“BANKSY. This is non a photo opportunity”

Così è intitolata la mostra che per la prima volta e analizza le immagini originali di Banksy. L’identità dell’artista, nonostante la sua notorietà a livello planetario, resta ancora sconosciuta. È una tra le figure più celebri tra gli street astirt, paragonabile al padre della Pop Art, Andy Warhol.

La mostra, realizzata a Palazzo Medici Ricciardi di Firenze, è stata inaugurata giovedì 18 Ottobre e rimarrà aperta fino al 24 Febbraio 2019.
L’esposizione ospita le immagini più note dell’artista, le più esplicative delle tematiche principali della sua ricerca. Egli vuole mandare attraverso le sue immagini messaggi immediati, non banali, su temi attuali mettendo in scena le contraddizioni e i paradossi della nostra epoca.  
Bansky rappresenta la nuova Pop Art, mixando in modo originario la moltiplicazione seriale, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e gli approcci del tempo digitale.

    

 

Tra le opere esposte c’è la
celebre serigrafia “Balloon Girl”,
che rappresenta una bambina
con un palloncino rosso in mano,
che in questi giorni è al centro
del dibattito mondiale per la sua
clamorosa distruzione ad opera,
probabilmente, dello stesso Bansky
a dimostrazione della sua insofferenza
ai sistemi di diffusione dell’arte.

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Sobey Art Award

La Sobey Art Award, è il più grande premio volto a promuovere giovani artisti canadesi. Prende il nome dal collezionista d’arte Frank H.Sobey, che fondò la Sobey Art Foundation. La fondazione, nata nel 1981, si è adoperata a promuovere l’arte canadese contemporanea attraverso il Sobey Art Award, che è considerato “trampolino di lancio” per i giovani artisti nel mercato mondiale.
Possono partecipare solo under 40 di nazionalità canadese. Vengono selezionati,
da una lunga lista di 25 artisti, cinque per ogni regione del Canada, il vincitore e altri quattro finalisti.
Il 14 novembre a Ottawa, presso la National Gallery of Canada, la giuria nominerà
il vincitore, che si porterà a casa 100 mila dollari canadesi e una dose di notorietà internazionale.

Il curatore di quest’anno è Séamus Kealy, direttore del Kunstverein di Slisburgo.
“Sono molto orgoglioso degli artisti selezionati”

Jordan Bennet, “Histories Between and Through Time”, 2017, pittura acrilica su pannelli di legno

Tra i cinque finalisti, l’artista originario di Stephenville, Jordan Bennett, utilizzando pittura, scultura, video, istallazione e suono coniuga la terra, la lingua, l’atto di visitare e le storie familiari con particolare attenzione all’esplorazione della cultura visiva.

 

Jon Rafman, “Transdimensional Serpent” (installazione vista al Frieze London), 2016. Video con sculture di sedie di dimensioni variabili

Altro candidato al premio finale è Jon Rafman, nato a Montreal. La sua arte è influenzata da alcune domande come – in che modo internet ha influenzato la coscienza umana? Come ha rideterminato il nostro comportamento sociale?- esplora l’impatto della tecnologia sulla coscienza contemporanea, creando narrazioni poetiche che coinvolgono criticamente il presente.

 

Terzo candidato, nato a Hamilton, Kapwani Kiwanga articolala le sue opere attraverso la multimedialità, inclusi film documentari, sculture e istallazioni. La sua pratica artistica – che è accademica e rigorosa, ma mai inaccessibile – è stata riconosciuta anche a livello nazionale e internazionale.

Joi T. Arcand, ᐁᑳᐏᔭᐋᑲᔮᓰᒧ (ekawiya akayasimo), 2017. Vinile metallico, dimensioni variabili

Penultimo, artista di Muskeg Lake Cree Nation nel centro di Saskatchewan,
Joi T. Arcand rappresenta tramite fotografie e collage digitali rappresenta le culture indigene negli spazzi pubblici e la rivitalizzazione della lingua indigena.

 

 

Infine, proveniente dalla costa occidentale e dallo Yukon, Jeneen Frei Njootli
fa arte attraverso più discipline, utilizzando suoni, tessuti, performance e workshop.
Anche co-fondatrice del ReMatriate Collective, un gruppo online che promuove
la rappresentazione sovrana ed etica delle donne indigene nei media.