla Lettera e alla stampa.
In una delle sue edizioni scriveva “Tra le diverse Arti meccaniche che hanno impegnato la mia attenzione, non ce n’è alcuna alla quale mi sia dedicato con tanta assiduità e piacere come la fusione dei caratteri.
Essendo stato un precoce ammiratore delle Lettere, sono quasi impercettibilmente diventato desideroso di contribuire alla loro perfezione”.
Questa sua intenzione è soddisfatta con la creazione di un carattere aggraziato
e chiaro.I raccordi sono più eleganti e le grazie superiori di alcune lettere sono
quasi orizzontali (come la b, d, l, i, m,p). Si ritrovano inoltre le forme della calligrafia postfiamminga: la coda della Q è a forma di falce e il cappio inferiore della g è aperto.
Dai tipografi inglesi dell’epoca il suo carattere viene definito beautiful workhorse (bel cavallo da tiro) come per dire buono, ma non da corsa.
Nella sua patria Baskerville troverà la dovuta considerazione solo post mortem ma nell’Europa Continentale la qualità delle sue edizioni e del suo carattere diventano presto celebri.

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Valentina Capecci – Lui è mio e lo rivoglio

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…Il mio fidanzato, che è un dinoccolato dai ricci scomposti e gli occhi azzurri in perenne aria sorniona, da qualche giorno è regredito in inspiegabile cupezza. O forse me l’ha spiegata sta cupezza ma ormai i lamenti del genio incompreso dai baroni dell’apparato accademico da un orecchio mi entrano e dall’altro mi escono.
– Allora, per pranzo c’è una discreta varietà di rimasugli. Non garantisco sulla qualità, ma posso certificarne l’abbondanza. Assaggia il formaggio, secondo te è ancora buono?
Fabrizio si avvicina, inspira e rimbalza all’indietro.
– Buttalo via, non senti che spruzza metano?
– Schizzinoso – poco convinta lo getto nella sezione umido della pattumiera e lui, che in teoria dovrebbe apparecchiare, si appoggia alla credenza con le mani in tasca e, scuro in volto, si contempla le sneakers scalcagnate. Dev’essere una giornata no. Come ieri. E l’altro ieri. Faccio finta di niente, non ho abbastanza tempo, né la voglia, di scandagliare i fondali della sua uggia. Gli passerà.
– Hai saputo del povero Danilo? – viro sulla cronaca.
– No. Che ha fatto il povero Danilo?
– Ah, era su quel traghetto speronato da una nave e che è naufragato alle Seychelles. Si sono salvati per un pelo… pensare che era il suo viaggio di nozze.
– Gliel’avevo detto io, che era pericolosissimo sposarsi.
– Che stai diventando come Franco? Per lui è tutto pericoloso, eccetto vegetare.
– In un certo senso non gli do torto – conclude seccato. Questo però è veramente troppo. Non tollero che si possa dare ragione al mio collega Franco, neppure se ce l’ha. Chi la pensa come Franco o sta male o non è normale: – Che ti sta succedendo? – domando: – È da qualche giorno che fai l’antipatico.
– Bah… – è la sua spiegazione.
– Cos’è? Stress da rientro?
– Può darsi…
– Stasera vado al cinema con Giuliana… – cambio discorso mentre distribuisco i piatti sul tavolo: – Lei lascia a casa il marito e allora io mi sono permessa di escluderti dall’allegra brigata.
– Hai fatto bene.
– Mi pare di capire che non sei in vena di vedere gente.
– Sì, mi piacerebbe essere evitato da tutti… – gorgoglia. Poi, al termine di un lunghissimo, rumoroso sospiro, chiosa: – …e possibilmente anche da te.

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Valentina Capecci nata ad Ascoli Piceno, laureata in giurisprudenza è sceneggiatrice di film per il cinema: “Se fossi in te” “L’uomo perfetto” “È già ieri” “Como estrella fugages” e fiction TV per Rai e Mediaset come “Non lasciamoci più” “Il commissario” “Prigioniere del cuore” “Caterina e le sue figlie” “I Cesaroni” “Mogli a pezzi” “Sangue caldo” “Il commissario Manara” “Il sangue e la rosa” “I delitti del cuoco” “Provaci ancora Prof” “Pupetta” “Rosso San Valentino” “Baciamo le mani”. Ha scritto per il teatro: “Le parole non contano” “Souvenir” “Le confidenze del pene” “Devo dirti una cosa” e racconti, ha curato la raccolta “Omicidi all’italiana” ed. Colorado Noir, pubblicato “Gente Normale” Marsilio Ed., l’E.book “Lui è mio e lo rivoglio” e di prossima uscita “Ti voglio bene fratello” per Fandango Libri.

