A Loreto come testimoni di viaggio e di bellezza

Cacciari, Scarabicchi, De Sica e Benetta
a Loreto come testimoni di viaggio e di bellezza

loreto

La Delegazione Pontificia è lieta di comunicare il programma di una serie di eventi realizzati in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Loreto, l’Associazione “Aldo Moro” di Loreto, gli editori Bompiani e Liberilibri, la Filmoteca Vaticana, la Biblioteca Angelica di Roma e l’Antica Bottega Amanuense di Recanati.

1 dicembre 2013
Ore 17,30 – Museo – Antico Tesoro di Loreto
Francesco Scarabicchi
“Con ogni mio saper e diligentia Stanze per Lorenzo Lotto”
In collaborazione con Liberilibri

7 dicembre  2013
ore 17,30 – Sala Paolo VI di Loreto
Manuel De Sica
Presentazione del libro Di padre in figlio
Durante l’incontro sarà proiettato il film
La porta del cielo”(1944) di Vittorio De Sica
In collaborazione con Bompiani Editore e Filmoteca Vaticana

Cordiali saluti.
Vito Punzi
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La guerra sul corpo e nei volti delle donne

Quindici Paesi visitati, 29 anni per portare a termine il progetto, centinaia di donne ritratte per cogliere il dolore di una perdita nei loro sguardi. Il progetto One Person Crying: Women and War di Marissa Roth, pluripremiata fotogiornalista collaboratrice del New York Times, è uno struggente racconto per immagini di come una guerra scavi ferite nel profondo. Fotografie in bianco e nero che raccontano, senza parole, storie femminili di straordinaria intensità

Arifa Osmanovic

Volti segnati dal dolore, sguardi spenti, segni lasciati sulla pelle da eventi che hanno stravolto una vita. One Person Crying: Women and War è un progetto bellissimo. Non solo per le foto di cui è composto (intensi ritratti femminili in bianco e nero), ma soprattutto per il lavoro quasi trentennale che c’è dietro, frutto dell’esperienza diretta e participante, empatica, della fotografa documentarista e fotogiornalista americana Marissa Roth (oggi freelance e collaboratrice del New York Times, era nello staff fotografico del Los Angeles Times quando ha vinto il Pulitzer, nel 1992). One Person Crying è un puzzle di storie femminili, donne che piangono una persona cara persa a causa della guerra o che portano su di sé i segni di un’esperienza drammatica; violenze, guerre, conseguenze della follia umana come nel caso delle sopravvissute di Auschwitz o Fukushima. Abbiamo chiesto alla Roth, raggiunta telefonicamente in California,
di raccontarci alcune di queste storie.

Marissa, come e quando nasce l’idea di un progetto impegnativo come questo?
Quando lavoravo come fotogiornalista per il Los Angeles Times, nel 1988, sono stata inviata in Pakistan per una storia sulla fine della dittatura a Karachi. Lì ho incontrato un collega dell’Associated Press, reduce da una missione in Afghanistan, che mi ha raccontato come più di 100mila afgane fossero diventate vedove a causa dei 10 anni di guerra con l’Unione Sovietica. Una storia che nessuno aveva ancora raccontato, allora. Decisi di farlo io, incontrando rifugiate a Peshawar e lungo il confine con il Pakistan. Sola, senza traduttore e senza parlare una parola di pashtu o persiano, chiedevo loro a gesti il permesso di fotografarle. Ho trascorso lì 8 giorni, scattando ritratti che ho inviato al Times, che ha mi ha affiancato un reporter e pubblicato quello che è stato il primo reportage sulla tragedia delle donne afgane. Questa esperienza mi ha segnato profondamente, non avevo idea che un sentimento così profondo di empatia potesse cambiare la prospettiva con cui si guarda a una guerra. Così, ho continuato a cercare sguardi femminili durante tutte le missioni che da lì in poi mi hanno portato in giro per il mondo, ho continuato a fotografare donne sopravvissute o direttamente colpite nel profondo degli affetti da una guerra.

