INUTILE

inutile

Il sole era entrato di soppiatto a riscaldare le morbide tende di seta fiorate, voleva accarezzare la sua pelle, cullarla in un caldo abbraccio, senza svegliarla.

Stropicciò gli occhi, ma la troppa luce venuta a darle il saluto la fece ricadere sul cuscino.

Tutt’intorno mobili dipinti, uno specchio, un tavolo, l’ambiente era strapazzato da colori: giallo, rosso, blu, tonalità discordanti che rispecchiavano silenziosamente l’animo di chi amava viverci.

Si alzò dal letto, ancora con addosso la stanchezza della serata appena trascorsa, andò in cucina e preparò del tè caldo canticchiando quella musica che era riuscita, per un momento, a farle dimenticare tutto.

Uno squillo del telefono la riportò alla realtà, sperava fosse lui:

-“ Pronto Stefano?…sei tu?”.

Una voce rauca dall’altra parte della cornetta rispose con una risata isterica che la fece rabbrividire. Riattaccò immediatamente.

All’interno del suo cuore schizzavano, come impazziti, i sentimenti più strani: felicità unita al pianto, sofferenza e gioia, malinconia e soddisfazione.

Non voleva rassegnarsi all’idea di averlo perso. Senza di lui era come percorrere una scala senza gradini, un oceano senza pesci, una tela bianca rimasta intatta.

I ricordi le bombardavano la mente, tutte le cose fatte insieme non facevano altro che accumularsi come una montagna di panni da lavare.

Infreddolita dai pensieri cercava di colmare quel vuoto, ricucire la trama della sua vita ormai strappata.

Le ore rassegnate si susseguivano una ad una, ormai solo la notte e il giorno riuscivano a scandire il tempo di un’anima intrappolata da un amore sbagliato.

Il tè era ormai pronto e il silenzio era l’unico rimasto a farle compagnia. Pensava che fosse inutile continuare così, non darsi pace,  inseguire farfalle al di là di un vetro,  come  le accadeva  spesso nei sogni, si risvegliava sempre prima di riuscire a raggiungerlo.

Trascorse così la sua vita, isolata, come fosse un fiore raro, rimasto nascosto e mai scoperto.

Il tempo volle darle il bacio eterno e questo fu l’unico segno d’amore che ella ricevette.

Di Diletta Bonifazi
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Immagine di Alberto Giardina
CHAOS ( watercolor on paper ) di Alberto Giardina
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