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Visioni in movimento – terza parte

Negli ultimi due anni ho iniziato a tenere dei corsi di illustrazione e di monotipia nel moi studio, è un esperienza molto bella, che mi arricchisce moltissimo.

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Il mestiere dell’illustratore è molto solitario, confrontarsi  e condividere i propri saperi con  gli altri è fondamentale, questi corsi mi permettono di aprire tante meravigliose finestre.

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Inoltre quest’anno ho organizzato un workshop di illustrazione con l’illustratore Conc e prossimamente una serie di seminari sulla scrittura  con Nadia Terranova.

papere_03 copia Qui sotto la mia bibliografia

« Butinages » poesie di Gaston Herbreteau  ill. Brunella Baldi – Soc&Foc – Francia 2013

 “Histoires à boire et à croquer” testo di Isabella Lafonta ill. Brunella Baldi Flies France – Francia 2013

“Roucoule ma tourterelle” testo di François David  ill. Brunella Baldi – Ocean Editions- Ile de la Reunion 2013

“Prinzessin Leonie und der linkshandige Konig” testo Maria Theresia Rossler ill. Brunella Baldi – Jungbrunnen – Vienna 2013

“ Perchè credo ? ”  testo Benedetto XVI, ill. Brunella Baldi – San Paolo Edizioni – Milano 2012

“Peau de lapin…”  testo Vanessa Simon Catelin, ill.Brunella Baldi – Motus Editions – Francia 2012

“Agata e la volpe” testo Angela Nanetti, ill.Brunella Baldi – Motta Junior – Firenze 2012

”Come due gocce…” testo Sandra Dema, ill.Brunella Baldi – Acco Editore – Varese 2011

“Non c’è nave che possa come un libro” poesie Emily Dickinson, ill.Brunella Baldi – Motta Junior  – Firenze 2011

“Di topi e leoni, di orsi e di galline” testo Lev Tolstoj, ill.Brunella Baldi – Lapis Edizioni – Roma 2011

“C.C.P. cicogne, cavoli, provette” testo e immagini Brunella Baldi – Prìncipi & Princípi – Firenze 2011

“La chambre des astres”, poesie Gilles Brulet, ill.Brunella Baldi – Soc&Foc – Francia 2010

“Per tutto l’oro del mondo”, testo Manuela Piovesan, ill.Brunella Baldi – Coccole & Caccole Edizioni – Cosenza 2010

“Les enfants de Titaniah”, testo Sugeeta Fribourg, ill.Brunella Baldi – Alice Editions – Belgio 2010

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Al teatro dell’opera – Enzo Siciliano

di Enzo Siciliano
tratto da nostro lunedì
n° 2 forme – prima serie

Mia madre e mio padre andavano la sera, spesso, al Teatro dell’Opera. Restavo a casa con mia sorella, e piangevo disperato. Volevo andarci anche io. Ascoltavo i dischi con le arie della Bohème, di Traviata, e di Cavalleria cantate da Gigli. I dischi con le etichette rosse della Voce del Padrone o quelle blunere della Columbia erano, messi sul piatto foderato di feltro del grammofono RCA, il mio unico teatro.

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Il teatro era il sipario di velluto, e nella mia immaginazione aveva un peso misterioso.
Non sapevo cosa fossero le luci di una platea che lentamente calano per far luogo al buio che è preludio di spettacolo, ma da quel luogo ero attratto in modo devastante.
Il teatro è stata la mia vera passione dai cinque anni in poi. E il cinema, dove avevo visto Biancaneve e i sette nani, mi sembrava un surrogato.

Finalmente, un pomeriggio potei entrare nel foyer dell’Opera romana: venni portato, mentre c’era spettacolo, in un palco. Davano Cecchina, la buona figliola di Piccinni. Sapevo che potevo stare nel palco pochissimi minuti – non ricordo proprio altro: i perché e i come della faccenda si sono cancellati dalla mia memoria. Ricordo una luminosità color avorio, ragazze in aggraziati costumi contadini, e degli asini. Sì, veri asini in scena.

Guardavo la fossa d’orchestra dall’alto, vidi il direttore che si sbracciava. Tornai con gli occhi agli asini, e in quell’attimo uno di loro sbioccolò da sotto la coda alzata un grappolo di noci bionde di biada digerita. Gridai, “Fa la cacca.”