Donne Peshawar

Quanti anni ci sono voluti per completare il progetto?
Nel 1984 sono stata con la mia famiglia a Novi Sad, Yugoslavia, dove mio padre è nato
e da dove è fuggito nel 1938 prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale e dell’Olocausto. I suoi cari lasciati lì – i genitori, la nonna e lo zio – sono stati uccisi durante i tre giorni del massacro di Novi Sad nel 1941. Da allora lui non era mai tornato nella città, la sua casa era diventata un ricovero per bambini. Sono tornata di nuovo a Novi Sad, da sola, nel 2009 in occasione di un viaggio di lavoro tra Bosnia e Herzegovina, ho scattato nuove foto e una volta tornata a Los Angeles le ho confrontate con quelle dell’84. Considero questo il primo vero inizio del progetto. L’ho considerato concluso, invece, dopo l’ultimo viaggio in Vietnam, ma quando ho saputo che il Centre de la Mémoire d’Oradour, in Francia, avrebbe voluto ospitare “One Person Crying” per un’esibizione lunga un anno ho deciso di andare al memoriale di guerra Oradour e fotografarlo, per includerlo nella galleria. Quindi al momento il progetto copre ben 29 anni. Lo considero finito, ma non escludo la possibilità di scattare nuove foto con l’ottica di aggiungerle.

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Inediti

.., è una primizia la castagna accanto al cielo sale sulle foglie dei miraggi gialli e cade novellina obliqua bisbigliando l’officina triste.., erano sparse nella culla le violette amoremio diseguali alla tenerezza hanno bussato nei granelli delle cose sottovoce ( vorrei vederli i pezzetti seminati sul letto delle ostie bucate.., vorrei una fragola per preghiera nel dosso piccolo-vuoto del vento favorito ) quando nessuna terra impoverita fiorisce nei rami rotabili di gioia se un compleanno si è traforato sulle dita di schiuma deliziosa.., negli affanni le maniche gocciolanti al sapore di marsiglia succhiate di fame serrata nelle bucce. Il cuore è una noce nei cespugli quando vigila il suo nido nel midollo.

*

Eppure mi piace pensarti quando custodisci le distanze sull’orlo dell’erba dove ci siamo incontrati.., il mio giardino ci guarda come due avversari ma non vuole usare le cesoie, dove la vita perde pezzi. ( Verrà la pioggia sulle briciole sussurrate di audacia.., ascolterà l’urlo del seme e le sue nuove radici.., )

*

Volevo nascere fiore con le foglie del mattino a colazione arrotolate sulla lingua delle dolci parole con la casa concepita tutta preferita nell’ostia del mondo a bagnomaria e inzuppato un fazzoletto naìf all’angolo freddo del mistero mescolato volevo scoprire una targhetta con odor di cose buone strabuzzate nel continuo della vita impazzite a bocca piena di pioggia a pezzettini e cioccolato (ho avuto una felicità sussurrata di virtù e peccato sbadigliato un fiume di attesa e amen nel tempo in cui mi figuro interferente dove parlano le pietre e le radici sono ossa vive di coscienza atomi di presenza inCoerenza da supplicare nel modem virtuale e viverci come un’idea nata.
Ed ho sentito fame per sentito dire dove un gioco certamente un ruolo a cento passi attorcigliati si è arrancato nel fondo plesso con un pò di pane affezionato varie ipotesi di burro un metallo arricciato nella gola faticosa un meccanismo bruciacchiato rauco cantato a bassa voce ) nessuno sa che Autunno sbriciola in un ramo ed e’ contento.

*

“La poesia ha sempre una chiave di lettura personale, connessa al vivissimo bisogno di scorgere una straripante Libertà emotiva intesa a comprendersi nel gioco della vita. Quello che scrivo non ha nulla di attinente con la poesia, non ha il garbo del suono e della metrica, o il punto nodale partecipe al significato dei versi. Potrei solo dire che scrivo sogni di una vita tutti attaccati.., oppure navigo nella danza delle giunture temporali quando le parole bussano alla porta della mia mente per fare un pò di casino incasinato. Respiro parole quando incontro un bambino per strada, e mi sorride con le sue meravigliose gengive, quando faccio una carezza a Rosetta, la vecchina che abita nei pressi di casa mia.., ieri ho salutato una piccola Ape che non trovava più la strada di casa, offrendogli qualche granello di zucchero.., tutte le sere parlo allo spicchio di luna e gli chiedo un giro dondolante tra le stelle sempre quelle, per inventarne qualcuna nuova vestita di brillantina color viola-del-pensier.” (Zagara Corfini)

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Zagara Corfini è nata il 18 Agosto 1967 ad Ariano Irpino -Av, dove tuttora vive. Ha frequentato il liceo Artistico scegliendo il ramo di Grafica Pubblicità e Fotografia. Nel 1988 ha conseguito la Laurea breve presso l’ IPSIA di Roma nello specifico di Interior Designer.., Attualmente svolge il lavoro di arredatrice.

