Per un Nuovo Anno pieno di Luce

La celebrazione del Yi Peng (letteralmente luna piena del secondo mese) che si svolge a una ventina di kilometri dal centro di Chiang Mai, nella Thailandia settentrionale, è un’antica cerimonia risalente al vecchio Regno Lanna, che un tempo governava il nord della Thailandia e parte della Birmania, del Myanmar e del Laos. Durante questo festival, molte migliaia di bellissime lanterne khom loi vengono lanciate in aria contemporaneamente, creando una striscia di fuoco incandescente nel cielo di Chiang Mai. L’atto di fare le lanterne e donarle ai templi è un modo di rendere merito, la luce della lanterna è significativo nella cultura buddista perché rappresenta il passaggio dalle tenebre ad un futuro più luminoso. Far volare un khom loi è una simbolica forma di purificazione e la credenza popolare vuole che nel suo volo si porti via la malasorte di un anno intero.

info
thaiweb.it
joythay.blogspot.it

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Baudelaire, Nicola Muschitiello

Tratto da nostro lunedì – l’amorosa spina
poesia 2005

Nicola Muschitiello
Baudelaire
martedì 31 agosto 2005

muschitiello3

Tre citazioni, intanto, perfettamente appropriate. La prima: “Come in quei prodigi d’ottica che ingannano i sensi, egli si avvicina a noi a mano che il tempo sembra distaccarlo, e la sua figura farsi più evanescente. Il mondo cambia, è molto mutato serto dagli anni in cui Baudelaire visse e scrisse, ma ci accorgiamo che la nostra epoca feroce è divenuta sempre più “baudelairiana”. E’ del nostro Giovanni Macchia (1957). E’asserto verificabile, e avveratesi sempre di più (epoca feroce!). La seconda: “Posso quindi affermare che, se fra i nostri poeti ci sono poeti più grandi, più forti e più dotati di Baudelaire, no ce n’è nessuno più importante di lui”. E’ di Paul Valéry (1929), l’intellettuale più intelligente della sua generazione, insieme con Marcel Schwob. E infine la terza (e più importante): “Nessuno ha mai ricevuto una simile scienza dell’uomo, insieme con una tale capacità di muoversi nel divino. Baudelaire è il luogo delle corrispondenze fra il Cielo e la Terra, il legame spasmodico fra ciò che passa e ciò che resta”. E’ di Jean Royère (1927), purtroppo dimenticato, e vero fedele dell’amore di Baudelaire. Quanto a me, in cuor mio lo chiamo “Chermes” Baudelaire (incantamenti, carmina, formule magiche, l’albatros più bello dell’aria: beau de l’air), umanissimo, celeste, straziato e straziante, femmineo e virile, profetico, eterno più che moderno, onestamente di psichico, homo duplex e centuplo, e unico, “acqua multiforme”, pietoso e feroce, e lucido “come una bella coscienza”, e fratello, e forse anche primo amico (Platone), anelito di purezza, simbolo di dignità per ogni letterato degno di questo nome, grido e preghiera, e “lingua muta”, e caro caro intercessore e avvocato per ogni anima amante e invocante (suo padre, Edgar Poe e Mariette “la servante au grand coeur” erano i suoi). Ho tradotto e pubblicato di lui, finora, i Petits poèmes en prose e Mon coeur mis à nu, due opere apparentemente postume, di una bellezza finalmente profonda, di una verità ovvia e difficile, bagliori di pensiero e di musica, ben sapendo che Les fleurs du mal sono la Genesi di una Bibbia moderna che risuona in eterno e che nessuno ha continuato. Semplice canone fissato prima dell’Apocalisse.