Il pubblico intanto rideva e applaudiva; e io venni tirato via da mia madre nel corridoio e portato a casa, sgridato.

Al Teatro dell’Opera sarei tornato dopo la guerra, in loggione con mio padre: avevo dodici o tredici anni. Mario Del Monaco cantava Cavaradossi in Tosca. Mio padre amava i tenori come Schipa, come Tagliavini. Disse,“Questo ragazzo ha una voce potente, ma non canta: strilla.”

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Effetto Mille Miglia

Tappa ad Ancona
“Analizzando a fondo i percorsi delle ventiquattro edizioni della corsa ci si rende subito conto che parte dell’enorme popolarità delle Mille Miglia, ieri come oggi, deriva dal fatto che i concorrenti transitavano sull’uscio di casa di oltre mezza Italia. Volendo effettuare un minimo di statistica su tutti i ventiquattro tracciati, compreso quello anomalo del Gran Premio Brescia del 1940, si scopre che le regioni interessate dal passaggio delle Mille Miglia furono dieci e le province (considerando i confini amministrativi odierni) quarantacinque; di queste, in ben trentotto casi, il transito riguardava oltre ad innumerevole centri, la città capoluogo della provincia. Escludendo il circuito del 1940, le città sempre attraversate sono – oltre ovviamente a Brescia e Roma – Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Ferrara, Rimini, Riccione e Pesaro. Dai centri storici delle grandi città, ai paesini delle zone più desolate, la Mille Miglia forniva uno spaccato di un’Italia in continua evoluzione. Dalle descrizioni dei giornali dell’epoca si riconosce un paese in perenne mutamento”.

da www.1000miglia.it

La tappa anconetana delle Mille Miglia, che nel pomeriggio di venerdì 16 maggio, ha visto passare lungo corso Garibaldi 400 auto storiche, più le altre al seguito. Ben 1.500 le auto coinvolte, tra cui spiccano alcuni gioielli fuori gara come le Mercedes McLaren.

Di seguito alcune delle foto scattate tra Piazza Roma e Piazza Cavour.

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Gillo Dorfles: opere 2010-2013 a Urbino

“Sono sempre stato curioso del mondo, credo che dipenda unicamente dal grande interesse che ho sempre avuto e ho tuttora verso il prossimo. Il prossimo mi interessa più di me stesso, per fortuna”

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Si è inaugurata mercoledì 21 maggio presso le sale espositive della bottega Giovanni Santi nella casa natale di Raffello a Urbino, la mostra monografica su Gillo Dorfles.
Il grande critico, artista e filosofo nato a Trieste nel 1910, oggi all’età di 104 anni non smette di stupire, continuando a esporre e non perdendo la determinazione del suo messaggio. Personalità poliedrica che lo ha visto nel tempo fronteggiare varie tematiche e aspetti dell’arte con uno sguardo sempre attendo nei confronti del contemporaneo. Si laurea prima in medicina specializzandosi in psichiatria e parallelamente porta avanti gli studi sull’arte visiva e l’estetica orientandosi verso l’antroposofia di Rudolf Steiner Coinvolto in vari movimenti artistici fonda insieme a Bruno Munari e altri il Movimento per l’arte concreta. Si dedica alla critica d’arte fino alla fine degli anni ’80 per poi rivolgersi più assiduamente alla pittura fino ad oggi. Le sue origini e sui studi lo pongono in un ambito mittel europeo che influenza la sua pittura e il suo approccio alla vita. Immagini decostruite, non riproduzioni , ma bensì visioni di inconscio, di sensazioni profonde e spirituali che nascono dal profondo dell’artista riprodotte in immagine concreta sulla tela o sulla carta. La sua tecnica si orienta verso l’uso di colori brillanti e accesi, rappresentazioni di figure surreali e multiformi, non imitative della realtà naturale che ci trasmettono tutta l’energia propositiva dell’artista.
La mostra seleziona opere degli ultimi decenni dell’artista, tra acrilici su tele e tecniche miste su carta e cartoncino ed è disposta nei disposta nei tre ambienti al piano terra della bottega di Giovanni Santi.

big_370420_9929_05-Gillo-Dorfles---Il-fustigatore,-2007.-Acrilico-su-tela,-70-x-100-cm.-Collezione-privata,-Milano

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Per l’occasione è stato conferito all’artista anche il premio dell’Accademia di belle arti di Urbino “Il sogno di Piero” che negli anni è stato conferito a molti artisti contemporanei di fama internazionale come René Berger, Fernanda Pivano, Eliseo Mattiacci, Alexandr Sokurov, Pier Paolo Calzolari, e molti altri. Collegata al premio è stata edita una brochure che contiene un raro testo di Gillo Dorfles pubblicato nel 1953 su “La Fiera Letteraria”, Come dipinge Montale. Il catalogo della mostra con testi di Luigi Sansone e Luca Cesari con riproduzioni di tavole e testi più un’appendice di due antichi scritti Goethe disegnatore e Raffaello apparsi su “Arti Plastiche” nel 1933,
Editore Campanotto.
Un’occasione per vedere uno dei più importanti artisti e critici del ‘900 italiano ospitato nella casa di uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi.

