MAPPElab nelle Marche

MAPPEinvto3 22gennaio

Mappelab è una piattaforma di comunicazione che integra e mette in valore la rivista MAPPE
e gli eventi ad essa collegati. È il luogo dei dialoghi online e offline, è uno spazio di riflessione
e approfondimento in diretta on air.

Mappe, rivista edita da Gagliardini, è uno strumento di comunicazione rivolto alla filiera
del progetto che comprende ma supera il dialogo disciplinare; è un sistema a disposizione
della comunità marchigiana, un luogo di incontro e di scambio tra le persone e i territori,
tra il mondo dell’impresa e quello del progetto, tra le istituzioni, le università e i poli
della produzione contemporanea.

Vittorio Gagliardini, l’imprenditore che ha fondato e dirige una storica azienda marchigiana legata alle forniture per l’edilizia e l’arredamento, da oltre 16 anni ha scelto di investire
sulla rappresentazione del progetto con la rivista Progetti prima e con Mappe oggi,
e così ha dato vita ad uno dei progetti culturali più autorevoli di valorizzazione e promozione della qualità architettonica nella regione Marche.

Venerdì 7 febbraio alle ore 18 nella sala conferenze dello showroom Gagliardini
a Monteroberto avrà luogo la presentazione di MAPPE N°3, dedicata al design
e al made in Italy
di eccellenza, traccianti principali del progetto Mappelab, insieme all’architettura. Saranno lo studio Piva, rappresentato dall’architetto fondatore Marco Piva
e dal suo general manager Armando Bruno e Ceramica Cielo SpA, rappresentata
da Alessio Coramusi, gli ospiti speciali. Con loro si discuterà delle prospettive e delle sfide della professione, delle opportunità dei mercati per i segmenti di qualità delle produzioni manifatturiere italiane, delle nuove politiche di progettazione, promozione e vendita legate
ai prodotti per la casa e l’ospitalità, hotellerie, contract.
Interverranno anche Cristiano Toraldo di Francia, direttore editoriale della rivista
e Vittorio Gagliardini, editore di Mappe.

L’iniziativa è curata da Cristiana Colli e realizzata in collaborazione
con Ceramica Cielo Spa e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti
della provincia di Ancona, di ADI MAM e Inarch Marche.

MAPPEinvto3 22gennaio
Informazioni:
www.mappelab.it

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Progetto Caratteri

Anello6

Marco Anello. Designer, abruzzese di origini, vive e lavora a Milano.
Si è occupato di progettazione della comunicazione visiva per aziende private ed Enti pubblici. Come artista ha realizzato sculture e stampe in sublimazione su alluminio partecipando a mostre collettive e private. L’interesse per i materiali lo ha portato alla creazione di oggetti di uso quotidiano, esposti al Fuori Salone di Milano del 2009, dove coniuga arte e design. Negli ultimi tempi si interessa anche di Physical Computing ed Interaction Design.

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“Sigarette” di Marco Catalani

sigarette

 

 

 

 

 

Era 1mercoldì che da me c’era
mercato sulla Terra la ragione
la crepa x scappare 1po’ da qui
Non ricordo dove/chi ero Solo
che tu eri d festa con i guanti
seta a pois Io sedevo nel
fango (ovunque cadevano) Notte
a cercare le mie sigarette
nn 1resa questa è la strada
Eri Autunno disordine con
le ore contate & occhi gialli
il nulla che ha spazio x tutto
nostalgia cose 1tempo grandi
com’era Dylan Thomas in lacrime
a 1reading le chiavi in mano
la serratura l’utero l’ingresso
cercare e nn trovare cercare
mezza luna mezza canna domanda
domani mezza bocca d risposta

collage_catalani

Marco Catalani è nato a Falconara Marittima (Ancona) nel 1977. Giornalista freelance, da 10 anni si occupa di cronaca e politica per varie testate locali e nazionali. Dirige il quotidiano online Ancona24ore.it. Le sue poesie sono state pubblicate, a partire dal 1999 da Il Falco Letterario, Ippocampo, Urlo, Infinito Letterario. Spesso dice che non ne scriverà più. Ma non ci crede nemmeno lui.

Informazioni
mail: marcocatalani@gmail.com
sito web: www.marcocatalani.wordpress.com
twitter: marcocatalani

 

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Andrea Silicati e la sua “pratica delle arti”

1figura 56 (160 x 100 cm)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrea Silicati nasce a Jesi nel 1970, e contemporaneamente agli studi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata inizia la sua “pratica delle arti”.
Lo studio di Silicati è a Jesi, città dove vive e lavora, ma la sua attività si è man mano aperta nel territorio nazionale, dove l’artista ha tenuto mostre in gallerie private e spazi pubblici. 
La sua è un’espressione poliedrica che, pur mirando ad un confronto nazionale ed internazionale, mantiene un legame nel territorio dove l’artista espone e cura progetti artistici.