 Nicola Muschitiello

LA MONETA FALSA

Mentre ci allontanavamo dalla rivendita dei tabacchi, il mio amico suddivise accuratamente il suo denaro; nella tasca sinistra del panciotto, fece scivolare delle monetine d’oro; nella destra, delle monetine d’argento; nella tasca dei calzoni, una quantità di soldoni, e infine, nella destra, una moneta d’argento da due franchi, che aveva in particolar modo esaminato. “Singolare e minuziosa partizione!” dissi fra me stesso.
Facemmo un incontro: un povero che ci tese il berretto tremando. – Non conosco nulla di più inquietante dell’eloquenza muta di quegli occhi supplicanti, che contengono, per l’uomo sensibile che sa leggervi dentro, tanta umiltà e tanti rimproveri a un tempo. Egli vi ritrova qualcosa di simile a quella profondità di sentimento complicato, negli occhi lacrimanti dei cani sferzati. L’oblazione del mio amico fu molto più considerevole della mia, e gli dissi: “Avete ragione; dopo il piacere d’essere stupito, di più grande c’è solo quello di provocare una sorpresa.” “Era la moneta falsa”, mi rispose tranquillamente, come per giustificarsi della sua prodigalità.
Continua a leggere

Casa Museo Osvaldo Licini: “L’irriducibile pittore dell’aria”

LICINIJPG 3

Si è inaugurata il 14 dicembre la nuova casa museo Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado, in provincia di Fermo. Dopo un rigoroso intervento di restauro fortemente voluto dalla Provincia di Fermo, in collaborazione con la Regione Marche, con il Comune e con la sponsorizzazione di Guzzini.
Si tratta di uno dei maggiori artisti italiani dell’inizio del Novecento, compagno di studi i Giorgio Morandi a Bologna, passò gran parte della vita nella solitudine del suo paese natale, per lui inteso come luogo della creazione, su quel “cocuzzolo, da dove ogni sera vediamo calare il sole” come lui stesso disse nel 1944 . Le opere di Osvaldo Licini sono piene della sua intensa interiorità e sensibilità, attraverso un sapiente utilizzo del colore trasmette un’elaborazione dei sentimenti quanto più profondi e vitali. Parte da una ricerca espressiva legata alla riflessione sulle avanguardie francesi, in particolare sull’espressionismo, si focalizzerà poi sulla diatriba tra figurativismo ed astrattismo attraverso la fase delle liriche geometrie esposte alla Galleria Il Milione di Milano, fino al superamento e all’ideazione della nuova iconografia dei Personaggi, delle Amalassunte, degli Angeli Ribelli, delle cosmiche Marine e dei Missili Lunari in cui convergono paesaggio e fantasia, concezione filosofica, letteratura e poesia decadente francese.

licini2jpg 2

Pittore astrattista di alta levatura, vede oggi nella sua casa il ricordo del suo passato vivente e della sua arte attraverso gli arredi, oggetti e perfino abiti, capaci di trasmettere tutta l’intensità del suo vissuto all’interno di quelle mura. La dimora settecentesca è strutturata su tre livelli, compresa la cantina, dove l’artista teneva riunioni politiche; la zona giorno che comprende anche un’ampia sala dove custodiva le sue opere. Salendo le scale, alzando lo sguardo, sul soffitto, si ammira la pittura murale realizzata da Licini agli inizi degli anni Quaranta sui toni freddi dell’azzurro e del grigio, in cui le linee sinuose evocano traiettorie astrali in uno spazio selenico. La zona notte e lo studio con i cavalletti, i colori, la scrivania incrostata di impasti cromatici, questo è il piano più luminoso, in cui si aprono molte finestre sul paesaggio collinare: guardando oltre i vetri è facile riconoscere scorci riproposti nei dipinti. La camera di Licini è in stile costruttivista, sulla parete a cui è addossato il letto c’è un’“archipittura” giocata su di un modulo triangolare bianco, profilato di arancio su fondo nero. Assolutamente meritano la visita alla casa le uniche pitture su muro realizzate da Licini.
In occasione dell’apertura della casa museo sono esposti i disegni dell’artista donati da Caterina Celi Hellstrom, figlia adottiva del pittore, che costituiscono la collezione permanente del Centro Studi Osvaldo Licini, ed alcuni dipinti di collezione privata. Si prospetta un nuovo utilizzo degli spazi della casa e della cantina, in particolar modo, qui verranno ospitate mostre di arte contemporanea o legate all’arte del Novecento.

