Un giorno ad Ancona

 

Poi ci siamo fermati nell´antico cimitero
ebraico, c´era il mare e la visiera
del suo berretto, nessuno in giro
dal faro al monte Cardeto, solo fichi,
prugne e stele a sei punte:
cercavamo ombra tra le palme
con quel destino da scansare
con le mani sotto la camicia
e una salute messa come si può.

Musica

scene
di Antonella Anedda, tratto da
nostro lunedì n.1 – Scene – prima serie

 

Non sono molte le cose che nomino in poesia:
stanno sotto il palato, attente, coscienti solo del caldo
ignare della lingua.
Se ascoltano, sentono il moto, l’onda di un’eco
che porta rosse lettere, destini, e un turbine di voci
smarrite – come sempre – in ciò che è cupo e cavo.

Dunque dico: alberi – anzi – platani
attirati dall’acqua e sostenuti ai bordi dalle pietre.
Questo sì è difficile:
cantarne piano il miracolo
quel peso nella luce, quell’ombra
che s’incrocia col tempo e divampa sull’odore del prato.

Zingarate

Una decina di anni fa un’amica mi turbò non poco dicendomi che stava organizzandosi un viaggio in Scandinavia insieme ad altri ragazzi conosciuti nel web. Non riuscivo proprio a capire come potesse essere sicura di trovare le persone giuste per organizzare, affrontare e condividere un viaggio lungo un mese!

Tuttavia l’esperienza vissuta da lei, fatta di emozioni, momenti unici e condivisione, mi affascinò talmente tanto che l’anno successivo decisi di provare qualcosa di simile. Partita, sola, alla volta dell’Irlanda, la girai in lungo e in largo insieme alle persone che incontravo lungo il mio viaggio.

 Ciò che accomuna le due esperienze è un blog creato per viaggiatori, non turisti, come recita la sua tag line. Si tratta di www.zingarate.com, un blog che negli anni si è arricchito di sezioni nuove e nuovi modi per interagire con altri viaggiatori.

Oltre ai servizi tipici di ricerca di destinazioni, voli e hotel, il blog contiene anche una vasta quantità di informazioni di ogni tipo su tantissime città, grazie alle ZingaGuide e alle sezioni Racconti di Viaggio, Idee di Viaggio, Consigli di Viaggio e News di Viaggio.

La parte più interattiva, che ha dato un sapore di riscoperta al mio viaggiare ma soprattutto a quello della mia amica, sono i forum, protagonisti nella ricerca di compagni di viaggio o anche solamente nell’acquisto di biglietti cumulativi.

Zingarate è tutto questo ma è anche molto altro.

Chiara M.
per Lirici Greci

Statue

Angelo - di Raimondo Rossi

 

Statue
a Dante Turchetto

 

Le tue mani direi come di vento

dei molti legni odorosi levigati

e scolpite durezze dentro i marmi

fino a un angelico sfogliarsi

come dai corpi si solleva amore

e noi che non sappiamo dargli un volto

sostiamo ad ascoltare nelle statue

l’eco delle smarrite melodie

 

Maria Grazia Maiorino, nata a Belluno, dopo aver trascorso parte dell’infanzia e dell’adolescenza al sud, approda ad Ancona. Si laurea in lettere all’Università di Urbino con Alessandro Parronchi. Scrive poesie, racconti, saggi di critica letteraria; i suoi testi sono apparsi in riviste e antologie. Ha pubblicato le raccolte di versi: E ho trovato la rosa gialla (prefazione di Guido Garufi, Forum 1994); Sentieri al confine, nell’antologia 7 poeti del premio Montale (Scheiwiller, 1997); Viaggio in Carso (Edizioni del Leone, 2000); Dare la mano a un albero (fotografia e haiku, in collaborazione con Giovanni Francescon e con una nota critica di Paolo Ruffilli (Rocciaviva, 2003); Di marmo e d’aria (Manni, 2005). Nel 2006 è uscito per la peQuod il suo primo romanzo, intitolato L’azzurro dei giorni scuri.
Con la suite Haiku per angeli è presente nel libro di scultura e poesia Angeli di Raimondo Rossi.

Mito di Ancona

 

Oggi per la sezione volti e luoghi del blog, parliamo di Ancona.

di Dino Garrone

Chi è stato a Gibilterra, dice che Ancona le somiglia. Può essere vero. Quel grande attendamento di case l’una sull’altra, color di tela di sacco come divisa coloniale inglese, non presagisce nulla di buono. Dentro i cinturoni delle mura ci debbono essere uomini in vedetta, e migliaia di pezzi pronti a tuonare. L’interno della città è pieno di quella nobile melanconia che hanno tutte le città veramente di mare. Dove le pietre si impastano di salmastro, e soffrono di non poter partire, di non saper galleggiare. Le voci degli uomini sono scure come le facce dei palazzi. Non si capisce come le fontane possono buttare acqua dolce, e dove la prendano. Ogni cosa dà sete. A pensarci bene non si capisce nemmeno perché in questa città si debba arrivare in ferrovia, piuttosto che in piroscafo.

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L’infanzia timida

infanzie

 

brano di Gilberto Severini, tratto da
nostro lunedì n.0 – Infanzie – prima serie

 

Osimo, piazza del Comune ventidue. Di tutti i recapiti è il solo indimenticabile. L’infanzia è cominciata e finita lì. La guerra passata da poco. Vedove. Orfani. Povertà dignitose. Malattie e lutti. La televisione (può sembrare incredibile) non c’era ancora, col suo continuo sottofondo di squittii e gridolini che ha autorizzato un popolo già molto portato ad alzare la voce ,ad alzarla molto di più. In casa solo una vecchia radio usata con parsimonia, per non disturbare i vicini e per risparmiare la luce elettrica. Le premesse per un’infanzia garbata ma cupa c’erano. Bisognerebbe però diffidare dei raccontatori d’infanzie infelici. Continua a leggere