2Teschio-6-(80-x-80-cm) 2

Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata in una pittura che narra un corpo nudo, fragile, ottenendo l’apprezzamento della critica e del pubblico, che lo ha visto finalista al premio Terna del 2010 ed attualmente presente in gallerie a Senigallia, Firenze e Roma.

3MARIA 1 (80 x 80 cm)

Dopo un 2013 ricco di nuove esperienze pittoriche, grafiche e performative, il 2014 si prospetta all’insegna della polarità tra un’attenzione alla realtà territoriale, ed uno sguardo a realtà estere, vedendo l’artista impegnato in un progetto nella sua città ed in un evento espositivo a Bruxelles.
Tra i vari progetti realizzati dall’artista, c’è la fondazione dell’Associazione Artistica il Camaleonte, al cui interno Silicati insegna dal 2007 disegno e pittura.

4teschio 8 (80 x 100 cm)

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“La donna macina” un’altra lettera – Lella Marzoli

Nostro lunedì invito 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La donna macina” un’altra lettera
di Lella Marzoli
tratto da nostro lunedì
n° 3 libri – prima serie

Carissimo Francesco, il libro che mi cambia la vita è quasi sempre l’ultimo che leggo.
Ti sembra un paradosso? Il fatto è che i cambiamenti della vita sono così tanti, a volte così impercettibili. E poi quando leggo, le emozioni e i pensieri corrono sulle parole in tempo reale. Allora, eccoti la mia rapida impressione su un libro per me recente, ancorchè non ultimo in ordine di lettura: La donna mancina, di Peter Handke, che sicuramente conosci.
Trovo Marianne, la protagonista, un personaggio indimenticabile. Ha il coraggio di dichiarare la sua disperazione senza delirii, di assumersi la responsabilità principale di un dolore (anche di quello profondo che provoca negli altri con le sue decisioni), ha la lealtà esplicita di fare una scelta di solitudine, magari non irreversibile. Una donna comune, apparentemente egoista, una donna qualunque di fronte al dramma della sua estrema sincerità, incapace di continuare a fingere per tenere in equilibrio il vuoto della sua vita.
Ma devo dire che non dimentico neppure Bruno, suo marito, così vero nella sua umana reazione , tutt’altro che un uomo ideale, vittima non sempre dignitosa (ma chi lo è nel dolore improvviso e lancinante?). Essere lasciato senza spiegazioni. Eppure fra le righe ho visto molte negative spiegazioni fra queste due persone, ho visto una infinita serie di gesti privi di densità affettiva, vuoti di motivazione e di progetti comuni. Succede, non è una cosa nuova. Fine del senso stesso dello scambio, black out. Ma è nuova nel testo letterario, così mi sembra, la naturalezza, la realtà nebbiosa e tranquilla della disperazione, del clima di lucido fallimento purtroppo possibile ad ogni passo per tutti noi. Conviene mettere tutto questo nel conto, senza drammi. Cosa resta? Mi piace molto la resa letteraria di questo deserto umano, trovo Handke un autentico specialista, un fuoriclasse della descrizione del nulla interiore , nuovo Sartre della nausea (esagero?). Si parla fra persone come dentro uno schermo televisivo grigio, come quando saltano le valvole, computer saturo imballato. Non dimentico Marianne, anche se non è certo quella che può definirsi una bella persona (chissà forse non la dimentico proprio per questo). Sceglie una solitudine trasparente esplicita, al riparo da ogni giudizio morale, ma non è rinuncia definitiva all’amore. Nel presente della storia non sa più amare, ma in generale: non lo ha mai saputo fare o non vuole amare più quel determinato uomo?  L’esito della storia non c’è, il suo buon punto di valore ai miei occhi è nella sua infinita sospensione. Nulla può chiudersi , nulla nella nostra vita si chiude mai definitivamente. Siamo in ogni momento il centro di mille destini. Per questo non è semplicemente una esistenza arida e cinica quella di Marianne, anche se sembra senza soluzione il suo disagio di madre . Ma quanto spiace ai più – oggi come sempre – una donna che evita di bamboleggiare con se stessa e con gli altri! La sua sincerità turba , ma se ne prenda atto, sempre e una volta per sempre. Che colpo per il suo speranzoso appassionato corteggiatore sentirla dire: ‘La prego, non faccia progetti su di me’.  E Handke chi è? E’ questa donna comune e stanca o quest’uomo ferito e  dunque reattivo? Ambedue le persone, apparentemente. Anche se questo sembra proprio l’ultimo dei problemi che riguardi il lettore.
Marianne ascolta sempre un disco, le piace molto questa canzone, ‘The lefthanded Woman’, la donna mancina appunto.  E’ un bel testo . Dice per esempio: “era sdraiata con altri sul prato del parco, rideva con altri in un labirinto di specchi, gridava con altri sull’ottovolante e poi sola la vidi soltanto camminare nei miei desideri” e poi finisce così: “vederti IN UN CONTINENTE STRANIERO io vorrei, perché finalmente in mezzo agli altri ti vedrei sola e tu fra mille altri vedresti ME e finalmente ci verremmo incontro”.