Informazioni:
Ingresso libero
Accessibilità totale

Sussidi alla Visita
Visita guidata
Spazi per la Consultazione e Servizi al Pubblico
Sale per mostre
Spazi esterni

Attività Culturali
Mostre temporanee
Materiale documentario in rete

CONTATTI PER PRENOTAZIONI DI
– aperture su richiesta
– visite guidate

Centro Studi Osvaldo Licini
T +39 334 9276790
info@studiosvaldolicini.it
www.centrostudiosvaldolicini.it

articolo a cura di Francesca Luslini

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Airbnb. Your home away from home

AIRBNB1buona 2

Fondata nell’Agosto 2008 dall’intuizione delle giovani menti di Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk, Airbnb è una piattaforma online che mette in contatto utenti che cercano un alloggio a breve termine con persone che hanno uno spazio extra da affittare. Applicando i principi della sharing economy, questo portale funziona mediante un collaudato e affidabile sistema di recensioni che ogni “Guest” (ospite) posta in corrispondenza del profilo del “Host” (padrone di casa) presso cui ha soggiornato, al termine della propria esperienza di viaggio. Gli elementi che rendono Airbnb un portale unico nel suo genere, sono essenzialmente tre: il primo è rappresentato dalla varietà degli alloggi messi a disposizione, che vanno da comuni appartamenti, fino ad arrivare a castelli veri e propri, passando per loft ultramoderni, case sugli alberi e barche. In secondo luogo, la presenza delle cosiddette Neighborhoods Guides (Guide ai Quartieri), guide turistiche in continuo aggiornamento che aiutano i viaggiatori a scegliere il quartiere più adatto alla propria tipologia di viaggio, grazie a una serie di filtri collaborativi e tags come: “Trendy“, “Vita Notturna“, “Relax“, “Creatività” e “Shopping“. Attualmente il team Airbnb ha mappato manualmente circa 300 quartieri di sette città principali (San Francisco, New York, Londra, Parigi, Berlino, Washington D.C. e Rio de Janeiro) inserendo più di 40 mila street-foto al progetto Neighborhoods Guides. Last but not least , la terza caratteristica fondamentale è la Wish List, un catalogo personalizzabile comprendente i luoghi che ogni utente vorrebbe visitare almeno una volta nella vita. Nella creazione dell’opzione Wish List, il team Airbnb ha progettato un sistema innovativo di scorrimento dati, che permette agli utenti di interagire con queste liste senza che il sito internet ne rallenti l’esperienza. Questa giovane community, conta ad oggi più di 9.000.000 utenti dislocati in 35.000 città   per un totale di 192 Paesi. La filosofia dello “Sharing is caring” non è mai stata più attuale di così!

AIRBNB2buona 2

articolo a cura di Cecilia Lusardi

info
Airbnb

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Progetto Caratteri

Anello 1

Marco Anello. Designer, abruzzese di origini, vive e lavora a Milano. Si è occupato di progettazione della comunicazione visiva per aziende private ed Enti pubblici. Come artista ha realizzato sculture e stampe in sublimazione su alluminio partecipando a mostre collettive e private. L’interesse per i materiali lo ha portato alla creazione di oggetti di uso quotidiano, esposti al Fuori Salone di Milano del 2009, dove coniuga arte e design. Negli ultimi tempi si interessa anche di Physical Computing ed Interaction Design.