 

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Le Stanze per Lorenzo Lotto di Francesco Scarabicchi

Scrive Massimo Raffaeli nella nota introduttiva: «Questi non sono versi di illustrazione a Lorenzo Lotto, un pittore a lungo vulnerato da incomprensione e oblìo, ma piuttosto sono i versi, legati in stanze e alla maniera di un poemetto, in cui Francesco Scarabicchi assume su di sé il destino di un artista “solitario e febbrile”, come lo definì una volta. Dunque non è tanto la voce del Lotto a parlare nei versi quanto, viceversa, è la parola della integrità esistenziale e della compiutezza artistica a manifestarsi per tramite loro».

Allegato di posta elettronica

Il Lotto di Scarabicchi è un uomo ormai vecchio, solo, smemorato, disordinato, che sottovalutato e incompreso scappa da Venezia e dal dominio incontrastato di Tiziano per arrivare a stabilirsi nella periferica e barbarica Marca, dove lavorerà e vivrà fino alla fine dei suoi giorni. Qui, pur nell’isolamento e nel silenzio, diventerà il pittore delle cose umane che aveva sempre desiderato essere: “Di tutto quanto il tempo del mio tempo/cosa rimane adesso che l’osservo?/Un universo di teatri fermi/nel gran disegno della mia pittura”. Proprio qui Lotto troverà il contatto con la luce, le forme e i colori dell’universo, che diventano i colori della pietas: “I corpi, sotto indumenti d’epoca,/li ho conosciuti come forme piene/toccate dal chiarore della luce/che in me non è mai stata un ornamento,/ma il luogo in cui s’invera la passione/che sceglie, nel colore, vocazione/a dire l’imprendibile che oscilla/tra il nulla e il niente del sipario eterno.”

La comprensione di questi versi si riallaccia indissolubilmente all’ultima opera del Lotto, la Presentazione di Gesù al Tempio, realizzata a Loreto quando ormai era quasi cieco, intorno al 1555, e lasciata incompiuta. Opera enigmatica, inquietante e sorprendentemente moderna, che ispira questo poema di sessantuno stanze: un cammino costellato di domande senza risposta su un destino ignoto e solitario.

L’amore di Scarabicchi per Lorenzo Lotto parte da lontano, dall’adolescenza, e da almeno trent’anni si insinua nella sua scrittura. Ma l’esigenza di dare voce, attraverso la poesia, a quell’esistenza alquanto misteriosa (tranne quanto si legge nel Libro di spese diverse e in alcune lettere) nasce tra il 2008 e il 2011.

In virtù di questo inscindibile legame fra parola e immagine, la Liberilibri abbandona per la prima volta il noto rigore monocromatico che contraddistingue il classico formato 11,5×19,5 e sceglie per la copertina un particolare della Presentazione di Gesù al Tempio, esposta al Museo – Antico Tesoro di Loreto (AN).

Francesco Scarabicchi è nato ad Ancona, dove vive, nel 1951. Ha pubblicato, in versi, La porta murata (Residenza, Ancona 1982), con introduzione di Francesco Scataglini, Il viale d’inverno (L’obliquo, Brescia 1989), con postfazione di Massimo Raffaeli, Il prato bianco (L’obliquo, Brescia 1997) raccolti, in scelta, ne Il cancello 1980-1999 (peQuod, Ancona 2001), con una nota di Pier Vincenzo Mengaldo; Frammenti dei dodici mesi con quattordici fotografie di Giorgio Cutini e uno scritto di Goffredo Fofi (L’obliquo, Brescia 2010); Nevicata con venticinque acqueforti di Nicola Montanari (Liberilibri, Macerata 2013). Ha tradotto da Machado e da Lorca raccogliendo una selezione ne Gli istanti feriti (Università degli Studi, Ancona 2000) e in Taccuino spagnolo (L’obliquo, Brescia 2000). Si occupa da sempre di arti figurative. Una scelta delle sue Cronache d’arte 1974-2006 in L’attimo terrestre (Affinità elettive, Ancona 2006). Per Donzelli, nella collezione di poesia, ha pubblicato L’esperienza della neve (2203) e L’ora felice (2010). Per Liberilibri nel 2010 ha curato anche lo scritto del libro di Fabian Negrin La via dell’acqua. Ha ideato e dirige, con Francesca Di Giorgio – Lirici Greci – dal 2002, il periodico di scritture, immagini e voci nostro lunedì.