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Figura Aqua – La forma dell’ Acqua

“figura aqua - la forma dell’acqua” mostra collettiva di arte contemporanea-2


“L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quelle che andò e la prima di quella che viene.

Così il tempo presente”. (Leonardo Da Vinci)

Figura Aqua. Un titolo in latino che, nella sua semplicità, racchiude tutta una serie di declinazioni e letture possibili sull’Acqua. Il soggetto della mostra ci è stato sollecitato dal Comune di MilanoConsiglio di Zona6, poiché la prestigiosa sede dell’Ex-Fornace nella Darsena milanese, luogo deputato all’esposizione, dovrebbe avere una destinazione futura di biblioteca dedicata alle acque, a Milano ed al suo Naviglio, da tempo simbolo della città. Da qui la scelta di aprire il testo di presentazione con un’appropriata citazione leonardesca. Leonardo da Vinci, figura iconica della città di Milano, è stato attento osservatore e studioso dell’acqua come elemento: sia per la navigazione delle merci – come ci riportano gli studi leonardeschi sulla resa navigabile dei Navigli, oggi in parte coperti dal manto stradale – che in qualità di elemento capace di generare forza motrice.
L’Acqua è un liquido e, in quanto tale, assume la forma del contenitore che la accoglie; col passaggio da una sembianza ad un’altra compie una metamorfosi e si modifica, attribuendosi molte significazioni. L’acqua come elemento in cui i suoni, la comunicazione, si amplifica. Nella nostra cultura, ma non solo, questo celebrato liquido incolore ed inodore ha sempre goduto di particolare valore, sino a diventare simulacro di sé stesso, mutando all’interno del dipanarsi della storia di concetto e di senso – proprio come avviene in un travaso da diversi contenitori – e assoggettandosi alle differenti immagini/simbolo che l’uomo le ha nei secoli dedicato. La fonte, la vita, l’acqua sorgiva, la benedizione e così via. Passando attraverso tutte le sfaccettature di elogio ed ispirazione, che ci suggerisce la nostra mente e la nostra cultura.
Certo l’acqua può diventare anche elemento distruttivo (pensiamo, ad esempio, alla tragedia del Vajont) forza incapace di preservare, che disintegra interi orizzonti al suo passaggio. O ancora – pensando alla vastità mari – può essere un ignoto e incontrollato confine che isola, preclude o trasporta esseri umani verso sogni di un futuro migliore che spesso s’infrangono sui duri scogli della realtà europea.
L’acqua dunque come concetto, come suggestione o spunto interpretativo in una visione artistica contemporanea, che possa essere sociale e critica, oppure solamente vincolata alla città ed ai suoi luoghi anfibi.
Il fine dunque è regalare, attraverso una mostra che vede come protagonista il liquido da cui trae origine la vita, una “mappatura” che sia geografica ed emotiva, per una narrazione in cui ogni artista presente possa esprimere tale argomento attraverso la sua sensibilità ed il suo progetto. Un tentativo da parte dei curatori di supportare culturalmente la loro città, all’interno di un percorso che tocca il tema della natura permanente e della cura; per arrivare all’evento dell’Expo con un bagaglio d’iniziative volte ad indagare il territorio e le sue preziosissime risorse.

Testo filosofico di Eleonora Fiorani. Testo critico a cura di Alessia Locatelli.

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Mostra Collettiva d’Arte Contemporanea a cura di Pino Diecidue, Alessia Locatelli, Maria Rosa Pividori.