Instagram
artuniondesign

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

“Rosso è scomparso!” La nostra fiaba per il vostro Natale

scomparsorossojpg 2

Quando Madre Natura, agli inizi dei tempi, si trovò di fronte all’immenso compito di dare forma e sostanza a tutto l’Universo, pensò di aiutarsi ricorrendo ai colori. Perciò creò tre colori principali, Giallo, Rosso e Blu (il Bianco e il Nero a dire il vero c’erano già, ma propriamente sono dei non-colori) e li chiamò colori Primari, perché erano quelli basilari. Essi infatti, venendo a contatto tra loro, diedero origine ai colori Secondari, come il Verde, il Viola, l’Arancione… Non solo: a seconda della forma e della durata del contatto si poteva formare una combinazione infinita di sfumature: ad esempio se Blu e Rosso si abbracciavano vigorosamente nasceva un deciso Viola Uva Americana, ma se Blu stringeva soltanto la mano di Rosso, ne derivava un ossequioso Prugna Scuro; così se Giallo e Blu si scambiavano un bacio appassionato, nasceva un simpatico Verde Bottiglia, ma se Giallo si limitava a una pacca sulla spalla di Blu, allora potevi star sicuro che il nuovo arrivato sarebbe stato un orgogliosissimo Verde Turchese (chiamato anche, chissà perché, Blu Azteco) e così via…In questo modo ogni forma dell’Universo aveva il proprio colore, e ce n’erano talmente tanti, che non si creava confusione né c’erano litigi per accaparrarsi un oggetto o un animale. Insomma, stava andando tutto nel migliore dei modi, quando un bel giorno capitò un imprevisto. E che imprevisto! Madre Natura, che come al suo solito andava a svegliare Rosso, che era un bel pigrone e non voleva alzarsi prima del pomeriggio, trovò il letto vuoto. Al suo posto c’era un bigliettino che, ovviamente con scritta rossa, diceva: “Sono stanco di fare sempre le stesse cose, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Dal momento che in questo periodo non c’è molto da lavorare per me, ho deciso di prendermi un periodo di riposo per andare a vedere il mondo. Non cercatemi, mi rifarò vivo io quando sarà il momento”. Madre Natura, che oramai aveva una certa pratica nell’affrontare emergenze e disastri, non si allarmò per Rosso, che d’altra parte era grande e capace di cavarsela da solo, ma pensò subito a come poteva rimediare alla sua mancanza. Per questo motivo indisse di gran fretta una riunione straordinaria e segretissima, alla quale furono convocati soltanto i Primari, con un solo punto all’ordine del giorno: la scomparsa di Rosso. Dopo aver letto loro il biglietto, Madre passò subito all’analisi del problema: – Sappiamo tutti che Rosso è sempre stato un carattere un po’ sanguigno, un impulsivo… È vero che con la sua scomparsa ci ha messi in un bel guaio, ma c’è anche un lato positivo. I colori si guardarono tra loro, perplessi:
E quale sarebbe? Madre Natura, previdente com’era, aveva già pensato a tutto:
Per fortuna Rosso, che tutto sommato non è uno sciagurato, ha scelto il momento migliore per andarsene: siamo all’inizio dell’inverno e in questo periodo i suoi compiti sono molto limitati. Sono abbastanza fiduciosa in lui da sperare che tornerà prima dell’estate, quando il suo lavoro sarà al massimo. Nel frattempo però è necessario che ci aiutiamo l’un l’altro, per coprire i suoi compiti. Per questo conto su di voi.
Per primo rispose Blu, che tra tutti era il più saggio e meditabondo: – In effetti, per quanto riguarda i tramonti, non c’è problema: in questo periodo faccio quasi tutto io assieme ai nostri Secondari: Violetto Bluastro, Rosa Sabbia Rosata, Orchidea, Blu Oltremare, Violetto di Cobalto… – Io mi assumo la cura dei fiori, – intervenne sgarbatamente Giallo, intraprendente e vivace com’era sua natura. – D’altra parte per metà sono già miei…- Ehi, aspetta un po’! – lo fermò deciso Nero, – alcuni fiori spettano anche a me! – Sì, certo! – ribatté Giallo – ma se ne avrai uno su mille… Credo che tu ti sia montato la testa con questa storia dei