Nicola Montanari . Incisioni

Nicola Montanari si è formato fin da giovane alla Scuola Grafica di Urbino, anche se il suo primo maestro è stato Mainini di Macerata.

Oggi tutto ciò è solo un piacevole ricordo perché il suo stile personale è identificabile nella cospicua produzione e, in particolare, in quella degli ultimi tre anni nei quali ha focalizzato attenzione e produzione di ben oltre 80 zinchi, tutti di notevole dimensione.

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I paeaggi di Nicola Montanari sono familiari, quelli marchigiani, che vivono intorno a noi ogni giorno, le città che calpestiamo ogni giorno, i fiori che ammiriamo ogni giorno, eppure nuovissimi: alberi e ancora alberi, case isolate, balconcini in ferro battuto, mezze lune, pali della luce, un cancello prima chiuso e poi socchiuso, i contorni, come disegnati dalla mano di un bambino, sono commoventi, il volto delle case modificato ci meraviglia.

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Le panchine e le finestre sono deserte, non c’è essere umano o animale ad inquinare con un pur minimo movimento o scarto, tutto parla di effimera eppur statica bellezza: ‘nessun passo su tanto candore, nessuna orma ignota’.

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“i fuochi ardono tra le macerie” – Claudio Damiani

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di Claudio Damiani
tratto da nostro lunedì
n° 2 forme – prima serie

I fuochi ardono tra le macerie,
ai lati delle strade sono ammucchiati i cadaveri.
Nell’aria è un odore insopportabile.
Ricordo questi luoghi nel tempo della pace,
i paesi tranquilli, le feste col ballo in piazza,
i giochi, da bambini, fino a tardi nelle sere d’estate,
i sonni sull’erba dopo pranzo
all’ombra di una quercia,
le stradine piene di more e lamponi
nel fresco della mattina,

Quando un soldato è stanco
e non ce la fa più dalla stanchezza
le gambe gli tremano e cade
restando in ginocchio per terra.

Non è stato colpito, è caduto
perché non ce la faceva più.
E la terra gli sembra morbida,
soffice come un tappeto l’erba.

E il cielo, lo vede a un tratto vicino
come se lo avvolgesse e abbracciasse.
Le nuvole sono come cuscini
su cui fare un lunghissimo sonno.

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La street art dell’anonimo Blu

Blu è un artista italiano. Con questo pseudonimo, Blu ha deliberatamente deciso di nascondere la propria identità. Tuttavia, si sa che è originario di Senigallia, ma è cresciuto artisticamente a Bologna. Nel 2011 The Observer l’ha segnalato come uno dei dieci migliori street artist in circolazione.

Il nomadismo pittorico di Blu ha raggiunto livelli parossistici a partire dal 2005. Dal finire di quell’anno passa buona parte del suo tempo muovendosi in tournée autogestite collegando i suoi spostamenti ai festival in cui è di volta in volta invitato. L’Italia è indubbiamente il paese che vanta il maggior numero di murales di Blu. Fra i progetti pubblici si ricordano a Milano la facciata del PAC (Padiglione d’arte contemporanea) realizzata nel 2008, gli interventi alla Bicocca ed alla stazione di Lambrate nel 2008 e 2009; tre edizioni dello Spinafestival a Comacchio (2005, 2006, 2007), due edizioni del Fame Festival a Grottaglie (2008, 2009) nella cui ultima edizione ha realizzato una video-animazione con l’artista newyorchese David Ellis; numerose partecipazioni al festival Icone di Modena; il grandi Silos del porto di Ancona nel 2008 per il festival Pop Up.

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Artisti in Piazza per Pennabilli

18° edizione Festival Internazionale dell’ arte in strada
dal 5 al 8 Giugno a Pennabilli (RN)

Con l’inizio dell’estate, ecco svolgersi sotto i due Castelli di Penna e di Billi, Pennabilli appunto, la 18° edizione di Artisti in Piazza. Nell’antico borgo del Montefeltro,
le piccole piazzette, le corti, le stradine medievali, diventano per 4 giorni palcoscenici improvvisati e teatri di strada, dove si ascoltano le mille storie di giullari e di artisti di un tempo e che arrivano da ogni continente.