Dal 31 Gennaio al 21 Febbraio 2014

Orario: Inaugurazione 18:30 – 21:00
Restanti giorni mostra: dalle 11 alle 19 – martedì a domenica, lunedì chiuso.
Spazio Ex-Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16, Milano Darsena, MM Porta Genova

Ingresso Libero

Informazioni:
Pino Diecidue 3387948714
Alessia Locatelli 3479638427
Maria Rosa Pividori 3492814715
dieci.due@libero.it

Hanno contribuito alla realizzazione di questo evento:
Emmegi Group
Studio Akka
Spazio81


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Original Marche

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Original Marche nasce da un’idea di Angela Brunelli e Carlo Brunelli. Cugini nella vita, lavorano nel campo dell’architettura e dell’interior design e condividono alcuni interessi culturali. Un giorno di qualche mese fa decidono di concretizzare le proprie idee ed aspirazioni attraverso un blog, per default in lingua inglese, che si rivolga ad un pubblico internazionale ed in particolare europeo, per far conoscere le peculiarità della regione Marche legate ai luoghi, alla storia, alle tradizioni locali, alla valorizzazione del paesaggio. Ma anche per rendere merito alle persone che vivono nelle Marche e che rendono vitale la nostra regione con il loro lavoro e le loro attività creative ed imprenditoriali.

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Hanno entrambi precedenti esperienze personali come blogger e una discreta conoscenza del web e dei suoi mezzi, fattori che gli hanno permesso di realizzare in poco tempo la struttura di Original Marche.

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Parlano di architettura, arte, design, cibo, storia, persone e molto altro e si recheranno sempre personalmente nei posti da loro discussi per raccontare i temi trattati solo come chi vive in prima persona le cose sa fare. Infatti li vedrete spesso nei luoghi ed assieme alle persone! Nel numero zero sono partiti dal porto di Ancona per navigare verso le altre province della regione Marche. Sono in programma molte novità che non rimane che scoprire seguendoli sul blog e su facebook.

 

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Marco Anello. Designer, abruzzese di origini, vive e lavora a Milano.
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Attesa e Desiderio – Anime gemelle di Nadia Diotallevi

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… passai sotto il portico raggiunsi la piccola scalinata di pietra, in mezzo ai cespugli di oleandro, che conduceva alla piscina, e iniziai a scendere.
Intanto pensavo: William mi ha stregato.
Il mio sentimento per lui che era così forte che mi sembrava di camminare a mezzo metro da terra, una sensazione fantastica che non avevo mai provato prima.
Quando finii di scendere le scale mi ritrovai vicino al bordo della piscina. Di lato c’erano alcuni lettini da mare in alluminio, con il tettino coprisole. Mi liberai del copricostume e lo lasciai cadere su di un lettino.
Scesi la scaletta. Presi a nuotare goffamente rasentando il bordo della piscina dove l’acqua era più bassa. Nuotavo in uno stile che poco assomigliava a quello della Rana, in realtà cercavo di non affaticarmi. Dopo due giri, ansimante, mi aggrappai al bordo della piscina, posai la guancia sopra le mani e lasciai andare lo sguardo ad ammirare il paesaggio sottostante. Mi trovavo in collina, immersa in una piscina affacciata sul mare.
Mi sentivo padrona del mondo e del mio destino.
Mentre contemplavo il paesaggio il pensiero di William s’insinuò di nuovo nella mia mente: baci rubati… un brivido di piacere mi attraversò la nuca e le spalle. Sì,William approfittava di ogni momento per rubarmi un bacio.
Nessuno mi aveva mai rubato i baci… solo Lui.
“A cosa sta pensando così intensamente quella testolina?”. Trasalii al suono della sua voce calda, portai una mano sul petto e lentamente mi voltai. I nostri occhi s’incrociarono e mi persi nel calore del suo sguardo.
“Oddio… mi hai fatto paura! Pensavo di essere sola, non ti ho sentito scendere in acqua”.
Lui rise divertito.
“Se voglio, so essere molto silenzioso. Come un guerriero ninjia”. Mi sorrise con uno sguardo astuto.
Le sue labbra erano troppo vicine alle mie, involontariamente lasciai la mano che mi ancorava al bordo della piscina e lui prese a nuotare trascinandomi con sé verso il centro dove l’acqua era più alta.
Ho paura”, dissi, tenendomi forte al suo braccio.
Non devi avere paura quando sei con me”.

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Nadia Diotallevi è nata ad Ancona il 25 agosto 1950. E’ l’ideatrice, insieme a Laura Moll, di “Quello che le donne non dicono” ed è iscritta all’associazione “Il Megafono delle donne”. Ha pubblicato due libri: “Il risveglio del cuore” (Marcelli editore, 2008) e “Attesa e desiderio – Anime gemelle” (lulu.com, 2012) ed ha partecipato con le sue poesie al libro “Matite nel caos” (Autori Spasulati, lulu.com, 2012). Da oltre 15 anni si interessa della visione olistica dell’uomo, dell’integrità tra mente, corpo e spirito per il pieno benessere psicofisico. Si definisce una spirituale molto concreta e spera che i suoi pensieri possano essere “uno strumento attuale e attuabile di Riflessione e Ispirazione”.

 a cura di Giorgia Ricchi

 

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http://nadiadiotallevi.blogattivo.com/
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