Una novità editoriale tutta marchigiana: il poeta anconetano Francesco Scarabicchi pubblica per i tipi della Liberilibri con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto: un atto d’amore nei confronti del grande pittore del Cinquecento che ha vissuto e lavorato nelle Marche ed è morto a Loreto.

Maria Stefania Gelsomini

Pubblicazione:
Francesco Scarabicchi “Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto.”

con una nota di Massimo Raffaeli, postfazione di Michele Polverari
collana Altrove / pagg. 114
euro 12.00, ISBN 978-88-98094-08-0
Liberilibri di A.M.A. s.r.l. Corso Cavour 33/A
62100  Macerata

Telefono 0733 232438 – 231989
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L’IMMAGINE PERIODICA

locandina•• 2

All’Atelier dell’Arco Amoroso di Ancona una mostra delle foto di Sauro Marini
che nostro lunedì ha pubblicato nel corso di oltre un decennio.

Apertura sino a domenica 1 dicembre.
Orario: dalle 17.30 alle 19.30
Sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30

Sauro Marini, fotografo anconetano innamorato della città, negli ultimi anni ha saputo unire queste due caratteristiche, ed ha dedicato alla sua Ancona molti dei lavori fotografici fino ad oggi realizzati. Tra le varie mostre che ha organizzato sono infatti da ricordare: Historie anconitane (2005), Prospettive d’ombra (2006), Universitatis Imago (2007,
con presentazione del Prof. Fabio Mariano), Attimi (2008) – tutte queste con immagini
in bianconero – e la coloratissima Quant’è sera (2009) dedicata agli infuocati tramonti anconitani. Collabora con la rivista di poesia e immagine “nostro lunedì”, edita dal Comune di Ancona; le sue fotografie di reperti archeologici sono state riprodotte su pannelli giganti installati presso la mostra “Potere e splendore. Gli antichi Piceni a Matelica” nel 2007.

Le sue immagini sono visibili sul sito web di fotografia, all’indirizzo www.sauromarini.it
Dal 2008 è presidente del Circolo Fotografico Archivivi con sede ad Ancona in via Marconi.

Porto Turistico

Porto Turistico

Museo Omero

Museo Omero

Museo Archeologico

Museo Archeologico

Monumento ai Caduti

Monumento ai Caduti

San Ciriaco, Duomo della città

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DOLCI IN FOTO e non solo …

Impressioni, ricordi e ricette di Maria Guadalupi.

COPERTINArid

Questa raccolta di ricette e fotografie di dolci non ha la pretesa di presentarsi come l’ennesimo ricettario, ma è semplicemente un ringraziamento e una testimonianza di affetto per le tante persone, parenti, amici, conoscenti che mi hanno coccolato con le loro dolci prelibatezze e hanno soddisfatto la mia voglia di cose buone nella ricerca di sapori antichi e nuovi. Sono sempre stata, sin dall’infanzia, golosa di dolci, in questa debolezza accontentata dalla nonna Nora che era, amante della buona cucina che culminava nella preparazione dei dolci tradizionali.
Biscotti, bocconotti, “cacchitieddi zuccherati e mustazzueli” erano le sue specialità di cui non era possibile avere le ricette, perchè le dosi erano approssimative e cambiavano in relazione agli ingredienti di cui era in possesso con risultati comunque quasi sempre più che soddisfacenti. Neppure dalla mamma ho avuto grandi aiuti, perchè la cucina, in casa nostra, era l’unico e geloso regno della nonna, da cui la mamma era felicemente estromessa.
Nel tempo altre persone si sono succedute alla mia nonna nella preparazione di dolci.
Ed allora ho chiesto le loro ricette, ho fotografato i loro dolci, perchè desideravo emulare la loro capacità e bravura e colmare quei vuoti lasciati dalla nonna pasticciona e dalla mamma “manualmente impedita” come la definiamo io e mia sorella con affettuosa ironia scherzando sulle sue scarse attitudini manuali.