tulipani neri, delle orchidee nere, delle rose nere… Ricordati, caro il mio Nero, che i fiori sono sempre stati appannaggio di Rosso e del sottoscritto, e dei nostri Secondari. Il fatto che da un po’ di tempo a questa parte gli uomini si siano messi a creare anche fiori neri o blu è una bella assurdità. Ma dove si andrà a finire in questo modo, dico io? Madre Natura intervenne subito per riportare l’ordine: – Colori, calma, niente litigi… Ricordate che innanzitutto abbiamo un problema da risolvere. Allora, ricapitolando, – e prese in mano una lista, da cui cominciò a spuntare alcune voci, – Blu e i suoi si fanno carico dei tramonti, i fiori se li prende Giallo… Poi vediamo… Ah, giusto, i cocomeri! Non possiamo certo fare i cocomeri con la polpa gialla, sembrerebbero zucche con semi neri… Però questo non è un problema dell’immediato, direi che possiamo anche rimandare. Spero bene che per l’estate Rosso se ne sia tornato a casa; in caso contrario ce ne occuperemo quando sarà il momento. – Madre, per quanto riguarda il sangue potrei pensarci io… – propose serio serio Blu. – Certo che ti piacerebbe! – esclamò Nero. – Hai sempre sperato di metterci le mani sopra, per via di quello stupido detto… Ma Madre, se dai il sangue a Blu, lo devi dare anche a me, che ne ho lo stesso diritto! Madre Natura stette a pensarci un po’ su, poi disse: – Non possiamo fare il sangue blu, né nero, non sono colori che vanno bene. Forse è meglio fare così: per il periodo in cui Rosso non c’è l’unica cosa è evitare che il sangue si veda, il che significa che dovrò fare in modo che nessuno si faccia male… Non è semplice, con quei pazzi che circolano là sotto, mi costerà un bel po’ di straordinari, ma dovrei sbrigarmela. A quel punto, sistemati tutti i punti della lista, la riunione si sciolse. Le cose si svolsero più o meno come erano state previste: Blu assicurò dei bellissimi tramonti. Freddini certo, mancavano quei bellissimi cieli infuocati che sapeva creare magicamente Rosso, ma erano comunque godibili. Giallo, assieme ai suoi Secondari si teneva pronto a intervenire ai primi germogli; Nero vagava freneticamente da una parte all’altra, tentando di accaparrarsi tutti gli spazi lasciati scoperti dalla mancanza di Rosso; Madre Natura doveva lavorare giorno e notte per fare in modo che uomini e animali, per quei pochi mesi, evitassero in ogni modo di ferirsi. Ne approfittarono i ragazzini che, resisi conto del fatto che, anche lanciandosi con biciclette senza freni per ripide discese, non c’era verso di sbucciarsi gomiti e ginocchia, si diedero alla pazzia gioia e ad ancor più pazzeschi giochi (tra l’altro molto pericolosi).
Insomma, erano tutti soddisfatti di come erano riusciti a coprire bene la scomparsa di Rosso, tanto che qualcuno si stava illudendo che le cose potessero continuare in quel modo all’infinito. Di questo si stava appunto parlando nell’ultima riunione dell’anno, quella di dicembre. Erano sul punto di festeggiare con una bottiglia di acqua, portata da Madre Natura (l’acqua era l’unica cosa che i colori potevano bere perché incolore, ma dovevano stare bene attenti a non berne troppa, per il pericolo di scolorirsi!) quando la sua segretaria annunciò che c’era un signore di là, che chiedeva di poter entrare. – Beh, ma cosa vuole, perché non te la sbrighi tu? – Signora Natura, sarebbe meglio che se ne occupasse lei…. A quel punto, se ci fosse stato Rosso, sarebbe subito andato a coprire le gote rotondette della segretaria.
– Sa, – aggiunse bisbigliando – è nudo! – Nudo??? – ripeté sbalordita Madre Natura. – Ma chi osa presentarsi in tale stato? Fallo entrare immediatamente, voglio proprio vedere chi è questo sfrontato! La segretaria ubbidì, aprendo subito la porta a un vecchietto, con un lunga barba bianca e un pellicciotto dello stesso colore che usava per coprire i fianchi. Buongiorno signori, mi dispiace entrare in questo stato, ma i miei vestiti…
Cavoli! Si erano dimenticati di Babbo Natale!