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8967239808_53068c7936_oPennabilli (Rimini). Con 61 differenti compagnie internazionali, più di 200 artisti di strada, che arriveranno nel Montefeltro da ogni continente,  Artisti in Piazza si ripropone come evento esclusivo per gli amanti dei buskers. A partire dal 5 fino al 8 giugno 2014, dal pomeriggio e fino al cuore della notte, vi aspettano più di 400 spettacoli, tutti, immancabilmente, magici. Ingresso rigorosamente gratuito ai minori degli anni 14, perché i bambini possano sognare anche ad occhi aperti.

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Il linguaggio artistico della carta a mano con Sandro Tiberi

La passione per la fabbricazione della carta a mano ha portato Sandro Tiberi, artista ed artigiano, alla creazione della Cartiera Artigiana in Fabriano. Nato a Fabriano, dove vive e lavora, acquisisce grande esperienza nelle Cartiere Miliani Fabriano dal 1985 al 1999 per poi  intraprendere l’attività di artigiano creando un laboratorio. Nella cartiera ogni foglio è fatto a mano, al tino, utilizzando esclusivamente cellulose di cotone garantendo una qualità che dura nel tempo. Si produce ogni genere di carta fino ad arrivare alle carte per stampe fotografiche Fin Art che uniscono il più antico metodo di produzione con il più moderno sistema di stampa. Si hanno così carte per Artisti, per Editoria, per stampa Fine Art, per corrispondenza personale, ed aziendale, partecipazioni ed inviti, diplomi ed attestati, filigrane artistiche, certificati di qualità e garanzia, stampe d’arte e articoli completamente realizzati a mano.

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Le carte di Tiberi sono carte pregiate che hanno utilizzi specifici e sono ideate per soddisfare le esigenze più raffinate. Ogni carta può essere personalizzata con una filigrana diversa e realizzata in formati e grammature particolari. Creare è un bisogno – spiega Tiberiuna forza che non si controlla e se cerchi di reprimerla prima o poi esploderà e ne sarai travolto. Non ho scelta e devo fare ciò che sento, camminare per strade non convenzionali è sempre stata una mia caratteristica. Nelle sue opere utilizza differenti tecniche, in particolare la luce perché capace di creare energia ed emozioni. In questo modo la carta a mano diventa un vero e proprio linguaggio artistico.

Collabora in maniera attiva con diverse associazioni per disabili che si occupano della fabbricazione della carta a mano come metodo di reinserimento sociale. Lavora come docente, ed organizza corsi, workshop ed incontri emozionali. I corsi sono organizzati in base alle esigenze e sono modulati per differenti platee, da corsi amatoriali fino a corsi indirizzati a professionisti ed Artisti con specifiche esigenze.  Organizza e partecipa a Mostre ed Eventi. Per la qualità della propria produzione ottiene il Marchio eccellenza artigiana della Regione Marche, il titolo di Maestro artigiano e il laboratorio è riconosciuto Bottega Scuola.

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Flowery Letters

Le lettere dell’alfabeto vestite con elementi floreali multicolori
espressione di un visual fresco e divertente per costruire emozionali esperienze visive.
Oggi proponiamo la C dell’ Optima.

Optima

C/Optima
Realizzato dal tipografo tedesco Hermann Zapf, il quale nel 1950, nel corso di un viaggio in Italia per studiare il design tipografico, nota nella Basilica di Santa Croce, a Firenze, un’antica lapide Romana che sarebbe sfuggita agli occhi di molti turisti.
Le lettere incise avevano la caratteristica di avere grazie poco accentuate,
rispetto allo stile tradizionale e Zapf ne rimane colpito.Questa sarà la base dell’Optima, un carattere piuttosto originale in quanto la struttura delle lettere è classica ma in realtà è un carattere senza grazie, che sembra però quasi averle.
Questo effetto è ottenuto con un particolare trattamento degli spessori
che gli conferisce una specifica dignità ed eleganza.