Le zeppole di zia virginia

Le Zeppole di San Giuseppe di zia Virginia
Ingredienti: per 30 zeppole: 5-6 uova, 250 g di farina, 1/2 litro diacqua, 125 g di strutto, sale; per la crema: 3 tuorli d’uovo, 250 g di zucchero, 130 grammi di farina, 1 litro di latte, 1 scorza di limone, cacao amaro.
Preparazione: Metti sul fuoco acqua e strutto insieme con un pizzico di sale; quando comincia a bollire abbassa la fiamma, metti subito la farina e gira bene per evitare che si formino grumi. Continua a girare per 5-7 minuti. Versa il composto sul piano di lavoro e quando si è raffreddato aggiungi le uova precedentemente rotte e mescolate in una coppa con i bianchi. Lavora e amalgama bene con le mani. Usando una tasca da pasticcere forma le ciambelline. Inforna in una teglia imburrata con lo strutto a 220° per 30 minuti. Decora infine con la crema bianca e nera precedentemente preparata.

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L’IMMAGINE PERIODICA

nostro lunedì - prima serie 2002-2010

nostro lunedì – prima serie 2002-2010

nostro lunedì
periodico di scritture, immagini e voci ideato e diretto artisticamente
da francesco scarabicchi con francesca di giorgio

Tu sei destinato a un gran lunedì!
Ben detto, ma la domenica non finisce mai.”
Franz Kafka

La vita è come una strada fatta di tanti lunedì
E sempre la speranza della domenica.”
Silvio D’Arzo

Sauro Marini: oltre un decennio di un contributo di sguardi – per nostro lunedì – segnato dalla misura sensibile che ferma, nel tempo, l’istante che non si ripeterà. Stile e memoria nella limpida e lirica vocazione alla bellezza.”

*

Interrogare le cose dalla soglia della scrittura, dagli sguardi sul mondo attraverso la parola, il segno, l’immagine, la voce, nel pudore che preferisce il silenzio al clamore nella misura
di un passo che rallenti il tempo

Questo si limita ad essere nostro lunedì, periodico a tema che nasce, tra le rive del
Franz Kafka dei Diari e Silvio D’Arzo (il nome è ricavato da un progetto di romanzo da lui mai scritto e di cui compose solo la prefazione prima che la morte lo spegnesse a quasi trentadue anni) privilegiando l’esperienza d’autore, sia essa narrativa, poetica, critica, pittorica, grafica, fotografica, aprendo porte anche sui vicini altrove
(la musica, il teatro, la canzone).

Una convinzione che lentamente s’è fatta strada è stata quella di considerare in gran parte compiuta una stagione del Novecento che probabilmente ha consumato alcune delle possibilità espressive affidate alla rivista letteraria così come la si è intesa fino a ieri.

Nella distinzione dei generi, nostro lunedì tenta di coniugare le diverse forme artistiche riducendo le distanze tra loro, frequentando “gli immediati dintorni” di ognuna, tra vita
e lingua della testimonianza, lungo l’argine delle domande, in quel faticoso lunedì dell’esistere che guarda al presente del senso e al suo ieri facendo della domenica
un orizzonte d’attesa o un peso.

Sulla riva di questa opzione va considerata la veste grafica che è indissociabile
dai contenuti perché su di essi s’é definita come il paziente lavoro dei sarti che cuciono l’abito secondo il corpo, modellando e tagliando la stoffa “su misura”.
Lo Studio “Lirici Greci” e Francesca Di Giorgio hanno da subito compreso l’esigenza sostanziale di comporre “la veste” della rivista come un corpo di lettere, segni e immagini indissociabile dai temi e dai contenuti dei testi.

Dal febbraio del 2002, sono già apparsi quindici numeri tematici e monografici.

nostro lunedì - nuova serie 2011-2013

nostro lunedì – nuova serie 2011-2013

All’Atelier dell’Arco Amoroso di Ancona una mostra delle foto di Sauro Marini
che nostro lunedì ha pubblicato nel corso di oltre un decennio.

Apertura sino a domenica 1 dicembre.
Orario: dalle 17.30 alle 19.30
Sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30

Sauro Marini, fotografo anconetano innamorato della città, negli ultimi anni ha saputo unire queste due caratteristiche, ed ha dedicato alla sua Ancona molti dei lavori fotografici fino ad oggi realizzati. Tra le varie mostre che ha organizzato sono infatti da ricordare: Historie anconitane (2005), Prospettive d’ombra (2006), Universitatis Imago (2007,
con presentazione del Prof. Fabio Mariano), Attimi (2008) – tutte queste con immagini
in bianconero – e la coloratissima Quant’è sera (2009) dedicata agli infuocati tramonti anconitani. Collabora con la rivista di poesia e immagine “nostro lunedì”, edita dal Comune di Ancona; le sue fotografie di reperti archeologici sono state riprodotte su pannelli giganti installati presso la mostra “Potere e splendore. Gli antichi Piceni a Matelica” nel 2007.