da Tutti i Colori dei Bambini, ed. Montag, 2008

Federica Grilli è nata a Jesi (An), dove vive, nel 1975. Archeologa, è dipendente del MIBACT. Ha pubblicato testi scientifici, scolastici e due romanzi per ragazzi (Miriam Carter e la tomba della maledizione, Sassoscritto editore, 2007 e Annibale, Il Cartaginese che sfidò Roma, Gruppo Raffaello, 2013).

photo credits
pinterest
digsdigs.com
twirlingclare.blogspot.it

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Poesie d’amore…

inviti

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Soprintendenza per i beni architettonici paesaggistici storici artistici
ed etnoantropologici 
per le province di Firenze Pistoia e Prato

Poesie d’amore…
le poesie di Giuseppe Giusti / le opere di Paolo Gubinelli
Museo Nazionale di Casa Giusti a Monsummano
7 dicembre 2013 – 30 aprile 2014

Si inaugura il giorno 7 dicembre 2013, presso il Museo Nazionale di Casa Giusti a Monsummano, la mostra Poesie d’amore… che si inserisce in un progetto avviato negli anni precedenti dalla direzione del museo, con l’obiettivo di ospitare artisti contemporanei chiamati a dialogare sia con gli spazi di ‘casa Giusti’ sia, soprattutto, con l’opera del grande poeta toscano che qui, nella prima metà dell’Ottocento, trascorse parte della sua vita. Dopo le mostre di Giuseppe Gavazzi, di Tommaso Levente Tani e di Umberto Buscioni, è questa la volta del maestro Paolo Gubinelli, chiamato a trasporre in dodici immagini (in questo caso sotto forma di delicati e lirici acquerelli) dodici poesie giovanili di Giuseppe Giusti scritte tra il 1832 e il 1836, che peraltro ci fanno scoprire l’aspetto romantico comunque presente nell’opera del poeta, sicuramente meno noto rispetto alla vena ironica che lo ha reso celebre.
Paolo Gubinelli non è d’altra parte nuovo a simili esperienze, avendo avuto modo di lavorare con e su testi poetici di Alberto Bevilacqua, Tonino Guerra, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, tanto per citarne solo alcune delle sue frequentazioni che lo hanno ugualmente visto a fianco di colleghi architetti e artisti che con la loro opera hanno segnato il Novecento (Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Alberto Burri, Piero Dorazio…). Un’occasione questa che, peraltro, consente di tornare a visitare gli spazi del museo, nel tempo arricchitisi di arredi e opere d’arte a ricreare il clima romantico di quella dimora dove il poeta nacque nel 1809, peraltro testimonianza raffinatissima del gusto dell’abitare di una famiglia di agiati proprietari terrieri nella Toscana della prima metà dell’Ottocento

Museo nazionale di Casa Giusti
Viale Vincenzo Martini 18, Monsummano Terme (PT)
tel. 0572 950960
Per info sul museo: www.sbap-fi.beniculturali.it (sezione Musei e luoghi della Cultura)

Mostra e catalogo a cura di Stefano Veloci
Inaugurazione il 6 dicembre 2013 alle ore 17.00
Apertura al pubblico dal 7 dicembre 2013 al 30 aprile 2014
in orario 9.00-14.00 /16.00-18.00 (chiuso il martedì)
Ingresso libero alla mostra e al museo