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Valentina Capecci – Lui è mio e lo rivoglio

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…Gli uomini sono capaci di qualunque bassezza pur di provare che il femminismo ci ha imbrogliate. Mentre le suffragette che hanno marciato nelle pubbliche piazze, per liberarci dalla sottomissione e dalle prevaricazioni, non hanno mai promesso a nessuna che il riscatto sociale avrebbe garantito un maggior apprezzamento maschile. Anzi. Lo sapevano che il nemico era composto in gran parte da trogloditi. Cito dal manuale della ragazza di successo in cui si invita ogni donna innamorata a porsi la seguente cruciale domanda: se l’amato mi chiedesse di rinunciare alla mia indipendenza economica per dedicarmi solo a lui, che si dedica alla professione, lo amerei ancora? (Io avrei risposto no) Se la risposta è sì rispondete a quest’altra domanda: lo farei perché non voglio affaticarmi, e quindi lo sfrutto (e in caso di rottura ci ricavo gli alimenti), o perché tra due cose che amo immensamente, lui e il lavoro, scelgo lui? Se avete risposto sì alla seconda ipotesi meritate di marcire tra quattro pareti domestiche sfornando torte di mele, che vi ingrasseranno, fino al giorno in cui il fregnone a cui siete coniugata vi pianterà per una sgualdrinella e voi non avrete da parte neanche il becco di un quattrino. Questo si merita chi crede che il sacrificio sarà ricompensato da un’unione indistruttibile. Perché, conclude l’autrice, che gli uomini facciano i loro interessi è comprensibile, ma che le donne facciano gli interessi degli uomini è diserzione, alto tradimento, e qualunque sciagura si abbatta su di loro è sempre troppo poco.

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Valentina Capecci nata ad Ascoli Piceno, laureata in giurisprudenza è sceneggiatrice di film per il cinema: “Se fossi in te” “L’uomo perfetto” “È già ieri” “Como estrella fugages” e fiction TV per Rai e Mediaset come “Non lasciamoci più” “Il commissario” “Prigioniere del cuore” “Caterina e le sue figlie” “I Cesaroni” “Mogli a pezzi” “Sangue caldo” “Il commissario Manara” “Il sangue e la rosa” “I delitti del cuoco” “Provaci ancora Prof” “Pupetta” “Rosso San Valentino” “Baciamo le mani”. Ha scritto per il teatro: “Le parole non contano” “Souvenir” “Le confidenze del pene” “Devo dirti una cosa” e racconti, ha curato la raccolta “Omicidi all’italiana” ed. Colorado Noir, pubblicato “Gente Normale” Marsilio Ed., l’E.book “Lui è mio e lo rivoglio” e di prossima uscita “Ti voglio bene fratello” per Fandango Libri.

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Nicola Montanari . Incisioni

Nicola Montanari si è formato fin da giovane alla Scuola Grafica di Urbino, anche se il suo primo maestro è stato Mainini di Macerata.

Oggi tutto ciò è solo un piacevole ricordo perché il suo stile personale è identificabile nella cospicua produzione e, in particolare, in quella degli ultimi tre anni nei quali ha focalizzato attenzione e produzione di ben oltre 80 zinchi, tutti di notevole dimensione.

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Di queste incisioni 26 sono state inserite nel libro Nevicata insieme alle poesie di Francesco ScarabicchiEdizione Liberi Libri.

Non solo incisione all’acquaforte, ma puntasecca, acque tinte e tecniche a rilievo confluiscono contemporaneamente nelle opere a rendere più sapienti e aggettanti i volumi delle masse nevose anche laddove le lontananze e i secondi e terzi piani rendono il segno appena impercettibile.

All’occhio attento, nell’affastellamento di rami, cespugli, case e cumuli di neve si individua un prezioso lavoro di cesello.

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Parole a un pubblico immaginario – Alfonso Gatto

di Alfonso Gatto
tratto da nostro lunedì
n° 2 forme – prima serie

Ho scritto la mia prima poesia a vent’anni in una stanza diroccata. Di là dalla finestra c’era il mare, pioveva dolcemente. Avevo visto per vent’anni le montagne chiudere il golfo e contro il cielo una casetta odorare del suo intonaco rosa che la pioggia le risvegliava. Tante sere io mi dicevo: «Dopo di me vivrà il mondo, chissà se altri guarderà questi colli e il mare col mio stesso sguardo e senza saperlo mi ricorderà».