Casa natale di Raffaello – Bottega Giovanni Santi
via Raffaello 57 Urbino (PU)
lun-sab 9-19, dom e festivi, 10-13 e 15-18
Ingresso libero

Francesca Luslini

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Goodmakers: la vendita online del vino di qualità al miglior prezzo possibile

L’ideatore di Goodmakers è Lorenzo Quarello, torinese doc, appassionato, esperto e professionista del settore dell’enogastronomia.

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La passione per il vino e la sua esperienza nelle aziende vinicole gli ha fatto venir voglia di provare a far da sé. Tantissime esperienze sia teoriche che pratiche. Una Laurea in Scienze Politiche all’Università di Torino, un corso di marketing in Turismo vitivinicolo nel 2002, una collaborazione con Slow Food nella redazione della Guida ai vini d’Italia in collaborazione con il Gambero Rosso, nel 2006 un master in management delle aziende vitivinicole dell’Università di Firenze e infine, alcune esperienze nel campo commerciale e nel marketing.

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L’idea di Quarello nasce perché la rete di distribuzione tradizionale non è in grado di soddisfare due bisogni: visibilità per le microimprese e, dall’altra, domanda di prodotti di qualità per il cliente. L’idea di Goodmakers è proprio quella di mettere in relazione i buoni produttori di vino con chi cerca i loro prodotti. La funzione innovativa di Goodmakers sta, infatti, nel modo in cui si sceglie, si propongono e condividono i prodotti: un unico portale dove da un lato ci sono gli acquirenti privati con il loro network d’acquisto, dall’altro i rivenditori nell’area riservata ad accesso limitato e su invito. Acquirenti e rivenditori non entrano in questo modo in competizione, secondo una logica di gruppi d’acquisto solidale.

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Il meccanismo di vendita prevede la partecipazione attiva degli utenti nella condivisione dei prodotti. La campagna di vendita dura 20 giorni e parte ogni mese. I prezzi di partenza sono quelli al pubblico, sarà poi la viralità della rete che permetterà di arrivare ad uno sconto massimo del 20%. Più persone acquistano quel prodotto più il prezzo si abbassa. In questo modo i produttori hanno un vasto pubblico e i consumatori pagano meno. Vendite flash, rotazione prodotti e rapporto duraturo tra consumatori e produttori sono gli ingredienti della logica di Goodmakers.

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Flowery Letters

Le lettere dell’alfabeto vestite con elementi floreali multicolori
espressione di un visual fresco e divertente per costruire emozionali esperienze visive.
La prima font sperimentata è la lettera A dell’ Helvetica.

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A/Helvetica
Disegnato da Max Miedinger nel 1957, è un font associato indissolubilmente al design e alla grafica italo – svizzera dei grandiosi anni sessanta derivante dalla sua elaborazione commerciale delle proposte delle avanguardie.
L’Helvetica segna la definitiva sconfitta dei caratteri geometrici razionalisti come
il Futura riavvicinandosi, pur con qualche modifica, alla tradizione.
Motivo della sua diffusione sono alcune sue particolarità come la zampa a ricciolo della R e le terminazioni delle lettere c, e, s, C, G, S che sono state rese quasi orizzontali.
Il risultato è un carattere particolarmente neutro, compatto e poco caratterizzato, perfetto per l’uso nella composizione formale.

[…] “Helvetica is the shift worker and the solo entertainer of typefaces.
It is the conditio sine qua non of typography. As one among thousands of fonts, it is
available but not intrusive. And yet it is one of the most popular in history ” […]
[…] “If you have something to say, you will say it even better with this typeface. Anywhere, anytime, in any medium. Helvetica’s robust design feeds equally into daring experiments and down-to-earth placards. Anything written in this typeface wants to be read. It lends its quality to the content of a message. Always neutral and functional, it can readily be grasped and has become the quintessence of modern aesthetics worldwide” […]

Lars MüllerHomepage to a Typeface  (Lars Müller Publishers)

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