Le sue immagini sono visibili sul sito web di fotografia, all’indirizzo www.sauromarini.it
Dal 2008 è presidente del Circolo Fotografico Archivivi con sede ad Ancona in via Marconi.

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L’IMMAGINE PERIODICA

locandina•• 2

All’Atelier dell’Arco Amoroso di Ancona una mostra delle foto di Sauro Marini
che nostro lunedì ha pubblicato nel corso di oltre un decennio.

Se si pensa a un’immagine periodica viene subito alla mente quella della
pellicola cinematografica che si ripete istante dopo istante per costruire
un gesto o una frase completi.

Ma immagine periodica non è in questo contesto quella di celluloide,
ma quella fermata nel tempo dal fotografo Sauro Marini per i numeri di nostro lunedì, appunto, il periodico creato da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.
Oltre un decennio di un contributo di sguardi segnato dalla misura sensibile
che ferma nel tempo, l’istante che non si ripeterà. Stile e memoria nella limpida e lirica vocazione alla bellezza.” Queste parole di Francesco Scarabicchi più di altre sono capaci di riassumere la preziosa collaborazione artistica che il fotografo, Sauro Marini, ha offerto a una delle riviste più note delle Marche e d’Italia che proprio con le sue foto ha concretato visivamente le parole di sette numeri editoriali.
Più che di collaborazione, si può parlare di reciproca fecondazione d’idee che hanno portato Sauro Marini e Francesca Di Giorgio a confrontarsi sui temi e sulle immagini
con l’unico scopo di offrire al pubblico la bellezza. Topici costitutivi della memoria culturale condivisa. Perché di bellezza si parla quando si sfoglia la rivista nata nel febbraio 2002,
ideata e diretta artisticamente da Francesco Scarabicchi, dove nulla, mai, è lasciato
al caso e dove anche una semplice virgola è parte di un arazzo completo, complesso
e sempre affascinante. E le foto che Sauro Marini ha proposto a questo periodico rappresentano la ricerca di un particolare che più di altri si attaglia alloo scritto,
fermando attimi di luce che animano pagine interne e copertine, sentimento ed emozione.
Foto in cui la forza dell’immagine non vince sempre quella dell’immaginazione.
Questo accade soprattutto nei particolari che l’artista ferma in bianco e nero cercando intenzionalmente di evidenziare qualcosa che non esiste nella realtà.
Un gioco voluto che cerca, nelle differenze, interpretazioni alternative alla tangibilità, offrendo percorsi che non sono ancora compiuti.
Ventitré le foto che saranno esposte in mostra all’Atelier dell’Arco Amoroso
del Palazzo prefettizio, in Piazza del Plebiscito, ad Ancona.
Foto non costruite, foto ricercate e raffinate come la “chiocciola” della Chiesa del Gesù
o in particolare di San Ciriaco, il porto, il monumento ai Caduti, il porto turistico, il Museo archeologico e il Museo Omero: questi alcuni dei temi di ricerca del fotografo accanto
ai quali saranno esposti i numeri delle riviste che li hanno ospitati per realizzare quella antica suggestione onirica che unisce il sogno alla realtà.
Come scrisse Montale in un dagherrotipo di un suo avo: ”resta / che qualcosa è accaduto, forse un niente / che è tutto.”

Inaugurazione OGGI alle 18.00
Apertura sino a domenica 1 dicembre.
Orario: dalle 17.30 alle 19.30
Sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30

Sauro Marini, fotografo anconetano innamorato della città, negli ultimi anni ha saputo unire queste due caratteristiche, ed ha dedicato alla sua Ancona molti dei lavori fotografici fino ad oggi realizzati. Tra le varie mostre che ha organizzato sono infatti da ricordare: Historie anconitane (2005), Prospettive d’ombra (2006), Universitatis Imago (2007,
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Le sue immagini sono visibili sul sito web di fotografia, all’indirizzo www.sauromarini.it
Dal 2008 è presidente del Circolo Fotografico Archivivi con sede ad Ancona in via Marconi.

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