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Forse era amore questo desiderio di sopravvivenza. Forse era gloria. Forse era un viaggio di là dai monti – addio a mia madre, addio a me stesso rimasto bambino al balcone per salutarmi. Forse era morte – andare con l’ultima luce, rimpiangermi come io solo sapevo rimpiangermi. E donne, treni, queì monti così lunghi che tutte le case n’erano calde, significavano la vita che non dovevo toccare se m’era tutta dentro, avuta col sangue, con gli occhi, con la bocca che mi sorrideva.
Questa fu la poesia che mi si rivelò in quella stanza diroccata ov’io ero seduto: le parole che scrissi allora, poche, timide, ma come sospese al silenzio che m’era intorno, mi sembrava che fossero proprio quelle con cui la sera voleva essere amata dal suo grande bambino.
E’ un’immagine che non ho perduto lungo gli anni: quel modo dolce e incontenibile con cui il mio cuore allora si sentì soffocato e aperto, m’è rimasto dentro per ogni mia parola, per ogni atto in cui mi sento vivere; e nulla c’è che mi distolga dal credere ancora oggi che la terra e gli uomini abbiano bisogno d’essere amati dal mio sguardo, suscitati nella terra, forti, vittoriosi nella splendida materia delle parole. Le polemiche, le definizioni, mi hanno lasciato intatto il mio brusco modo di sentirmi vivo e i riconoscere la poesia con franchezza, come un fatto, come una cosa.
lo odio gli uomini che la credono un problema, che vogliono ridurla alle proprie ragioni, che non sentono il terrore delicato in cui essa è come sospesa ogni volta a trovare la sua voce al momento in cui tutte le parole tacciono.
A non saper dir nulla di me, altro che il modo com’ero aperto all’amore avido che mi cercava, quale struggente nostalgia di bene sentivo di portare, e quale viaggio da compiere al di là di me stesso per ritrovarmi. «Io ero malinconichissimo e mi posi alla finestra»: è questa la veduta per l’infinito che ci ha lasciato Leopardi.
Noi amiamo la vita quanto più sentiamo di dover resistere alle sue impressioni, e durare, consumandola nel tempo e nella musica, affinché la nostra purezza sia come la spoglia del corpo ove abbiamo bruciato tutta la gioia e tutta la pena per non inaridire e per rispondere anche coi palpiti alla voce che sino all’ultimo ci desterà.
Lasciamo questo nostro desiderio aperto nella storia degli uomini, è la ragione della vita stessa, una tenace materia in cui vogliamo che tutti i pensieri siano cose.
La poesia è una realtà che accusa il lettore e lo pone di fronte alla sua distrazione.
Egli forse vuol vivere comunque, ma davanti alla poesia si accorgerà che le parole, a una a una e nel loro periodo, a poco a poco lo prendono, gli rivelano un mondo che presentiva, in cui dovrà riconoscersi e non perdere nulla della sua grandezza e della sua miseria. Continua a leggere

Francesca Rigotti. Festival del Pensiero Plurale

Con Francesca Rigotti, la filosofa delle piccole cose, si è concluso il ciclo di conversazioni a teatro con i pensatori. Ultimo appuntamento della rassegna venerdì 23 maggio con Giancarlo Galeazzi a Villarey.

logo600Martedì 20 maggio scorso al teatro Sperimentale, l’incontro con la filosofa Francesca Rigotti confermava l’interesse della città di Ancona verso l’esercizio del pensiero.
Una riflessione intorno alla parola onestà, alla sua contiguità con l’aspetto economico nella tradizione ebraico-cristiana (“rimetti a noi tutti i debiti”, recita il Padre nostro), alla differenti interpretazioni del termine nei  Paesi del sud e in quelli del nord
del pianeta, al mutamento di significato allorché si attribuisca onestà (o mancanza
di onestà) a un uomo o a una donna.

Da parte del numeroso pubblico, sono state tante le domande e gli spunti di riflessione rivolti all’unica (e ultima) filosofa della diciottesima edizione della rassegna
Le parole della filosofia
 a cura di Giancarlo Galeazzi, organizzata dall’Associazione culturale Ventottozerosei di Ancona; in collaborazione con l’ Assessorato alla cultura del Comune di Ancona e la sezione dorica della Società filosofica italiana.
Venerdì 23 maggio si è conclusa anche la Scuola di filosofia che ha affiancato il ciclo di incontri con i filosofi alla Facoltà di Economia. Giancarlo Galeazzi ha parlato di pazienza, dopo avere affrontato per un gran numero di affezionati seguaci la mitezza, la resilienza e la magnanimità.

Festival del Pensiero Plurale 2014
Le parole della Filosofia/ A Scuola di Filosofia XVIII edizione
a cura di Giancarlo Galeazzi

associazione culturale Ventottozerosei
in collaborazione con
Società filosofica italiana di Ancona

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