Comunicato a cura del servizio editoria e promozione della Soprintendenza
tel. 055 2651819, claudio.paolini@beniculturali.it

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Vecchi filmati, Alessandro Fo

Tratto da nostro lunedì – l’amorosa spina
poesia 2005

Alessandro Fo
Vecchi filmati
martedì 30 agosto 2005

Fo con il suo Dante, 27

Bucoliche (al telescopio): v. Dafni

Si staccò il cielo di carta. Un lembo
piegò il pastore in un canto
a viso in giù nell’erba
di carta e colla (lui, il fiore più bello).

Con traccia lieve, nella segatura
sparsa con parsimonia a simulare sabbia,
la zampogna di gomma ebbe sommaria sepoltura.

Cadono a volte per improvvisa rabbia
così, d’un colpo della volta acerba,
dall’aria a terra l’armonia ed il canto.

Due di Catullo

…così ad un tratto mi sembrai divino
(se non è un’empietà): poco distanti, e
tu a parlarmi e a ridermi davanti
con a destra e a sinistra un Amorino.

Incolmabile abisso il tavolino.

allo Spirito Santo

Un tale aveva un fico.
Sono già anni che non dà frutto, taglialo,
la pianterà di sfruttare il terreno.

Diamogli tempo un anno, che gli zappi
intorno alle radici e lo concimi.
Poi, se non frutterà, lo abbatteremo.

(Così, sfuggito al cappio,
spera in queste risorse. E che, non dico
tanto,
ma gli fruttino anche il minimo).

foto in camera

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

DOLCI IN FOTO e non solo …

Impressioni, ricordi e ricette di Maria Guadalupi.

COPERTINArid

Questa raccolta di ricette e fotografie di dolci non ha la pretesa di presentarsi come l’ennesimo ricettario, ma è semplicemente un ringraziamento e una testimonianza di affetto per le tante persone, parenti, amici, conoscenti che mi hanno coccolato con le loro dolci prelibatezze e hanno soddisfatto la mia voglia di cose buone nella ricerca di sapori antichi e nuovi. Sono sempre stata, sin dall’infanzia, golosa di dolci, in questa debolezza accontentata dalla nonna Nora che era, amante della buona cucina che culminava nella preparazione dei dolci tradizionali.
Biscotti, bocconotti, “cacchitieddi zuccherati e mustazzueli” erano le sue specialità di cui non era possibile avere le ricette, perchè le dosi erano approssimative e cambiavano in relazione agli ingredienti di cui era in possesso con risultati comunque quasi sempre più che soddisfacenti. Neppure dalla mamma ho avuto grandi aiuti, perchè la cucina, in casa nostra, era l’unico e geloso regno della nonna, da cui la mamma era felicemente estromessa.
Nel tempo altre persone si sono succedute alla mia nonna nella preparazione di dolci.
Ed allora ho chiesto le loro ricette, ho fotografato i loro dolci, perchè desideravo emulare la loro capacità e bravura e colmare quei vuoti lasciati dalla nonna pasticciona e dalla mamma “manualmente impedita” come la definiamo io e mia sorella con affettuosa ironia scherzando sulle sue scarse attitudini manuali.

La torta con gli amaretti di zia Rosalba

La torta di amaretti di zia Rosalba
Ingredienti: 150 g di gocce di cioccolato fondente, 150 g di zucchero, 150 g di burro, 150 g di amaretti, 150 g di pane grattugiato, 1,5 dl di marsala, 1 dl di panna, 2 uova, 3/4 di bustina di lievito, 1 pizzico di sale.
Preparazione: Lavora tuorli e zucchero, incorpora il burro morbido,unisci a cucchiaiate il pan grattato, gli amaretti, le gocce di cioccolato, il marsala la panna e infine il lievito e gli albumi montati a neve. Cuoci in forno per 40 minuti a 180°.

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it